Nato
a Danzica, nell'allora Regno tedesco di Prussia (attualmente compresa in
territorio polacco), e morto a Francoforte sul Meno, dopo il vano tentativo di
diffondere in ambito universitario le sue tesi in netto contrasto con Hegel, si
ritirò per dedicarsi ai suoi studi.
Portato a maturazione nel capolavoro Il mondo come volontà e
rappresentazione (pubblicato nel 1818), il pensiero di Schopenhauer
trovò consensi soprattutto dopo il fallimento dei moti del 1848, quando sembrò
spegnersi la speranza di una società più democratica e liberale.
In questo contesto s'inserì perfettamente il suo pessimismo esistenziale che,
non lasciando spazio all'intervento attivo dell'individuo, paragonava la vita
umana a «un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la
noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e
della gioia». L'unica occasione di riscatto passa attraverso l'arte,
l'etica e l'ascesi.
Misantropo e ateo convinto, Schopenhauer amava gli animali, di cui difese
strenuamente i diritti.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/259003
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