Verso la metà degli anni Cinquanta, nella Spagna franchista che dopo anni di
isolamento tornava al centro dell'attenzione europea e degli USA in
particolare, il cinema locale usciva da una profonda crisi legata in gran parte
alla pesante censura del regime e iniziava a conoscere qualche segnale di
ripresa. In quel periodo prese piede la moda degli attori bambini (tra
cui Joselito, Marisol, Rocío Dúrcal), catapultati in tenera età sul
grande schermo e destinati ad un immediato e, in molti casi, effimero successo.
Il primo, e quello che ottenne maggior fama oltre i confini nazionali, fu il
madrileno Pablito Calvo, che a soli sei anni si trovò a debuttare
al cinema nel ruolo di primo attore. Il piccolo fu scelto dal regista ungherese
Ladislao Vajda per vestire i panni del protagonista di Marcelino Pan y
Vino, film tratto dall'omonimo romanzo di José María Sánchez Silva,
noto come scrittore per l'infanzia.
La storia nasce da una leggenda legata alla vita di San
Marcellino, molto popolare in Spagna, che all'inizio del film viene raccontata
da un frate francescano a una bambina gravemente malata, mentre tutto il paese
si reca al convento per onorare il Santo. Finite le ostilità tra Spagna e
Francia, un gruppo di frati decide di recuperare un vecchio castello per farne
un convento francescano.
Una mattina davanti all'ingresso dell'edificio i frati trovano una cesta con un
bambino che, dopo aver cercato invano di affidare a una famiglia, decidono di
allevare da soli dandogli il nome del santo del giorno in cui era stato
ritrovato: Marcellino. Il bimbo cresce e non avendo altri coetanei
con cui giocare, si crea un amico immaginario che chiama Manuel. La
sua spensierata e frenetica quotidianità lo porta per caso a un incontro che si
rivelerà straordinario.
Nella soffitta, affisso alla parete c'è un crocifisso a grandezza naturale, al
quale il piccolo decide di portare acqua e vino pensando così di alleviarne la
sofferente magrezza. Ne nasce un'amicizia speciale che conduce Marcellino a
realizzare ciò che più desidera: vedere sua madre. Alla sua prima uscita il
film commosse tutti e qualche mese dopo si guadagnò il plauso della giuria
all'ottavo Festival di Cannes, dove Pablito Calvo ottenne una
menzione speciale.
In Italia arrivò a settembre dello stesso anno e la reazione del pubblico fu
altrettanto entusiasta. Tre anni dopo la piccola star spagnola recitò al fianco
del "principe della risata", al secolo Antonio de Curtis,
nel film "Totò e Marcellino" diretto da Antonio
Musu. Allo stesso modo in diversi paesi fiorirono remake e cartoni animati
ispirati al personaggio ideato dal scrittore Silva.
Quest'ultimo, dal canto suo, beneficiò non poco della popolarità della
pellicola: il suo romanzo, tradotto in trenta lingue, vendette oltre nove
milioni di copie; tant'è che l'autore (premiato con il premio Andersen,
considerato un po' il Nobel della letteratura per ragazzi) scrisse altre storie
che avevano per protagonista il piccolo orfanello.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/229002
Nessun commento:
Posta un commento