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lunedì 5 aprile 2021

Thomas Hobbes: Considerato dalla degli studiosi come il maggior pensatore politico dell’età moderna, propugnò una visione della realtà materialistica in contrasto con la metafisica

 

Non imparare dai tuoi errori. Impara dagli errori degli altri così che tu possa non farne.” Thomas Hobbes

 

 

Uomini e lupi

Thomas Hobbes nasce il 5 aprile 1588 a Malmesbury (Inghilterra). La madre, a quanto si racconta, all'invasione degli spagnoli viene colta dalle doglie per lo spavento, tanto che lo stesso Hobbes, scherzosamente in linea con quanto proposto dalla sua filosofia, potrà in seguito affermare di essere nato "gemellato con il terrore". Il padre, invece, è il vicario di Westport, ma abbandona la famiglia dopo una lite avvenuta sulla porta della chiesa con un altro pastore. E' lo zio paterno Francis Hobbes a prendersi cura della sua educazione universitaria, che avviene a Magdalen Hall in Oxford dal 1603 al 1608.

Terminati gli studi diventa precettore di William Cavendish, figlio del barone di Hardwick e futuro conte del Devonshire. Rimarrà collegato alla famiglia Cavendish per tutta la vita.

E' grazie ai Cavendish che compie il primo di una serie di viaggi in Europa, che lo mettono in contatto con l'ambiente culturale e scientifico continentale del primo Seicento. Si reca in Francia e in Italia, dove probabilmente conosce Galileo Galilei. Negli anni '20 entra anche in contatto con Francesco Bacone, per il quale svolge opera di segretario (dell'incontro tra i due rimane una raccolta di discorsi recentemente attribuita al filosofo scozzese).

In questo periodo gli interessi di Hobbes sono prevalentemente umanistici e, tra i suoi molteplici lavori, è da segnalare soprattutto la traduzione della "Guerra del Peloponneso" di Tucidide, pubblicata nel 1629 e dedicata al secondo conte di Devonshire, il discepolo di Hobbes, morto l'anno prima.

La svolta fondamentale nella carriera di Hobbes avviene nel 1630. Nel corso del viaggio sul continente avvenuto in quell'anno scopre gli "Elementi di Euclide", incontro intellettuale che lo porterà ad approfondire in modo non superficiale la geometria. Nei primi anni '30 iniziano a svilupparsi i suoi interessi filsofici e scientifici, rivolti in particolare all'ottica. Durante l'ennesimo viaggio europeo, nel 1634, entra in contatto con l'ambiente filosofico parigino che ruota intorno a Mersenne e Descartes (conosciuto in Italia con il nome latinizzato di Cartesio).

Un accenno doveroso va fatto relativamente al clima politico in Inghilterra intorno agli anni '30. Il parlamento e il Re, infatti, sono sempre più contrapposti, ed è in questo contesto che matura la scelta di campo del filosofo in favore della Monarchia. Purtroppo, gli eventi prendono una piega sfavorevole proprio al Re e Hobbes è costretto ad emigrare in Francia, dove rimane fino al 1651.

E' proprio in Francia, d'altronde, che Hobbes compone le sue principali opere filosofiche. Brevemente, possiamo elencare le "Terze obiezioni alle Meditazioni metafisiche di Descartes" (causa in seguito di cattivi rapporti e incomprensioni con il filosofo francese) e il "De Cive", terza e ultima sezione di un sistema filosofico che verrà completato solo nel 1657 con la pubblicazione del "De Homine" (il "De Corpore" esce nel '55).

L'opera susciterà ampie polemiche, soprattutto nella seconda edizione pubblicata ad Amsterdam nel 1647; una traduzione in lingua inglese viene pubblicata nel 1651, al rientro di Hobbes in patria, con il titolo di Philosophicall Rudiments Concerning Government and Society.

Prosegue nel frattempo gli studi di filosofia naturale: tra il 1642 e il 1643 espone per la prima volta in forma compiuta i fondamenti della sua filosofia (nella confutazione al "De Mundo" di Thomas White) e conduce con il vescovo realista John Bramhall la celebre controversia su libertà e determinismo. Compone anche uno studio sull'ottica mentre, nel 1646, la corte inglese si trasferisce a Parigi e Hobbes viene nominato insegnante del Principe di Galles (il futuro Carlo II).

Nel 1649 i parlamentari ribelli ottengono la condanna a morte del Re d'Inghilterra, Carlo I. E' probabilmente in questo periodo che Hobbes inizia la composizione del suo capolavoro filosofico e politico "Leviatano, ossia La materia, la forma e il potere di uno stato ecclesiastico e civile", che verrà pubblicato a Londra nel 1651.

Il testo suscita immediatamente le reazioni di molti ambienti politici e culturali: ce chi accusa lo scritto di essere un'apologia della Monarchia appena sconfitta dai parlamentari e chi vede nel testo un'opportunistica operazione di trasformismo da parte del filosofo nei confronti del nuovo leader della scena politica inglese, Oliver Cromwell. Ma la polemica più aspra è quella scatenata dall'ambiente episcopale, a causa soprattutto della terza parte dell'opera, spregiudicata rilettura eterodossa delle Scritture a sostegno della supremazia del potere politico su quello papale.

Tornato in Inghilterra nel 1651, riprende l'antica relazione con i Devonshire, ma vive soprattutto a Londra. Le polemiche suscitate dal Leviathan continuano (e continueranno anche dopo la sua morte). Un comitato parlamentare arriverà ad indagare sul Leviathan, ma senza ottenere alcun risultato concreto grazie alle protezioni di cui gode. Nonostante ciò, gli viene proibito, sotto l'accusa di ateismo, di scrivere qualsiasi cosa in tema di etica, e gli sarà impossibile pubblicare in vita il "Behemoth", un'opera storica sulla guerra civile.

Negli ultimi anni di vita Hobbes torna agli interessi classici coltivati in gioventù, compone un'autobiografia in versi e traduce sia l'Illiade che l'Odissea. Lascia Londra nel 1675, per vivere a Hardwick e a Chasworth, nelle residenze dei Devonshire.

Muore a Hardwick il 4 dicembre 1679.

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