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giovedì 28 febbraio 2019

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: CARLO GOLDONI...


 “Se non mi amate, lasciatemi, e se non sapete amare, imparate.”
Carlo Goldoni nasce nel 1707 da una famiglia borghese. La passione per il teatro si affaccia presto ma il padre tenta di farlo studiare: i periodi all'università si alternano a momenti di fuga e all'attività teatrale. Si laurea solo nel 1731 in Giurisprudenza a Padova e, nello stesso anno, a causa della morte del padre, si trasferisce a Venezia con la famiglia.
Dal 1737 al 1741 dirige il teatro San Giovanni Crisostomo
Tra il 1745 e il 1748 si trasferisce a Pisa e lavora come avvocato ma non rinuncia alla passione per il teatro

Nel 1748 torna a Venezia dove lavora con la compagnia di Gerolamo Medebach per il teatro Sant'Angelo
Dal 1753 al 1762 lavora per il teatro di San Luca alle dipendenze dei fratelli Vendramin. Infuriano le polemiche sulla sua riforma del teatro
Nel 1762 si trasferisce a Parigi ma la sua riforma del teatro lascia perplessi i francesi che da lui si aspettano la commedia dell'arte
Dal 17765 al 1770 insegna italiano a Versailles tralasciando il teatro
Torna alla sua antica passione tra il 1775 ed il 1780
Nel 1792 gli viene revocata la pensione. Muore in povertà nel 1793

La produzione artistica di Carlo Goldoni
Goldoni nel corso della sua vita ha scritto più di 200 commedie in italiano e in dialetto veneziano. Le più famose sono:

La donna e il garbo (1743)
La famiglia dell'antiquario (1750)
I pettegolezzi delle donne (1750)
La locandiera (1752)
I rusteghi (1760)
La trilogia della villeggiatura (1761)

La riforma del teatro di Carlo Goldoni: in cosa consiste?
Goldoni torna a dare importanza al copione che ora gli attori devono seguire scrupolosamente. Una grande novità rispetto all'improvvisazione propria della commedia dell’arte
Abolisce le maschere che vengono sostituite da personaggi caratterizzati psicologicamente 

La critica a Goldoni
Carlo Gozzi fu uno dei massimi detrattori di Carlo Goldoni. Egli lo accusa di:
Volgarità: Goldoni rappresenta la realtà ma senza l'eleganza che viene invece chiesta ad uno scrittore
Convinto che "la verità piace sempre", non seppe distinguere tra quelle verità che possono essere raccontate da quelle a cui invece non va data troppa visibilità
  
Nelle sue commedie i nobili sono ingiusti e vengono ridicolizzati, a fronte di un popolo rappresenta le virtù: una scaltra opera di avvicinamento alla plebe
Gozzi critica il realismo del teatro goldoniano, individua la pericolosità dell'esaltare il popolo a fronte della ridicolizzazione della nobiltà. In questo modo il teatro di Carlo Goldoni diventa quasi uno strumento rivoluzionario. 

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