La nicotina tabacum fu scoperta e poi coltivata in America
già nel 6000 aC e da allora le persone hanno iniziato a fumare o masticare le
foglie della sua pianta.
L’utilizzo del tabacco è stato controverso sin dagli albori della sua
scoperta: si è creduto ad esempio che potesse avere proprietà medicinali. Fu
utilizzato, ad esempio, come protezione contro le devastazioni della peste
bubbonica nel medioevo, ma già nel 1600 si iniziò a temere che potesse avere un
legame tra alcune malattie come il cancro.
Da allora, i metodi di ricerca sempre più affinati, hanno fornito la prova
di questo legame scoprendo che, tra le innumerevoli sostanze chimiche contenute
nella sua pianta, ne troviamo una in particolare che ne induce un consumo
continuativo: la nicotina.
La nicotina nel corpo:
Bastano 10 secondi dopo l’inalazione di una boccata di fumo perché la
nicotina venga assorbita dal corpo tramite le mucose del naso, bocca, polmoni e
viaggi attraverso il flusso sanguigno verso il cervello. Giunto a destinazione,
stimola le ghiandole surrenali a produrre adrenalina, aumentando la frequenza
cardiaca e la pressione sanguigna. In più stimola anche la produzione di
dopamina, un neurotrasmettitore che controlla il centro del piacere del
cervello.
La nicotina rimane all’interno del corpo umano solo per alcune ore: la sua
“vita media” infatti è di 1-2 ore, il che significa che, dopo sei ore
dall’assunzione di 1 milligrammo, all’interno del nostro copro ne rimane solo
0,031 mg. Una volta assorbita dall’organismo è compito degli enzimi del
fegato di distruggerne la maggior parte (circa l’80%).
Gli effetti della nicotina
Ti sei mai chiesto perché i fumatori bramano una sigaretta quando sono di
cattivo umore o quando si trovano in una situazione stressante?
È perché la nicotina aiuta le persone a sentirsi più calmi, causando
temporanee sensazioni di relax, riduzione dello stress, ansia e persino dolore.
Questi effetti sono però considerati un paradosso: infatti la nicotina
aumenta sensibilmente lo stress fisico del corpo ed è quindi considerato uno
stimolante: è solo il “rito” del fumo ad indurre un fallace effetto placebo.
Nicotina e cervello
La somministrazione di nicotina cambia anche il modo in cui funziona il
cervello. Immaginiamo il cervello come un computer con le informazioni che
viaggiano sotto forma di elettricità. È un processo binario con interruttori
che possono essere accesi o spenti. Nel cervello i neuroni sono le cellule che
trasferiscono le informazioni.
Ogni neurone riceve input da migliaia di altri neuroni creando una rete
incredibile di interconnessioni, che permettono al cervello di elaborare le
informazioni e comunicare il messaggio di risposta in tutto il corpo. Un
altro gruppo di “messaggeri chimici“, i neurotrasmettitori, ha
invece il compito di portare le informazioni tra neuroni e cellule.
Ogni neurotrasmettitore ha una propria specifica famiglia di recettori. La
nicotina imita quello dell’acetilcolina, una sostanza regolata dal nostro
corpo, attivandone la produzione anche se non necessaria e provocando una
sensazione “energizzante“.
Stimolando questi neuroni si aumenta anche la quantità di dopamina
rilasciata e, quando le droghe come nicotina o cocaina attivano questi
meccanismi di ricompensa del cervello, automaticamente si rafforza il desiderio
di utilizzarne ancora, perché ci si sente bene.
Dipendenza
La nicotina crea dipendenza: anche se il nostro corpo assume circa un
decimo della nicotina presente in una sigaretta (1mg su 10) è sufficiente per
restarne incastrati. Secondo l’istituto di ricerca americano, più dell’85% di
coloro che cercano di smettere senza aiuto ricominceranno entro una settimana.
Durante il processo di allontanamento, l’abitudine alla nicotina può
provocare reazioni fisiche, con forte desiderio per la sostanza, un aumento dei
disturbi dell’appetito, insonnia e mutamenti dell’umo re come rabbia,
frustrazione, depressione, irritabilità e irrequietezza.
ilsaputello.it/
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