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domenica 10 giugno 2018

Lo Sapevate Che: Perchè tenersi alla larga dai video virali...


Qualche Tempo Fa mi sono imbattuta in rete in uno di quei video vitali capaci di insinuarsi nelle nostre coscienze smarrite e nella nostra emotività fragile lasciandoci lacrimosi e disarmati. Il messaggio non era sofisticato né sottile ma melenso, diretto e ammiccante tanto da sedurre i naviganti sprovveduti. Era rivolto alle madri ma si adattava bene anche ai padri e, a riguardarlo bene (noi creature facili alla suggestione usiamo reiterare infinte volte le nostre debolezze), a chiunque sia sensibile all’annoso tema dell’ineluttabile trascorrere del tempo. S’intitolava Le notti sono lunghe ma gli anni sono brevi e mostrava la nota odissea dei genitori durante la prima infanzia dei figli. “Le notti sono lunghe quando il tuo bambino piange senza sosta, quando preghi invano che si addormenti, quando è malato e non sai che fare” diceva, mentre scorrevano immagini di piccoli e madri stravolte. Il frugoletto insonne inevitabilmente cresce, come ci mostra il sadico video, ma lo stillicidio prosegue nelle tenebre della sua adolescenza. “Le notti sono lunghe quando ti domandi se hai fatto abbastanza, quando occhi che ridevano adesso si alzano esasperati al cielo alle tue parole, quando è in giro con gli amici, quando parte in macchina per le vacanze”. Non c’è alcuna pietà, secondo il video e il calendario, nonostante l’infinita durata delle notti, gli anni scorrono via veloci e ci troviamo stanchi, provati e anziani. Una beffa agghiacciante raccontata con grazia. Una lampante verità, che non illudetevi, vale anche per tutti voi tronfi childfree che vivete attimi splendidi e atroci, cristallizzati sull’onda d’urto delle emozioni forti delle vostre vite spericolate. Vittime di un diverso ma parimenti feroce destino, ci ritroveremo accanto un giorno, sulla stessa panchina dei giardini, a disquisire di rimpianti, languori e nostalgie. È proprio così che funziona? No c’è alcun modo di allungare tutto, più bello e meno brutto, di dilatare i nostri giorni affinché, quando ci guarderemo indietro, non ci parranno attimi ma pienezza, appagamento e, se saremo molto fortunati, persino significato? Me lo domando spesso, non solo quando inciampo in epifanie melense e insidiose online ma anche quando studio gli uomini preistorici con mio figlio piccolo e ci ritroviamo a ridere insieme di un dettaglio buffo. Me lo chiedo quando siamo tutti assieme in macchina, nella preziosa e sempre più rara intimità di un abitacolo, e le parole si mischiano e ognuno regala agli altri un pezzo di sé. Mi interrogo quando lavoro e mi accorgo che è proprio lì che voglio essere. Mi fermo quando sono felice e cerco la formula magica per trasformare tutto questo in densità duratura, e non in lampi effimeri di cui perderò memoria. Mia cugina ogni venerdì sera riunisce intorno al tavolo la sua famiglia e ognuno deve dire quel che è stato il momento più bello della settimana. Un giorno, ospiti a casa loro, lo abbiamo fatto anche noi. Ed è stato un modo per fermare la vita e rifletterci su. Mi è piaciuto proprio perché è un antidoto alla brevità degli anni. La mia maestra di yoga dice che uno dei maggiori insegnamenti della pratica è stato per lei la capacità di vivere il momento, senza lasciarsi distrarre dalle interferenze. “Se mi lavo i denti, mi concentro solo su quello senza pensare a nient’altro” dice. Anche questo mi pare un buonmodo per salvarsi dal rischio di voltarsi e vedere solo un miscuglio indistinto d notti da incubo e di gioie caduche. E da oggi, proverò a evitare i vdeo furbi e a guardare di più lo spettacolo qui fuori, per darlo durare più a lungo possibile.
Claudia de Lillo – Donna di La Repubblica – 2 giugno 2018 -

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