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lunedì 11 giugno 2018

Lo Sapevate Che: I ricordi affidati a un potentissimo cervello remoto...


Ma è proprio vero che l’uomo digitale sta perdendo la memoria? La risposta è no. La sta semplicemente delocalizzando, il ricordo non è più una proprietà della nostra mente, un gioco di sinapsi individuali, ma si trasferisce su supporti tecnologici. Di questo tema, che ci tocca tutti, si parla da ieri a Mirandola al Festival della memoria, che si concluderà domenica sera, con la proiezione in piazza di un film culto come la corrazzata Potemkin. La manifestazione è organizzata dal Consorzio per il Festival della memoria, insieme alla Giulio Einaudi Editore, e non a caso è stata pensata nella città che ha dato i natali a Pico, il grande umanista dalla memoria proverbiale. Gli ospiti sono tanti, fra gli altri Dori Ghezzi, Francesco Merlo, Massimo Cacciari, Luciana Littizzetto, Remo Bodei, Gustavo Zabrebelsky, Oscar Farinetti, Elisabetta Moro, Diego de Silva, Donatella Di Pietrantonio, Niola Piovani, insieme a Milena Vukotic e a Isa Barzizza, compagna di Totò sullo schermo e nella vita. Dall’intreccio di queste voci prenderanno forma cammini che legano il passato e il futuro della memoria. Per aiutarci a capire come ricordavamo prima e come ricordiamo adesso che disponiamo di strumenti capaci di memorizzare al nostro posto. Nell’era della conoscenza on demand ci portiamo un’intera biblioteca di Alessandra nello smartphone. E archivi remoti, database, sim, hard disk, cloud hanno potenzialità a virtualità impensabili per una sola mente. Fosse anche quella prodigiosa di Pico della Mirandola. In fondo Google, Bing, Baidu, Wikipedia, Instagram, Napster e You/Tube sono diventati il cervello dell’umanità a venire. E non è detto che sia un male.
Marino Niola – Miti d’Oggi – Il Venerdì di La Repubblica – 8 giugno – 2018 -

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