I
primi significativi esempi di ponti sospesi si ebbero a partire dal XIX secolo,
con gli Stati Uniti nel ruolo di pionieri. Nel 1883 venne realizzato il Ponte
di Brooklyn, prima grande struttura in acciaio e al momento della sua
inaugurazione il ponte sospeso più lungo al mondo. Primato che gli USA
conservarono per lungo tempo con i successivi Golden Gate Bridge (1937)
e il Ponte di Verrazzano (1964), scalzati nel 1981
dall'inglese Humber Bridge.
I collegamenti interni tra le principali isole dell'arcipelago nipponico
rappresentarono una priorità nei governi degli anni del boom economico
(1953-1972). Nel caso dello stretto di Akashi, che divide l'isola
di Honshū (la più grande del Giappone, che comprende la capitale Tokyo)
dall'isola di Awaji (formata da piccoli villaggi di pescatori), si profilò una
vera e propria emergenza dopo il tragico incidente dell'11 maggio 1955: la
collisione di due traghetti, per via della fitta nebbia, provocò la morte di
168 persone, tra cui decine di bambini in gita scolastica.
L'episodio indignò l'opinione pubblica che richiese a gran voce la costruzione
di un ponte. Un obiettivo impossibile per la tecnologia di allora, che richiese
circa trent'anni di ricerche per arrivare a un'opera fattibile. Verso la fine
degli anni Ottanta le premesse c'erano tutte per passare dalla teoria alla
pratica ma restavano forti ostacoli legati alle caratteristiche climatiche e
geologiche dell'area. Oltre ad essere denominato la "cintura dei
tifoni", con venti che raggiungono i 290 km/h, lo stretto di Akashi è ad
alto rischio sismico.
Come se non bastasse, l'intenso traffico marittimo (circa mille navi al giorno)
imponeva una soluzione che non limitasse lo spazio di navigazione. Per gli
ingegneri del Sol levante si presentava una sfida senza precedenti nella storia
delle costruzioni: tenere in piedi una struttura lunga circa 4 km e
realizzarla nella maniera più resistente e leggera possibile. Il vero banco di
prova venne superato con la realizzazione delle fondamenta, resa complicata dal
fondale profondo e instabile del tratto marino.
L'ostacolo fu aggirato posizionando sul fondale due anelli d'acciaio, destinati
a fare da base ai cilindri che dovevano reggere il ponte. L'operazione
spettacolare, seguita con il fiato sospeso dai progettisti, andò secondo i
piani, partendo da un ristrettissimo margine d'errore di 2 centimetri.
Dopo dieci anni di lavori, che impegnarono 2 milioni di operai, il
Ponte di Akashi Kaikyō venne inaugurato ufficialmente il 5 aprile del 1998.
In quel frangente, si accertò il raggiungimento di tre primati mondiali nella
storia dei ponti sospesi: il più lungo con 3.911 metri di lunghezza; il più
alto grazie ai 280 m di altezza; il più costoso per via dei 4,3 miliardi di
dollari investiti nella sua realizzazione. Vanto dell'ingegneria giapponese,
con le sue sei corsie stradali (tre per ogni senso di marcia) rappresenta oggi
una cruciale via di comunicazione con il centro economico del Paese, favorendo
nello stesso tempo l'economia turistica dell'isola di Awaji.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/510002
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