Biografia
Ultimo di quattro fratelli, frequentò la scuola a Holzminden e studiò chimica all'Università di Gottinga. Dopo aver ottenuto il dottorato all'età di 19 anni[1] viaggiò dal 1830 al 1833 attraverso l'Europa occidentale. Durante questo periodo conobbe Runge, lo scopritore dell'anilina, Justus von Liebig a Gießen e Mitscherlich a Bonn. Al suo ritorno in Germania Bunsen
divenne professore a Gottinga, dove iniziò i suoi studi sperimentali sulla solubilità dei sali dell'acido arsenioso.
Per molto tempo l'ossido ferrico idrato è stato usato come antidoto per l'avvelenamento
da arsenico proprio in virtù delle
ricerche di Bunsen. Nel 1836 Bunsen prese il posto di Friedrich Wöhler a Kassel. Dopo aver insegnato per due anni accettò l'offerta
dell'università di Marburgo dove studiò i derivati del cacodile. Il proprio lavoro gli portò rapidamente fama e
onori, ma rischiò di morire per avvelenamento da arsenico. Perse inoltre la
vista da un occhio in seguito ad un'esplosione che proiettò un frammento di
vetro nell'occhio.[2] Nel 1841 Bunsen creò un elettrodo di carbonio da usare al posto del costoso elettrodo di platino nella pila di Grove. Nel 1852 Bunsen succedette a Leopold Gmelin all'Università di Heidelberg
Utilizzando l'acido nitrico riuscì a preparare
numerosi elementi puri
tra cui cromo, magnesio, alluminio, manganese, sodio, bario, calcio e litio attraverso
l'elettrolisi. Nello
stesso anno iniziò una lunga collaborazione con Sir Henry Roscoe con lo scopo di studiare la
formazione di acido
cloridrico a partire da idrogeno e cloro.
Nel 1859 interruppe
la collaborazione con Roscoe e si unì a Gustav Kirchhoff nello studio della spettroscopia di
emissione degli elementi. Insieme al suo assistente di laboratorio Peter Desaga
perfezionò il bruciatore a gas da laboratorio che oggi porta il suo nome (becco
Bunsen), e che era inventato originariamente dal chimico e fisico britannico Michael
Faraday. Lo sviluppo del becco Bunsen fu di estrema importanza nelle
applicazioni spettroscopiche.
Nel 1877 fu
il primo scienziato (assieme a Kirchhoff) ad essere insignito della Medaglia
Davy. Si ritirò all'età di settantotto anni dedicandosi alla geologia (che
fu per lungo tempo un suo hobby). All'età di 88 anni Robert Bunsen morì a
Heidelberg.
https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Wilhelm_Bunsen
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