In pieno boom economico, l'Italia aveva iniziato
dalla fine degli anni Cinquanta un'ampia serie di interventi infrastrutturali,
atti a potenziare la rete di collegamenti tra Nord e Sud e con il centro
Europa. In particolare, si puntò a migliorare le vie di comunicazione con la
Svizzera, fino a quel momento concentrate per lo più sulle gallerie ferroviarie
del San Gottardo e del Sempione, inaugurate rispettivamente nel 1882 e nel
1906.
I governi delle due nazioni confinanti
raggiunsero un accordo per aprire un passaggio nel versante valdostano delle
Alpi, nello specifico attraverso il valico del Gran San Bernardo. Il progetto
prevedeva la realizzazione di un tunnel autostradale lungo 5.798 metri, che
metteva in collegamento i comuni di Saint-Rhémy-en-Bosses (distante
20 chilometri da Aosta) e di Bourg-Saint-Pierre, nella Svizzera
vallese.
I lavori, affidati all'ingegnere
piemontese Giorgio Dardanelli (figura storica dell'urbanistica
di quegli anni), partirono nel 1958 e furono portati a termine sei anni dopo.
Nel corso degli stessi rimase impresso nella memoria l'incontro tra le due
squadre di minatori impegnate nell'opera: il 5 aprile del 1963, caduta l'ultima
parete di roccia, italiani e svizzeri s'incontrarono a metà strada, nel cuore
della montagna.
Esattamente un anno dopo, la mattina di giovedì
19 marzo, il tunnel del Gran San Bernardo fu inaugurato alla presenza delle
massime autorità italiane ed elvetiche. Si trattava del primo traforo
stradale alpino (il secondo fu il Traforo del Monte Bianco, completato
nel 1965), rivestito da uno spesso strato di cemento armato e strutturato in
un'unica carreggiata, con due corsie di marcia a doppio senso. I veicoli che vi
transitavano erano tenuti al pagamento di un pedaggio, calcolato in base alle
diverse tipologie.
Nei decenni successivi emersero diverse
criticità in merito all'affidabilità dei trafori alpini, in generale e solo
dopo la tragedia dell'incendio scoppiato nel 1999 all'interno della galleria
del Monte Bianco (che causò la morte di 39 persone), si adottarono misure
di sicurezza più stringenti, avviando la realizzazione di una
"galleria di servizio e sicurezza" e garantendo un migliore
addestramento del personale di soccorso.
Rimasta negli anni una cruciale via di
comunicazione con l'Europa, il traforo del Gran San Bernardo festeggiò, il 25
giugno del 2010, uno storico traguardo: il transito del 25.000.000°
utente, premiato con il pedaggio gratuito e un cesto di prodotti tipici
delle due sponde alpine, insieme con il 24.999.999° e il 25.000.001°. In
quell'occasione si fece un bilancio complessivo di 46 anni di attività,
evidenziando che in quest'arco di tempo avevano imboccato il tunnel oltre 22
milioni di auto e più di 2 milioni di camion.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/294001
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