“Strappare manifesti dai muri è la
sola compensazione, l'unico modo di protestare contro una società che ha
perduto il gusto del cambiamento.”
Il
dopoguerra è stato un momento di cambiamento su molti fronti è
quello artistico non fa eccezione. La necessità di un nuovo orizzonte e la
volontà di sovvertire le prospettive dell’uomo comune
diventano i propulsori degli artisti che iniziano a cercare stimoli inediti e
percorsi ancora inesplorati per superare il dolore e il trauma
del conflitto mondiale. In questo clima di fermento creativo, uno dei
protagonisti in Italia e nel mondo è Mimmo Rotella, esponente della Pop
Art e del movimento Nouveau Réalisme.
Mimmo Rotella: le origini e i primi
anni
Mimmo
Rotella nasce
a Catanzaro nel 1918 all’interno di una famiglia di estrazione medio borghese.
Nel 1943 termina due anni di servizio presso l’esercito e nel biennio
successivo si dedica all’insegnamento artistico nella sua città natale fino al
1945, quando si trasferisce a Roma. L’approdo in una realtà
più internazionale lo mette in contatto con il primo rilevante
movimento artistico del suo percorso: il Gruppo Forma 1, manipolo
di avanguardisti focalizzati sulla forma dei soggetti e
sull’eliminazione del simbolismo dalla loro visione artistica.
Le collaborazioni di questo periodo gli permettono di ampliare la propria fama
e porre le basi del proprio percorso.
La
pittura del primo Mimmo Rotella si basa su olio e tempera ed è guidata da un
intento figurativo.
IL CIRCUITO INTERNAZIONALE E IL DÉCOLLAGE
È
proprio all’inizio degli anni 50 che Mimmo Rotella valica i
confini nazionali inaugurando iniziative ed esposizioni estere: prima al Salon
des Realites di Parigi nel 1950, poi l’anno seguente vola all’Università
di Kansas City con una borsa di studio dove realizza una mostra
personale e un pannello murale, oltre che una performance per l’università
di Harvard.
Il 1953 è un anno cardine per Mimmo Rotella: una crisi artistica lo
colpisce portandolo a comprendere che la pittura non può più soddisfare le
sue esigenze espressive. È con questa nuova consapevolezza che concepisce
il Décollage, una procedura tramite la quale crea nuove opere strappando brandelli
di manifesti dai muri di Roma per poi riaccostarli su tela nel proprio studio.
La tecnica – che attinge dal collage cubista e dal ready-made dadaista
– diventa ben presto apprezzata dalla critica e le numerose esposizioni di
Rotella ne ampliano la nomea di anno in anno. Le composizione frammentate ed
eterogenee ben riflettono lo spirito della collettività e portano avanti quel
concetto di recupero dei materiali in una società ormai
largamente consumistica.
https://www.elledecor.com/it/arte/a38938821/mimmo-rotella-vita-opere-pop-art/
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