È l'incipit del discorso all'umanità che
chiude Il grande dittatore, sublime capolavoro firmato da Charlie
Chaplin che debuttò nelle sale americane il 15 ottobre del 1940. La
storia è quella di un barbiere ebreo che, dopo aver perso la memoria in
un'azione eroica durante la Prima guerra mondiale, si ritrova catapultato in
una nuova fase storica che vede gli ebrei perseguitati dal dittatore di
Tomania, Adenoid Hynkel (anch'esso interpretato da Chaplin).
Impossibile non cogliere in quest'ultimo la caricatura di Hitler, così come nel
suo fido alleato Bonito Napoloni, è facile individuare un riferimento a
Mussolini. Ciò che emerge è la maniera poetica e intelligente con cui la
pellicola riesce a rappresentare in forma satirica uno dei momenti più
drammatici della storia.
Premiato da incassi record e con cinque nomination agli Oscar, con esso Chaplin
smise per la prima volta i panni di Charlot, il buffo e maldestro
vagabondo che in oltre cento cortometraggi consegnò un esempio universale ai
comici di ogni epoca. Tra questi c'è Roberto Benigni che, in omaggio al grande
attore inglese, riprese ne "La vita è bella" il numero della divisa
indossato dal protagonista de "Il grande dittatore".
http://www.mondi.it/almanacco/voce/158007
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