Nato a Napoli, figlio illegittimo dell'attore e
commediografo Eduardo Scarpetta e della sarta Luisa De
Filippo, Eduardo crebbe dentro l'ambiente teatrale napoletano e rivelò già
nell'adolescenza straordinarie doti comiche. A 14 anni entrò stabilmente nella
compagnia del fratellastro Vincenzo, dove già lavorava la sorella Titina e
che accolse, tre anni dopo, anche il fratello Peppino.
I tre fratelli, dagli anni Venti, lavorarono
insieme sia nell'ambito del teatro dialettale che in quello più eterogeneo del
varietà e della rivista. Eduardo compose testi di vario tipo, molti dei quali
rimasti inediti: il più antico tra quelli pubblicati, "Farmacia di
turno", risale al 1920.
Dopo il sodalizio artistico con Michele
Galdieri, nel 1931 i tre fratelli realizzarono il loro grande sogno di recitare
insieme in una compagnia tutta loro: il Teatro Umoristico "I De
Filippo". Ebbero un grande successo e il loro nome iniziò a risuonare
in tutti i teatri italiani, dove spopolarono con spettacoli farseschi ispirati
alla commedia dell'arte.
Inoltre, puntava l'attenzione anche sugli
aspetti concreti della realtà contemporanea napoletana, portando in scena le
abitudini, gli stenti e le illusioni quotidiane della "piccola
borghesia". Nel tentativo di elevare il teatro napoletano a una dimensione
nazionale, guardò con ammirazione alla grande eredità di Luigi
Pirandello che incontrò nel 1933 e insieme al quale scrisse la
commedia L'abito nuovo.
Il piglio autoritario e carismatico lo portò a
scontrarsi con Peppino fino alla dolorosa separazione nel 1944, dopo cui diede
vita a una nuova compagnia teatrale, "Il Teatro di Eduardo". Rilevato
e riportato a nuova vita il Teatro San Ferdinando di Napoli,
ne fece un laboratorio all'avanguardia e da qui rilanciò il teatro dialettale
elevandolo a forma d'arte e attribuendo al napoletano la dignità di lingua
ufficiale. Tra le opere più significative di questo periodo "Napoli
milionaria!", "Questi fantasmi!" e "Filumena
Marturano".
Il suo successo crebbe anche grazie al cinema e
alla televisione, per la quale reinterpretò tutte le commedie. Divenne un'icona
dell'arte della recitazione, con il suo volto, la voce e la proverbiale gestualità.
Con la popolarità s'intensificarono anche gli impegni nel sociale. Tra l’altro,
si batté per i minori rinchiusi negli istituti di pena e per la creazione a
Napoli di un teatro stabile.
Ottenne moltissimi riconoscimenti ufficiali tra
cui la nomina a "Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica
Italiana", il "Premio Feltrinelli" dell'Accademia dei Lincei di
Roma, il "Premio Pirandello", due lauree honoris causa alle
Università di Birmingham e Roma e la nomina di senatore a vita nel
1981.
Morì nel 1984 a Roma. La camera ardente venne
allestita al Senato e, dopo il commosso saluto di oltre trentamila persone, fu
sepolto al cimitero del Verano.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/865001
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