Nato a Rimini e morto a Roma nel 1993, dimostrò
il suo sconfinato estro inizialmente come vignettista del quindicinale Marc'Aurelio,
la principale rivista satirica italiana, e poi come autore alla radio. Il
battesimo con il set avvenne come sceneggiatore, dapprima di diversi film di
Aldo Fabrizi, successivamente di due manifesti del neorealismo, "Roma
città aperta" e "Paisà" (per i quali ebbe due nomination
all'Oscar), firmati da Roberto Rossellini.
Dopo il debutto alla regia con Luci del varietà (1950), impose
la sua poetica visione del cinema, proiettando la cara realtà di provincia in
un universo onirico e indefinito. Da "I vitelloni" (Nastro d'argento
come "miglior regista") del 1953 ad Amarcord (premio
Oscar come "miglior film") del 1973, passando per la La dolce
vita e 8½, suo capolavoro assoluto.
Oltre a cinque premi Oscar (l'ultimo alla carriera nel 1993, poco prima di
morire), conquistò la Palma d'oro al Festival di Cannes e nel 1985 il Leone
d'oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/83013
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