Nato a Cagliari, si fece apprezzare all'inizio
come regista di commedie umoristiche, su tutte "Il marito" (1957),
con Alberto Sordi, e "Audace colpo dei soliti ignoti" (1959),
riuscito sequel del celebre film di Monicelli.
Con gli anni Sessanta svoltò per il genere drammatico, sfornando un
insuperabile capolavoro di neorealismo in Le quattro giornate di Napoli,
che gli valse il Nastro d'argento nel 1963 e sfiorò l'Oscar come "miglior
film straniero" e "migliore sceneggiatura".
Il ventennio 70-80 fu il suo periodo d'oro, contrassegnato da pellicole di
inaudita denuncia, come Detenuto in attesa di giudizio (impreziosito
da uno straordinario e insolito Sordi in una parte drammatica), e di crudo
realismo, vedi "Café Express" (con Nino Manfredi) e Mi manda
Picone, che consacrò come attore Giancarlo Giannini e trionfò ai David di
Donatello del 1984.
Scomparso a Fregene nel 1995, Loy fu molto attivo anche in televisione sia
nello sperimentare per primo l'invenzione americana della "candid
camera", sia con numerosi documentari in giro per l'Italia.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/1609001
Nessun commento:
Posta un commento