La realizzazione di quest'opera fu possibile
grazie all'opera di un prezioso mecenate, cioè dell'imprenditore Mariano
Vacca. Quest'ultimo presentò all'amministrazione di allora la richiesta di
concessione dei locali del vecchio Gran Caffè, che affacciavano su Piazza
Trieste e Trento e Piazza Plebiscito.
La sua idea era di realizzare un elegante caffè
concerto, che fungesse da salotto culturale della città, e per questo mise sul
piatto 120mila lire da investire. Dopo una gara pubblica andata deserta,
ottenne in fitto il locale per nove anni e per la sua ristrutturazione incaricò
un allievo del pittore Morelli: l'ingegnere Antonio Curri, docente
di Architettura nella Real Università di Napoli e professore onorario
dell'Istituto di Belle Arti.
Il Curri a sua volta chiamò a raccolta un'equipe
di scultori e pittori, che in sei mesi diedero vita a quella che per decenni
rappresentò l'unica vera galleria d'arte contemporanea del capoluogo campano.
Realizzato in stile liberty, il nuovo locale prese il nome di Gambrinus (dal
nome del leggendario Re delle Fiandre, cui è attribuita l'invenzione della
birra) aggiunta alla vecchia dicitura di "Gran Caffè".
Qui tra un caffè e una birra presero posto le
più illustri personalità della società italiana ed europea. Reali, politici e
diplomatici, accanto a letterati del calibro di Benedetto Croce, Gabriele
D’Annunzio e Oscar Wilde; senza dimenticare la celebre scrittrice e
giornalista Matilde Serao, che in queste stanze prendeva spunto per
i suoi temuti mosconi.
Annoverato tra i più importanti caffè storici
d'Europa, il Gambrinus è tuttora un luogo simbolo della città e una tappa
obbligata per personalità illustri e turisti.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/333001
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