In
questo scenario si rafforza un'area liberale e laica che si coagula nel neonato
Partito Radicale e ha il suo riferimento editoriale nel settimanale Il
Mondo, diretto da Mario Pannunzio. Da quegli ambienti arrivano Arrigo
Benedetti ed Eugenio Scalfari che, con il sostegno
economico dell'imprenditore Adriano Olivetti, decidono di dar vita a un nuovo
soggetto editoriale.
Abbandonata l'ambizione iniziale di farne un quotidiano, il 2 ottobre del 1955
pubblicano il primo numero del settimanale L'Espresso, stabilendo
la redazione a Roma, in via Po (a due passi da Villa Borghese). Ispirato al
francese L'Express (a sua volta modello europeo dello
statunitense "Time"), il periodico si propone di dare voce alla
sinistra liberal-progressista, ospitando sulle proprie pagine culturali
scrittori del calibro di Alberto Moravia.
La linea editoriale che l'accompagnerà negli anni, improntata alle grandi
inchieste e alle campagne di stampo laico, si evince già dal primo numero, in
cui si denuncia la speculazione edilizia nella Capitale e si sceglie di
introdurre l'argomento attraverso un titolo ad effetto (in quel caso
"Capitale corrotta = Nazione infetta"), che resterà un aspetto
identitario del settimanale.
A partire dal 1974 "L’Espresso" adotterà il definitivo formato
tabloid (con il nome della testata in bianco su sfondo rosso) e due anni dopo
favorirà la nascita del quotidiano la Repubblica, insieme al quale
costituirà un importante gruppo editoriale presieduto dall'imprenditore Carlo
De Benedetti. Dal 21 dicembre 2022 a dirigere il settimanale è Alessandro Mauro
Rossi.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/1537005
Nessun commento:
Posta un commento