“Il calcio
rimarrà sempre uno sport per undici persone.” Valentino
Mazzola
La leggenda di un capitano
Leggendario capitano e interno sinistro
del grande Torino e della nazionale, padre di Sandro e Ferruccio, è stato un grandissimo campione
degli anni romantici del calcio. Quando si parla di storia passata del calcio,
il suo nome, insieme a quelli di Meazza, Piola, Rivera e Riva,
viene identificato tra i più grandi calciatori italiani di sempre.
Valentino Mazzola nasce a Cassano d'Adda
(MI) il 26 gennaio 1919, mezz'ala sinistra, passato dall'Alfa Romeo di Milano al Venezia nella stagione 1942-43,
trova subito una formidabile intesa con Ezio Loik. Mazzola è dotato di grande
classe e temperamento e che con il compagno di fascia destra Loik formerà una
coppia destinata a fare epoca.
Il talento di Mazzola non può certo
sfuggire a Vittorio Pozzo, commissario tecnico azzurro. Esordisce così in
nazionale a Genova il 5 aprile 1942, durante il Secondo conflitto mondiale:
l'Italia batte la Croazia per 4-0: nessun gol per Valentino, ma il
riconoscimento di un esordio vincente e positivo.
Il primo gol azzurro arriva il 19 aprile
1942 nella partita Italia-Spagna, 4-0. Dopo la guerra, durante Italia-Svizzera
(4-4) a Zurigo, l'11 novembre 1945, Mazzola ispira le azioni di tutti i gol
azzurri.
Va ancora in gol nella partita del
giorno 1 dicembre 1946 a Milano contro l'Austria (vittoria per 3 a 2). A Vienna
il 9 novembre 1947 Mazzola conosce la sua prima batosta azzurra: 1-5,
materializzato dalle reti dei mediani Brinek (3 volte) e Ocwirk (che poi si
sarebbe trasferito in Italia con la maglia della Sampdoria).
Della sua voglia di rivalsa ne fa le
spese la Cecoslovacchia di Kubala a Bari il 14 dicembre 1947: è la prima volta
da capitano per Valentino Mazzola; la partita finisce 3-1. Stesso risultato a
Parigi il 4 aprile, nel primo incontro del 1948: la Francia di Baratte si
arrende alla superiorità italiana, in particolare del gioco sviluppato
dal tandem dei due interni granata, ormai famoso e temuto in tutto il mondo.
Le vittorie del grande Torino e le
affermazioni in azzurro del blocco granata - che l'11 maggio 1947 arriva a
schierare ben 10 giocatori del Torino su 11 nella formazione titolare italiana
- gli valgono una popolarità che va ben oltre i confini nazionali e persino
europei, tanto che il campione brasiliano Jose Altafini (che si trasferirà poi
in Italia per giocare con Milan, Napoli e Juventus) in patria viene
soprannominato proprio 'Mazzola'.
L'ultimo incontro di Mazzola con la
nazionale è contro la Spagna, a Madrid. L'Italia vince per 3-1 e per la seconda
volta Valentino non fa coppia con Loik: nell'occasione il suo partner è Benito
Lorenzi, detto "Veleno". Il bilancio di Mazzola in azzurro conta 12
incontri, 9 vittorie, un pareggio e 2 sconfitte, e quattro gol.
Con l'indimenticabile Grande Torino, Mazzola vince tutti i campionati dalla stagione
1942-43, alla stagione 1948-49 (escludendo la sospensione del 1944),
raggiungendo il record di 29 gol in 38 partite nel 1947.
Insieme a tutti gli indimenticabili campioni
granata, Valentino Mazzola muore nell'incidente
aereo di Superga, che riportava la squadra dalla
trasferta di una partita amichevole (disputata a Lisbona contro il Benfica),
nel tragico pomeriggio del 4 maggio 1949. Lo sgomento e il dolore quel giorno
erano sentimenti comuni di tutti gli italiani, non solo dei tifosi del Torino
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