“La felicità
è vivere e io sono per la vita.” Giorgio Albertazzi
Interpretazioni intense
Giorgio Albertazzi nasce a San Martino a Mensola, una frazione di Fiesole, in provincia
di Firenze, il 20 agosto del 1923. Attore italiano di indiscussa bravura,
considerato un maestro del teatro nazionale, è stato anche importante regista,
drammaturgo e poeta italiano.
A dire dello stesso istrione, la sua nascita
sarebbe stata segnata da qualche vaga incertezza circa il luogo. Più che a San
Martino, dov'è stato registrato, Albertazzi sostiene di essere venuto al mondo
in Borgo San Jacopo, per poi ricevere il battesimo in tutta fretta al dipresso
Battistero ed esser trasportato, infine, a San Martino di Fiesole. Ad ogni
modo, il piccolo Giorgio discende dalla borghesia di campagna: figlio di un
ferroviere addetto alle deviazioni dei binari delle Ferrovie dello Stato, fino
all'età di diciotto anni trascorre tutta la sua esistenza in campagna.
Gli anni '40
Nel 1943 è chiamato alle armi
nella Repubblica
di Salò e si arruola, nemmeno ventenne,
con il grado di tenente. Dopo due anni, nell'inverno del 1945 e a guerra ormai
conclusa, fonda ad Ancona insieme con Titta Foti il primo teatro anarchico
italiano. Secondo lo stesso Giorgio Albertazzi, si sarebbero rappresentate
opere fino a quel tempo mai viste in Italia, di autori come Pietro Gori,
Andrejeff e altri, oltre a parecchio materiale autografo appartenente ai membri
del teatro. Quello stesso anno però, poco più tardi, il futuro protagonista di
molti sceneggiati televisivi viene arrestato per collaborazionismo ed è
costretto a trascorrere due anni in carcere. Qui, a suo dire, legge Marx ed Engels.
Nel 1947, a seguito della cosiddetta
"amnistia Togliatti", Giorgio Albertazzi viene
liberato. Da quel momento può riprendere gli studi di architettura, conseguendo
di lì a poco la laurea. Ma, soprattutto, può investire tutto quanto dispone,
ossia il suo talento e la sua passione, nell'arte della recitazione, partendo
dal neonato contesto dei fotoromanzi, forte anche del suo gradevole aspetto.
La carriera teatrale
Il debutto su un palcoscenico importante
si ha nel 1949, nell'opera "Troilo e Cressida" di Shakespeare, con la regia di Luchino Visconti. La rappresentazione rientra nel cosiddetto Maggio
Musicale Fiorentino e promuove il talento del giovane attore toscano.
Al cinema e in tv
Due anni dopo, Giorgio Albertazzi è al
cinema, con il film "Articolo 519 Codice Penale" di Leonardo Cortese.
L'anno dopo recita sia nel "Don Camillo" di Julien Duvivier che ne
"Il Mercante di Venezia" di Pierre Billon e Giorgio Capitani. Ma la
fama nazionale arriva grazie alla radio e alla televisione, due mezzi mediatici
che proprio in questi anni e con l'avvento del boom economico, cominciano ad
entrare con prepotenza nelle case degli italiani, mutandone definitivamente i
costumi e la cultura.
Albertazzi diventa il protagonista di
sceneggiati ormai leggendari della Rai, come l'appassionante "Delitto e
castigo", tratto dal romanzo di Fedor
Dostoevskij, e in cui recita al fianco di Diana Torrieri e Bianca
Toccafondi, con la regia di Franco Enriquez. Questa "prosa
televisiva", come viene chiamata, va in onda per la prima volta venerdì 12
marzo, nel 1954, e durante i lavori, Albertazzi si lega all'attrice Bianca
Toccafondi. Ma già nel 1956 l'attore sceglie la sua storica compagna, Anna
Proclemer. In quello stesso anno, l'attore toscano interpreta parti importanti
in altre prose tv, come "Gli spettri" di Henrik Ibsen, per la regia di Marco Ferrero, e nel "Lorenzaccio"
di Alfred De Musset.
Gli anni '60
Fino al 1961, anno in cui figura nel
cast del film "Morte di un bandito", ormai un cult, l'attore toscano
figura praticamente in tutti gli sceneggiati di successo prodotti dalla
televisione pubblica, come il "Re Lear" di Shakespeare, "L'idiota" di Dostoevskij, "Lo zio Vania" di Cechov e molti altri.
A volte, come nel "Piccolo mondo antico", del 1957, Giorgio Albertazzi è voce
fuoricampo, sfruttando le sue abilità di grande narratore, oltre che la sua
voce calda e appassionante.
Di notevole importanza poi è lo
sceneggiato di tre puntate che va in onda nel dicembre del 1965 in cui Giorgio
Albertazzi figura accanto al fiore degli attori nazionali, come Luigi
Vannucchi, Lia Angeleri, Mario Bardella, Ileana Ghione, Davide Montemurri,
Mario Feliciani, Claudio Gora, Renzo Palmer, Andrea Checchi, Renzo Montagnani e
la giovanissima Loretta Goggi. L'opera è "Vita di Dante", adattata da
Giorgio Prosperi, con la regia di Vittorio Cottafavi.
Nel biennio 1969-1970, l'istrione
fiorentino si affaccia nel mondo della regia curando due lavori, uno per la
televisione, un altro per il cinema. Nel 1969 infatti gira e interpreta Jekyll,
tratto dalla famigerata storia "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", di Robert
Louis Stevenson. L'anno dopo invece porta a compimento
il film "Gradiva", dove recita al fianco della giovane e bella Laura Antonelli. Tuttavia, a differenza dello sceneggiato televisivo,
che si rivela un vero successo, il film ha non pochi problemi con la produzione
ed esce solo in alcune sale, per poi venire definitivamente ritirato dal
mercato.
Gli anni '70 e successivi
L'attore torna con stile in televisione
e nel 1974 prende parte alla serie televisiva di successo "Philo
Vance", indossando i panni dell'investigatore creato da S.S. Van Dine.
Quello stesso anno è al cinema, con "La nottata", di Tonino Cervi.
Da questo momento in poi, si dedica
quasi esclusivamente al teatro, pur con qualche prezioso cameo al cinema. In
televisione torna solo nel 1989, con una sua opera, la quale si intitola
"Gli angeli del potere".
Nel 1994 fonda e dirige, insieme
all'Associazione Progetto Città, il Laboratorio Arti Sceniche Città di Volterra,
che plasma decine di attori, formandone anche di ottimi. Proprio con questa
officina teatrale, cinque anni dopo, nel 1999, porta in scena lo scrittore
argentino Borges, in un'opera che si intitola "Tango con gli
allievi". Intanto nel 1996, si affaccia in politica, candidandosi in
Parlamento tra le fila del centrodestra e ottenendo solo il 31 % delle
preferenze, numero insufficiente per andare alla Camera. Lo batte il leghista
Carlo Frigerio. Si rifà però, alla sua maniera, nel 1997, con "Verba
Tango", spettacolo di musica e poesia in cui figura con la cantante Giuni Russo.
Gli ultimi anni
Nel 2003 gli viene affidata la direzione
del Teatro di Roma. Mentre l'anno dopo viene omaggiato con il Premio Gassman alla
carriera. Sempre nel 2004 Giorgio Albertazzi lavora con Dario Fo ad
una serie di spettacoli-lezioni sulla storia del teatro in Italia e che Rai2
trasmette dopo qualche tempo.
Il 10 febbraio del 2006 mette la firma
anche alla Cerimonia di Apertura dei Giochi
Olimpici invernali di Torino, interpretando
il Canto di Ulisse (di Dante Alighieri).
L'anno dopo invece, esattamente il 12 dicembre del 2007, sposa a Roma la
fiorentina Pia De' Tolomei, più giovane di lui di ben 36 anni.
Nel 2009, anche per manifestare la
propria vicinanza al popolo aquilano colpito dal terremoto, registra una
lettura per Rai 2, tratta dalla Divina Commedia e ambientata fra le rovine del centro storico di
L'Aquila.
Giorgio Albertazzi si spegne a Roma il 28 maggio 2016 all'età di 92
anni.
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