L'amore per la stampa e per la verità
Joseph Pulitzer fu il creatore di un
nuova concezione della professione di giornalista, concezione i cui modi per
certi aspetti dell'epoca furono considerati controversi. A lui si deve la
fondazione del noto riconoscimento all'eccellenza giornalistica che ogni anno,
a partire dal 1917, viene assegnato dalla "Columbia University" di
New York a giornalisti e scrittori americani.
Joseph Pulitzer nasce a Makó, cittadina vicino a Csongrad
(Ungheria) il 10 aprile 1847. E' figlio di un ricco mercante ebreo; la madre,
di origine tedesca, è di religione cattolica. Joseph riceve un'ottima
educazione e acquisisce dai genitori l'amore per la lettura e le lingue
straniere. Nel 1864 emigra negli Stati Uniti. Si arruola nell'esercito federale
e quando ottiene la cittadinanza statunitense nel 1867 lascia le armi per
intraprendere la professione di giornalista. La sua carriera inizia nel 1868 a
Saint Louis (nel Missouri), dove, giovanissimo, lavora come reporter per il
"Westliche Post", giornale in lingua tedesca, di cui acquisterà parte
della proprietà nel 1871.
In questi anni a Saint Louis allaccia i
primi contatti con la politica, che sarà il suo principale campo di interesse
per il resto della vita. Nel 1869 si candida alla legislatura di stato: è
vincitore al fianco del Partito Repubblicano. Questo è il primo passo ufficiale
della sua lotta alla corruzione pubblica e privata, nel perseguimento della
quale molti gli accreditano, peraltro, mezzi poco ortodossi come le minacce
armate. Nonostante l'impegno politico Joseph Pulitzer non
abbandona il lavoro tanto amato.
Pulitzer si fa sempre più portavoce dei
cittadini e della democrazia svelando la fitta trama di corruzione politica
insita nel governo. E' sostenitore dei lavoratori e osteggia il monopolio e i
consorzi, battendosi per rendere la professione del giornalista "un
modo onesto per guadagnarsi da vivere".
A soli trentuno anni si ritrova ad
essere padrone di una piccola fortuna: dopo aver conseguito la laurea in legge,
nel 1878 investe soldi e impegno per fondere a Saint Louis i quotidiani
"Evening Post" e "St. Louis Evening Dispatch": nasce così
il "St. Louis Post-Dispatch". L'operazione si rivelerà un successo.
L'ambizioso editore-giornalista aspira ad un pubblico ancora più vasto e non si
ferma alla "periferia". Cinque anni più tardi, nel 1883, si
trasferisce a New York e rileva dal finanziere Jay Gould il
"New York World", portandolo ad alti livelli di popolarità e
diffusione. Il "World" era considerato un "pesce piccolo"
tra i tanti giornali che popolavano la metropoli, ma Pulitzer riesce a
trasformare il quotidiano in qualità e stile: in breve diventerà una delle più
grandi e influenti testate del suo tempo, promotrice di un'informazione libera
da ogni interesse politico o aziendale e aggressiva nel perseguire la verità
dei fatti.
Nel 1903 dona alla Columbia University
un milione di dollari per la costituzione di una scuola di giornalismo.
Joseph Pulitzer muore a Charleston (Carolina del Sud) il 29
ottobre 1911.
Grazie alle ultime volontà presenti nel
testamento, dopo la sua morte viene fondata la "Columbia University School
of Journalism" e costituito il celebre premio a lui intitolato. Il suo
lascito, pari a 20 milioni di dollari, dà origine a 12 premi che vengono
assegnati ogni anno, a partire dal 1917, per altrettante categorie (che
comprendono anche "disegno umoristico" e "fotografia").
Prima della morte Joseph
Pulitzer delegò la gestione delle premiazioni a un comitato cui
demandò i più ampi poteri. Oggi il comitato è noto come "Pulitzer Prize
Board", ed è composto da editori, giornalisti, professionisti di altri
ambiti e dalle cariche più alte della Columbia University
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