Meteo: 12 OTTOBRE, 527 Anni fa COLOMBO Scoprì l'AMERICA Grazie ad Alcune Condizioni Ben Precise. Ecco Quali
Era il 12 ottobre 1492, quando Cristoforo
Colombo, al comando di tre imbarcazioni spagnole, approdò sulle coste di
un’isoletta dell’arcipelago delle Bahamas, che ribattezzò con il nome
di San Salvador, mettendo la sua firma su uno degli eventi più
significativi della Storia: la scoperta dell’America. Ma ci
furono condizioni ben precise particolarmente favorevoli che
permisero l'impresa del navigatore italiano, scopriamo insieme quali.
Sicuramente l'esploratore genovese era un abile diplomatico,
capace di convincere la regina Isabella di Spagna ad affidargli una missione rischiosa
e costosa, senza avere in cambio nulla di certo. Ciò che ha dato fiducia alla
regina sono state sicuramente le sue eccezionali referenze di esperto
navigatore, nonché di cartografo, ma ciò che la regina forse ignorava
erano le sue eccellenti conoscenze nel campo della meteorologia!
Se, come spesso viene rappresentato, egli avesse solamente
arrotolato una carta geografica di allora e mostrato la via più breve per
raggiungere le Indie, ovvero navigando verso ovest, non sarebbe mai
arrivato in America, perché i venti lo avrebbero sospinto verso l’Europa. E
allora, come ha potuto scoprire il Nuovo Mondo? Di sicuro Colombo aveva delle
ottime conoscenze di meteorologia, cosa importante allora in cui si
navigava, come si dice in gergo, “a vista”.
Come molti marinai egli conosceva gli alisei (i venti che
soffiano costanti in direzione ed intensità nei pressi dei Tropici), sapeva
dove soffiavano e anche che lo avrebbero portato a sud della regione che lui
voleva raggiungere. Ma egli conosceva anche i controalisei (i
venti che soffiano in direzione contraria a quella degli alisei) e sapeva che
con essi sarebbe potuto ritornare in Spagna. Il genovese ebbe la
geniale intuizione di iniziare il suo viaggio dirigendosi verso le
Canarie, in modo da prendere gli Alisei favorevoli. Il percorso che lui
programmò non era tuttavia scontato, basta pensarci un attimo:
avere questi venti così favorevoli alle spalle durante il viaggio di andata
generava nei marinai il timore di non poter più tornare indietro.
Colombo scelse per il suo viaggio una traiettoria di navigazione molto
bassa, lontano dalle violente tempeste del Nord Europa, ma al di sopra
dell’area di formazione degli uragani. La scelta della lunga sosta alle Canarie
appare oggi fondamentale dal momento che essa permise di evitare non
solo la zona, ma anche la stagione in cui si formano gli uragani, dal
momento che i cicloni tropicali atlantici raggiungono la massima frequenza
tra agosto e settembre, per poi diminuire considerevolmente a ottobre.
Troppi gli elementi favorevoli per pensare che si sia trattato
solamente di fortuna. È verosimile invece che Colombo, grazie alle sue eccezionali
conoscenze di meteorologia ed alle sue attente letture del “Milione”
di Marco Polo, sapesse già dell’esistenza dei tifoni e del periodo
in cui si manifestavano nel Mar della Cina (che guarda caso coincide con quello
degli uragani atlantici!).
La notte di giovedì 11 ottobre, Colombo
si disse convinto di avere intravisto in lontananza una luce, “como una
candelilla que se levava y se adelantaba” ("come una piccola candela
che si levava e si agitava"). E fu alle due di notte di venerdì 12
ottobre 1492 che Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta,
distinse finalmente la costa: “Terra! Terra!”. Così ebbe inizio quella che poi
gli storici chiameranno Era Moderna. Marco Castelli
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