UOMO DI
INGEGNO E DI TALENTO
INVENTORE, ARTISTA E SCIENZIATO
Leonardo da
Vinci è considerato il più grande
genio della storia, un uomo brillante e poliedrico, d’ingegno e talento universale
scienziato, inventore, artista, ingegnere, anatomista.
E’ stato definito un Genio
Universale avendo
realizzato importanti scoperte ed innovazioni nel più disparati campi, dall’ingegneria meccanica,
alla scienza,
dall’anatomia alla pittura. Genio unico,
fecondo ed universale Leonardo è
considerato una delle menti più ingegnose e prolifiche del Rinascimento.
Oltre alle sue famose opere pittoriche, Leonardo da Vinci ha
lasciato ai posteri una massa enorme di taccuini (ora
chiamati “Codici”)
colmi di appunti e disegni, alcuni peraltro ancora oggi non del tutto
decifrati, in cui si rileva l’affascinante attività dell’uomo di scienza, di
ingegno e di scrittore.
Formatosi a Firenze nel
1500, e quindi nel pieno del Rinascimento
Fiorentino, Leonardo da Vinci ha avuto lo straordinario
merito di affrontare problemi complessi e progetti ambiziosi, rincorrendo, ad
esempio, il sogno di
volare, un desiderio ricorrente nei pensieri dell’uomo sin
dall’epoca più antica.
Nel Museo, dopo anni di
accurati studi e
ricerche, proprio partendo dalla realizzazione delle sue famose macchine e meccanismi,
abbiamo inteso valorizzare ed evidenziare l’unitarietà del pensiero di Leonardo,
che si sintetizza con
la sua visione sostanzialmente meccanicistica del mondo.
Per Leonardo, infatti,
macchine, corpo umano e mondo della natura sono governati dalle stesse ferree
leggi. Questa visione trova espressione in una serie di magistrali
disegni che segnano la nascita della moderna illustrazione scientifica.
UN UOMO
STRAORDINARIO
Parlare di Leonardo da Vinci significa affondare nelle
radici del Rinascimento e
ricostruire il personaggio contestualizzandolo all’alba della rivoluzione
scientifica che trasformerà la visione del mondo moderno.
Leonardo ebbe fortune immediate come
pittore ma nel tempo fu apprezzato per la sua straordinaria personalità. Abile
ed affabile conversatore, descritto dagli storici molto bello, alto, ben
vestito, anche in modo stravagante con abiti che lui stesso si disegnava,
sapeva spaziare in tantissimi generi dell’interesse umano.
Attorno a lui nacquero leggende, ancora oggi
alimentate, che trovano fertili aspirazioni dall’interpretazione dei suoi
disegni.
È impossibile raccontare in poche righe la
ricca e complessa esistenza di questo straordinario uomo, molto è stato scritto
sul suo conto. Preferiamo quindi svelarti alcuni particolari della sua
personalità e del suo grande genio.
Pensiamo ad esempio alla prima opera di Leonardo.
Vasari, storiografo del 1500, racconta
che Leonardo,
dovendo decorare uno scudo di legno su richiesta di suo padre, decise di
rappresentarvi come effige, un mostro alato. Per poterlo fare nella maniera più
realistica possibile, unì diverse parti di animali e insetti morti, quali
lucertole, cavallette, serpenti e grilli senza nemmeno accorgersi del fetore
che essi emanavano, tanta era la passione artistica che lo muoveva.
Il padre, colpito dal realismo dell’opera,
vendette lo scudo per 100 ducati a dei mercanti che, a loro volta, lo
vendettero al Duca di
Milano per trecento ducati.
Fu questa, la prima opera di Leonardo da Vinci di
cui si abbia notizia, opera che rivelò la sua attitudine a combinare
immaginazione e osservazione, dote che lo accompagnò per tutta la sua vita.
Leonardo è un giovane volenteroso e
servizievole e capisce subito che può riscattarsi dalla sua condizione di
figlio illegittimo apprendendo il più possibile a padroneggiare le varie
discipline artistiche: dalla pittura alla scultura, dall’oreficeria
all’architettura così da poter frequentare le più importanti corti italiane
alle quali solo i migliori artisti potevano accedere.
In breve tempo, la sua abilità supera quella
del maestro. Vasari racconta
che Verrocchio,
avendo incaricato il giovane assistente Leonardo, di dipingere uno degli angeli
del Battesimo di
Cristo, rimase stupefatto dalla bellezza del risultato, tanto
da affermare di non voler più prendere in mano un pennello, quasi risentito del
fatto che un ragazzo ne sapesse più di lui.
Quando Leonardo da Vinci lascia la bottega del Verrocchio, Ludovico il Moro lo
chiama a Milano. Lui, curiosamente, si presenta come eccellente cantante e
musico, portando con sé una lira d’oro con l’archetto, da lui costruita, a
forma di testa di cavallo.
Qui inizia un periodo di intenso lavoro, non
solo artistico, ma anche tecnologico e militare, e Leonardo apre una sua
bottega circondandosi di giovani allievi.
Uno in particolare attira la sua attenzione: il
bellissimo ma vivace e turbolento Gian
Giacomo Caprotti detto Salaì, dal termine Saladino che
significa diavolo.
Usato spesso come modello, sembra essere
proprio lui a dare il volto, negli anni seguenti, al San Giovanni Battista.
Tra le varie ed importanti opere commissionate
a Leonardo da Vinci in
questo periodo, risaltano per la loro originalità, gli allestimenti
scenografici delle feste di corte a Palazzo
Sforza.
Una di queste, per il festeggiamento del
matrimonio tra Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Este, è la Festa del Paradiso,
nella quale i sette pianeti allora conosciuti giravano, impersonati da poeti
che lodavano la duchessa Isabella.
Mentre si dedica alla realizzazione del famoso
cavallo, lavora anche ai decori della Sala delle Asse del Castello Sforzesco e
al Cenacolo nel
refettorio di Santa Maria delle Grazie.
Come gesto di riconoscenza per le svariate
opere realizzate per Ludovico
il Moro, riceve in dono da questi una vigna di sedici pertiche
milanesi, circa un ettaro, nella zona di Porta Vercellina.
Gli eventi storici dei primi anni del XVI
secolo, portano Leonardo a passare da una committenza all’altra: dai Medici, signori di
Firenze, ai potenti Borgia di
Roma, fino agli
Amboise, nuovi governatori di Milano.
Amplia le sue conoscenze nel campo
dell’architettura, dell’urbanistica e dell’idraulica, progettando perfino nuove
soluzioni per rendere navigabili i Navigli milanesi.
In questo periodo è accompagnato da Francesco Melzi che
diventerà uno dei suoi allievi più fedeli, restando con lui fino alla sua morte
in Amboise.
Alla morte di Giuliano de Medici,
Leonardo accetta l’invito del Re
di Francia Francesco I, che gli conferisce l’incarico di
progettare la sua nuova residenza reale.
In seguito il Re di Francia offre
a Leonardo una
dimora presso il Castello
di Clos Lucè ed un vitalizio, lo ammirava molto come
artista ma anche come filosofo.
Il 23 aprile 1519, Leonardo convoca il
regio notaio Boreau, per dettargli il testamento. Non lascia nulla al caso. Fa
una descrizione dettagliata dei suoi lasciti e di come si dovranno svolgere le
sue esequie, la scelta della chiesa di Saint Florentin in Amboise e il corteo
funebre che sarà aperto dal rettore e dal priore della chiesa, accompagnati da
60 poveri, ognuno con una torcia in mano, a ciascuno dei quali saranno versati
70 soldi tornesi.
Dopo la cerimonia dovranno essere celebrate tre
messe grandi e trenta basse secondo il rito gregoriano. Ogni chiesa che
celebrerà la funzione riceverà dieci libbre di cera in candele grosse.
Leonardo non bada a spese è il regista
anche del suo funerale, muore
il 2 maggio 1519.
“Leonardo, un uomo che si svegliò
troppo presto dalle tenebre mentre gli altri uomini dormivano ancora”
(Sigmund Freud)
Leonardo Pittore
Leonardo da Vinci, giovanissimo si
dimostra estremamente portato per il disegno e la pittura, e grazie a
questo suo precoce talento, nel 1467 il padre, Ser Piero da Vinci, lo
fa entrare come apprendista nella bottega del suo amico Andrea del Verrocchio a Firenze.
Gli anni passati nella bottega saranno
fondamentali per la formazione di Leonardo,
poiché il Verrocchio oltre
che pittore è anche scultore, intagliatore, orafo, esperto di metallurgia,
conoscitore delle tecniche di impasto dei colori e della preparazione delle
vernici.
Dopo una decina d’anni lascia il Verrocchio e
intraprende la carriera di artista indipendente. Leonardo usa il disegno come
mezzo di espressione e di comunicazione ancor più valido delle parole.
E’ un grande innovatore: approfondisce e sviluppa i precetti della prospettiva, già introdotti da Leon Battista
Alberti suo predecessore.
Sviluppa la teoria della prospettiva aerea,
tenendo conto dello sfocarsi degli oggetti alla distanza e del mutamento dei
loro colori.
La profonda osservazione della
natura, lo porta ad immortalare paesaggi talmente ricchi di dettagli da sembrare fotografati, e gli permette di descrivere
fiori e piante con una precisione degna di un trattato di botanica.
Nei ritratti delle
persone, Leonardo introduce
il concetto del
contrapposto: cioè mostra una diversa torsione del capo e del
busto rispetto all’asse principale, una tecnica rivoluzionaria poiché i ritratti
fino a quel tempo si disegnavano solo di fronte o di profilo.
Anche i suoi studi di anatomia e
delle proporzioni del
corpo umano si rivelano estremamente preziosi quando
dipinge i ritratti che lo renderanno famoso in tutto il mondo.
Disegna, infatti, con scrupolosa
attenzione le singole parti, le mani, le braccia, gli occhi, la bocca: li usa
come mezzi in grado di comunicare i sentimenti all’osservatore.
Introduce il concetto di sfumato,
di chiaroscuro, di velatura che
sono le tecniche che rendono così vivi e veri i suoi dipinti e che verranno
d’ora in poi adottate dai grandi nomi dell’arte come Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.
Leonardo Anatomista
Leonardo da
Vinci ha l’insaziabile desiderio di capire e poi disegnare tutto ciò
che vede, trascorrendo la sua vita ad esplorare ogni cosa, compreso il corpo
umano: “questa macchina
perfetta“.
en più complicato delle sue
macchine fatte di ingranaggi, il corpo lo affascina, vuole capire cosa c’è
dentro, come funziona e cosa succede quando si ferma definitivamente.
Per studiarlo egli seziona
corpi, generalmente di uomini e donne senza famiglia o di giustiziati nei
sotterranei di Santa
Maria Nuova (Ospedale a pochi passi dal Museo, in pieno
centro storico di Firenze, tuttora operativo).
Studia e disegna le loro
ossa, le vene e le arterie, i muscoli ed i tendini, l’occhio ed i nervi.
Leonardo contava
di terminare per l’inverno del 1510 il trattato dell’anatomia umana dal titolo
“De figura umana”, ma purtroppo non ci riuscì.
Nel settembre 1513 lascia Milano alla volta
di Roma,
volendo riprendere le sue ricerche dopo la morte del professore di anatomia
all’università di Pavia, Marcantonio della Torre, che tanto gli aveva
insegnato.
Dovette però sospenderli perché
accusato di “pratiche disdicevoli”. Nel 1516 si trasferì in Francia alla corte
di Re Francesco I dove
morì due anni dopo senza mai ritornare agli studi anatomici.
Tutti i bellissimi e numerosi
disegni anatomici di Leonardo
da Vinci sono di proprietà della Regina d’Inghilterra,
ben conservati al Castello
di Windsor. Questi fogli sono tra i lavori più stupefacenti del
grande Genio, sia a livello artistico che scientifico, in quanto viene
visualizzato attraverso l’uso dell’immagine ciò che prima era soltanto
descritto a parole.
Leonardo da Vinci nasce il 15
aprile ad Anchiano,
un piccolo paese vicino a Firenze,
figlio illegittimo di Notario Ser Piero e Caterina, contadinella o serva di
osteria, donna di umili origini. Leonardo viene accolto nella casa
paterna, borgo di
Vinci.
Cronologia
Anno 1466
Si trasferisce con il padre a Firenze, dove risiede in
una casa di fronte a Palazzo
Vecchio.
Anno 1469
Entra come apprendista nella bottega del Verrocchio,
illustre pittore dell’epoca. Lavora con Botticelli, Perugino, Girlandaio, tutti
artisti di grandissima fama. Tra i tanti discepoli del Verrocchio, Leonardo sarà
l’unico ad ereditare la polivalenza del Maestro.
Anno 1471
Collabora alla realizzazione dell’angelo sulla
sinistra, nel dipinto “Il
Battesimo di Cristo” del Verrocchio.
1472
Leonardo inizia la sua carriera artistica
autonoma, iscrivendosi alla Compagnia
dei Pittori di San Luca.
1481
Lavora alla pala d’altare “Adorazione dei Magi”
presso la Chiesa di San Donato a Scopeto, lavoro che resterà tuttavia
incompiuto.
1482
Viene assunto come “ingegnere di corte”
presso la Signoria di
Ludovico il Moro. Approfondisce gli studi di ingegneria ed
architettura, dipinge ed insegna.
1489
Studia la realizzazione della monumentale “statua equestre“.
Realizza solo il modello in cotto, poi distrutto dai francesi con l’invasione
di Milano nel 1499.
1490
Realizza il ritratto di Cecilia Gallerani, amante
di Ludovico il Moro,
noto come “La Dama con
L’Ermellino“.
1495-1498
Lavora alla pittura dell'”Ultima Cena” con una
tecnica di affresco particolare. L’opera
però nel tempo è destinata a deteriorarsi.
1500
Leonardo ritorna a Firenze dove espone
su cartone la Sant’Anna presso
la Chiesa
dell’Annunziata.
1502
Leonardo entra a servizio di Cesare Borgia con
il titolo di ingegnere militare.
1502-1505
Insieme a Michelangelo decora il Salone del Cinquecento a Palazzo Vecchio: avvia
la pittura murale raffigurante la battaglia
di Anghiari, che però non sarà terminata. Lavora per
realizzare “La Gioconda“.
1506-1516
Leonardo si trasferisce di nuovo a Milano su invito
di Charles d’Amboise,
nuovo governatore di Milano. Li riprende i suoi studi sul volo, si occupa di
fisica, ottica ed ingegneria idraulica. A Pavia riprende i suoi studi di anatomia dissezionando
altri cadaveri.
1513-1516
Si trasferisce a Roma su invito di Giuliano de Medici. Vede
la Cappella Sistina di Michelangelo e
continua gli studi di geometria ed ingegneria idraulica.
1516
Nominato primo pittore, ingegnere ed architetto
reale da Francesco I,
si trasferisce nel Castello
di Cloux ad Amboise.
1519
Muore il 2 maggio a Cloux, l’attuale
castello-museo di Clos
Lucé, lasciando i manoscritti, disegni e strumenti al suo
discepolo ed erede principale Francesco
Melzi. Dei suoi dipinti, misteriosamente, non si fa
menzione.
https://leonardointeractivemuseum.com/leonardo-da-vinci/
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