Nella seconda metà dell'Ottocento s'intensificò
maggiormente l'immigrazione dalla vecchia Europa verso gli Stati Uniti
d'America, soprattutto per l'inizio di quel fenomeno che va sotto il nome
di Corsa all'oro e che trovò nella California il suo
principale teatro. Un destino cui andò incontro la famiglia Strauss, ebrei di
origine bavarese, che con i due figli maggiori gestiva una merceria a New York.
Il terzogenito Loeb, dopo aver cambiato il suo nome nel più familiare Levi,
preferì andare a lavorare nel ranch di uno zio in Kentucky. Qui cominciò a
farsi un'idea dei limiti dell'abbigliamento utilizzato nei lavori manuali, che
decise di portare avanti come occasione imprenditoriale facendosi anch'egli
catturare dai richiami delle miniere d'oro della California. Più che il metallo
prezioso, gli interessavano le esigenze dei minatori, in termini di indumenti
adatti al loro specifico lavoro.
Fu così che nel 1866 fondò la Levi Strauss & Co. e aprì,
in Battery Street, una rivendita di stoffe, abiti e stivali da lavoro (oggi
sede legale della compagnia), cui affiancò l'attività di ambulante presso le
miniere, dove vendeva tra gli altri un particolare indumento, noto più tardi
con il nome di salopette. Per questo e gli altri pantaloni
utilizzava la de Nîmes, pesante stoffa di colore blu che prende
nome da una città di tessitori della Provenza, successivamente ribattezzata "denim".
Un tessuto simile veniva prodotto in Italia e adoperato per i pantaloni dei
marinai genovesi, chiamati per questo "jeans" (da Jeane,
termine inglese che indica la città di Genova). Con quest'ultimo nome iniziò
nel 1870 una produzione in serie di pantaloni da lavoro, affidandosi a una rete
di cucitrici. Presto si rese conto dell'estrema fragilità dei suoi capi, che
cedevano specie all'altezza delle tasche.
Uno di questi modelli finì per caso tra le mani di Jacob Davis, un
sarto di origini lettoni, che si trovò a doverli riparare per un signore di
considerevole stazza. Gli venne l'intuizione di rinforzarli con piccoli rivetti
(giunti di metallo), aggiunti all'attaccatura delle tasche e in altri punti
critici, constatando che in questo modo il pantalone diventava più resistente.
Informò Strauss tramite lettera della sua preziosa modifica, esortandolo a
proteggere l'invenzione con una richiesta di brevetto e promettendogli la metà
dei diritti.
L'altro accettò e il 20 maggio del 1873 si videro riconosciuto il brevetto n°
139.121, assegnato al modello jeans "XX", che presentava la doppia
cucitura sulle tasche (detta "The Arcuate") e l'etichetta
di cuoio sul retro, a destra. Il logo Levi's cominciò ad apparire dal 1886,
quando si passò alla produzione su scala industriale, con l'apertura delle
prime due fabbriche in California. Quattro anni dopo debuttò lo storico modello
501, dove la cifra indicava il numero della partita dei nuovi pantaloni.
Negli anni Venti del XX secolo, il brevetto scadde spianando la strada ad altri
produttori in tessuto denim, che contribuirono ad accrescere la popolarità
dell'indumento. Nei decenni a seguire, la sua comparsa sul grande schermo, e in
seguito nella pubblicità televisiva, lo rese un simbolo delle generazioni
moderne e della moda made in USA ispirata ai cowboy del West, fino a diventare
un capo d'abbigliamento evergreen.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/854001
Nessun commento:
Posta un commento