Nata a Bruxelles, ma con la cittadinanza
britannica, Audrey Kathleen Ruston (Hepburn, cognome della nonna materna, fu
aggiunto in seguito) trascorse l’infanzia tra il Belgio, il Regno Unito e i
Paesi Bassi, spostamenti dovuti al lavoro paterno.
In Olanda, dopo aver vissuto gli anni duri dell’occupazione
nazista, patendo la fame e vivendo stentatamente (esperienza che le fece
maturare più tardi il desiderio di impegnarsi per l'UNICEF), si trasferì prima
ad Amsterdam, poi a Londra, dove continuò a prendere lezioni di danza. Il primo
film arrivò nel 1951, “One Wild Oat”, dopo aver avuto piccole esperienze in
musical teatrali.
Durante le riprese di “Monte Carlo Baby”, dove
Audrey interpretava un piccolo ruolo di attrice, fu notata dalla scrittrice
Colette, che la scelse come protagonista per la versione teatrale del suo
romanzo “Gigi”. La commedia riscosse un discreto successo di critica, ma ciò
che più colpì fu l'interpretazione della Hepburn, per la quale vinse il premio
Theatre World Award per il debutto.
Nel 1952 arrivò la grande occasione: fu scelta
per affiancare Gregory Peck nel film Vacanze romane di William
Wyler. Interpretazione che le valse, nel 1954, l'Oscar come "migliore
attrice protagonista". A proiettarla nel firmamento di Hollywood fu il
successivo ruolo da protagonista in Sabrina di Billy Wilder
(accanto a Humphrey Bogart e William Holden), con cui sfiorò di nuovo l'ambita
statuetta.
Fu candidata all’Oscar per il film “La storia di
una monaca” del 1959 e Colazione da Tiffany del 1961 e, nel 1964,
interpretò Eliza Doolittle, uno dei suoi ruoli più famosi, nel film musicale
“My Fair Lady”. Impegnata a lungo come ambasciatrice dell'UNICEF, per aiutare i
bambini vittime della guerra, si spense il 20 gennaio del 1993, dopo una lunga
battaglia contro il cancro. Nello stesso anno, il figlio Sean fondò l'Audrey
Hepburn Children's Fund per favorire la scolarizzazione nei Paesi
africani.
Tra i numerosi riconoscimenti, oltre alla stella
sulla celebre Hollywood Walk of Fame, poco prima che morisse le fu
assegnato l'Oscar umanitario "Jean Hersholt".
http://www.mondi.it/almanacco/voce/684003
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