Due ragioni portarono Luigi
XIV nel 1661 a decidere l'ampliamento del castello, fatto costruire da
suo padre, Luigi XIII, a 20 km ad ovest di Parigi, nello sconosciuto borgo di
Versailles. Da un lato l'obiettivo di dar vita a un monumento simbolo del
proprio potere, che non avesse confronti con le altre residenze reali europee;
dall'altro la volontà di assicurarsi una residenza decentrata, lontana dai
veleni e dai tumulti della capitale.
I lavori iniziarono alla morte del cardinale
Mazzarino e interessarono inizialmente interventi di restauro del vecchio
castello, cui furono aggiunte due ali, in modo da formare un cortile di marmo.
Nello stesso periodo l'architetto André Le Notre curò la
realizzazione del sontuoso parco di 800 ettari, portato a termine nell'arco di
trent'anni.
La nuova struttura venne utilizzata per feste e occasioni
di svago ma il sovrano si rese conto della sua insufficienza a ospitare tutti
gli ospiti della corte. Di qui la decisione di procedere a un progetto più
ampio di allargamento affidato all'architetto Louis Le Vau. Costui
dal 1668 al 1670 realizzò l'Enveloppe, un secondo edificio che andava ad
abbracciare l'originario castello (migliorato nel suo aspetto), terminando con
un'ampia facciata sul lato del parco.
Negli anni successivi sorsero altre costruzioni
attorno al corpus centrale della reggia, tra cui il Grande Trianon,
utilizzato dal Re per isolarsi dalla corte. All'inizio degli anni Ottanta il
monumentale complesso era in gran parte ultimato e pronto ad ospitare 10mila
persone. Tante infatti seguirono Luigi XIV, quando lo stesso decise di insediare
qui la sua corte. Era il 7 maggio del 1682.
Da questo momento Versailles divenne il centro
politico del regno più potente d'Europa: qui si tenevano il gabinetto con tutti
i ministri e i vertici con gli altri capi di Stato. L'altra faccia, meno
prestigiosa, di questo luogo rappresentava un mondo a parte, lontanissimo dai
problemi della popolazione e dedito al lusso più sfrenato. In esso
aristocratici e cortigiani erano tenuti al rispetto di un'etichetta rigorosa e
di un rituale sacro, al cui vertice c'era la figura di Luigi XIV, venerato come
un dio del Sole.
Con il successore Luigi XV la reggia assunse il
suo aspetto definitivo, arrivando a contare 700 stanze, 2.513 finestre, 67
scale e 483 specchi, questi ultimi concentrati per lo più nella splendida Galleria
degli specchi. Un risultato raggiunto nell'arco di un secolo, attraverso il
lavoro di 36mila operai. Nel corso del tempo trovarono posto qui circa 6mila
quadri e oltre duemila sculture, accanto a opere di ingegneria come la
celebre "chaise volante", letteralmente "sedia
volante", ossia una sorta di poltrona mobile che attraverso nascondigli e
passaggi segreti permetteva alle amanti di Luigi XV di svignarsela senza dare
nell'occhio.
Tra gli eventi storici di maggior rilievo tenuti
a Versailles: il vertice degli Stati Generali prima dello
scoppio della Rivoluzione del 1789; il trattato del 1919 che pose fine alla
Prima guerra mondiale e sancì la nascita della Società delle Nazioni,
antesignana dell'ONU. Trasformata in museo nel 1837, la reggia entrò sotto
l'egida dell'UNESCO nel 1979.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/735002
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