I canti di Jah
Robert Nesta Marley nasce il 6 Febbraio 1945, nel
villaggio di Rodhen Hall, distretto di St.Ann, sulla costa Nord della Giamaica.
E' il frutto della relazione tra Norman Marley, capitano dell'esercito inglese,
e Cedella Booker, giamaicana. "Mio padre era un bianco, mia madre nera, io
sono in mezzo, io sono niente" - era la sua risposta preferita quando gli
domandavano se si sentisse un profeta o un liberatore - "tutto quello che
ho è Jah. Così non parlo per liberare i bianchi o i neri, ma per il
creatore".
Alcuni
critici, tra cui Stephen Davis, autore di una biografia, hanno sostenuto che
per molti anni Marley visse da orfano e che proprio questa condizione è la
chiave per capire una sensibilità poetica fuori del comune (nelle interviste,
il cantante è sempre stato esplicito sulla negatività della sua infanzia).
"Non
ho mai avuto padre. Mai conosciuto. Mia madre ha fatto dei sacrifici per farmi
studiare. Ma io non ho cultura. Soltanto ispirazione. Se mi avessero educato
sarei anche io uno sciocco"."Mio padre era... come quelle storie che
si leggono, storie di schiavi: l'uomo bianco che prende la donna nera e la
mette incinta"; "Non ho mai avuto un padre e una madre. Sono
cresciuto con i ragazzi del ghetto. Non c'erano capi, solo lealtà uno verso
l'altro".
Da queste parole emergono due concetti fondamentali del credo
rasta: l'odio verso Babilonia, ossia l'inferno in
terra, il mondo occidentale bianco, la società oppressiva in contrapposizione
con l'Etiopia, terra madre che un giorno accoglierà la gente di Jah, il Dio
rasta - e verso la cultura imposta dal regime. E' nel ghetto di Trenchtown, tra
gli Israeliti - come si autodefinivano gli abitanti degli slums identificandosi
con le dodici tribù del Vecchio Testamento - che il giovane Marley coltiva la
sua ribellione, anche se la musica non è ancora lo strumento scelto per
veicolarla.
Quando Marley scopre il rock provocatorio di Elvis Presley, il soul di Sam Cooke e Otis Redding e il country di Jim Reeves,
decide di costruirsi da sé una chitarra. L'improvvisato strumento rimane amico
fedele fino all'incontro con Peter Tosh, che possedeva una vecchia e scassata chitarra acustica. Marley, Tosh e Neville
O'Riley Livingston costituiscono il primo nucleo dei "Wailers" (che
significa "coloro che si lamentano").
"Ho
preso il nome dalla Bibbia.
Quasi in ogni pagina ci sono storie di persone che si lamentano. E poi, i
bambini piangono sempre, come se reclamassero giustizia". E' da questo
momento che la musica di Marley entra in simbiosi con la storia del popolo
giamaicano.
L'esodo
di Bob Marley alla testa della gente di Jah inizia grazie al fiuto di Chris
Blackwell, fondatore della Island Records, principale esportatore di reggae nel
mondo. Si trattava di veicolare il reggae dei Wailers fuori dalla Giamaica: per
fare questo, si pensò di "occidentalizzare" il suono con l'uso
di chitarre e sapori rock quel tanto che
basta per non snaturarne il messaggio dato che, soprattutto per i giamaicani,
il reggae è uno stile che vuole condurre alla liberazione del corpo e dello spirito; è una
musica impregnata, almeno per come l'ha concepita Marley, di un profondo misticismo.
Le radici del reggae,
infatti, affondano nella schiavitù della gente di Giamaica. Quando Cristoforo Colombo, nel secondo
viaggio verso il Nuovo Mondo, sbarcò sulla costa nord di St. Ann trovò ad
accoglierlo gli indiani Arawak, un popolo pacifico dal ricchissimo patrimonio
di canti e danze.
Bob Marley & The Wailers continuarono ad espandere il loro
successo prima con "Babylon By Bus" (registrazione di un concerto a
Parigi), poi con "Survival". Alla fine degli anni settanta Bob Marley
And The Wailers erano la più famosa band della scena musicale mondiale, e
infransero i record di vendite discografiche in Europa. Il nuovo album,
"Uprising", entrò in ogni classifica europea.
La salute di Bob, però, andava peggiorando e, durante un
concerto a New York, quasi svenne. La mattina dopo, il 21 Settembre 1980, Bob
andò a fare jogging con Skilly Cole a Central Park. Bob collassò e fu riportato
in albergo. Alcuni giorni più tardi fu scoperto che Bob aveva un tumore al
cervello e che, secondo i medici, non gli restava più di un mese di vita.
Rita Marley, la moglie, voleva che il tour venisse cancellato,
ma lo stesso Bob insistè moltissimo per continuare. Così tenne un meraviglioso
concerto a Pittsburgh. Ma Rita non poteva essere d'accordo con questa decisione
Bob ed il 23 Settembre il tour definitivamente fu cancellato.
Bob fu
trasportato da Miami al Memorial Sloan-Kettring Cancer Center di New York. Lì i
medici diagnosticarono un tumore al cervello, ai polmoni ed allo stomaco. Bob fu trasportato di nuovo a
Miami, dove fu battezzato Berhane Selassie nella Chiesa Ortodossa Etiopica (una
chiesa cristiana) il 4 novembre 1980. Cinque giorni dopo, nell'ultimo disperato
tentativo di salvargli la vita, Bob fu trasportato in un centro di trattamento
in Germania. Nello stesso ospedale tedesco Bob passò il suo trentaseiesimo
compleanno. Tre mesi dopo, l'11 maggio 1981, Bob morì in un ospedale di Miami.
Il funerale di Bob Marley in Giamaica,
tenutosi il 21 maggio 1981, potrebbe essere paragonato al funerale di un re.
Centinaia di migliaia di persone (compresi il Primo Ministro ed il leader
dell'opposizione) parteciparono al funerale. Dopo il funerale il corpo fu
portato al suo luogo di nascita, dove si trova tutt'ora all'interno di un
mausoleo, divenuto ormai un vero e proprio luogo di pellegrinaggio per la gente
di tutto il mondo.
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