Il 26 maggio 1897 lo scrittore irlandese Bram Stoker pubblica
per la prima volta a Londra il romanzo gotico “Dracula”, libro
che continua ad affascinare intere generazioni non solo di lettori ma, per le
sue infinite trasposizioni, di cinefili ( Friedrich
Wilhelm Murnau, Francis
Ford Coppola), appassionati seriali (Penny
Dreadful, Dracula)
e cultori di un nuovo genere ucronico nato proprio grazie a questo iconico
personaggio, quello vampiresco (da “Il
barone sanguinario” di Kim Newman a “Intervista col vampiro” di Anne Rice).
Stoker costruì il romanzo Dracula come una raccolta di pagine di
diario scritte dai protagonisti della vicenda, dal giovane avvocato
inglese Jonathan
Harker che si reca in Transilvania il 3 maggio 1890 per
definire l’acquisto di una casa londinese da parte del Conte Dracula (un
decadente aristocratico che non rispetta le regole della società, ha poteri
soprannaturali e conduce una vita fatta di vizi), alla sua fidanzata Mina Murray, oggetto
del desiderio del vampiro che in lei rivede la moglie morta, fino al professore
olandese Abraham Van
Helsing, scienziato e filosofo che crede nell’esistenza del
soprannaturale.
Lo scrittore riesce a dare al racconto una sfaccettatura moderna
e a creare un personaggio che, come nome notava Thomas Wolf:
Costringe a confrontarsi con misteri primordiali: la morte, il
sangue, l’amore e i loro reciproci legami.
Nel suo capolavoro, Stoker compie un’approfondita ricerca
storica e folkloristica prima di creare un personaggio in grado di convogliare
su di sè tutti gli stereotipi negativi dello “straniero”.
La figura di Dracula, infatti, non fa riferimento semplicemente
alle mitologia nordica e leggende popolari balcaniche del XVIII secolo sui
non-morti assetati di sangue ma anche su due principali personaggi storici
realmente esistiti: il quattrocentesco Principe Vlad III di Valacchia,
appartenente alla dinastia Dracul, difensore del cristianesimo nell’Europa
Orientale contro l’avanzata dei turchi che si distinse per atroci atti di
crudeltà contro i suoi nemici che usava impalare tanto da essere associato ad
atti di vampirismo e una
giovane diciannovenne dell’Exter che credevano si
aggirasse bianca e inappetente per la città anche dopo il suo decesso.
La potenza di questa storia, insomma, è ricercabile all’interno
dell’eterna lotta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre perché il
conte-vampiro Dracula altro non è, nel libro di Bram Stoker, che la conturbante
personificazione del male, demonio irascibile da un lato, fascino e seduzione
dall’altro.
Il vampiro sempre vive, e non può morire per solo passare del
tempo. (…) Può anche diventare più giovane. (…) Lui non fa ombra, lui non fa
riflesso in specchio. (…) Può trasformarsi in lupo (…) lui può essere
pipistrello (…) Può venire in nebbia. (…) Lui viene su raggi di luna come
pulviscolo. (…) Lui può vedere nel buio. (…) Il suo potere cessa (…) quando
sopraggiunge il giorno. (…) mentre può fare come vuole (…) quando ha la sua
casa-terra, la sua casa-bara, la sua casa-inferno… Esistono poi cose che
talmente lo disturbano, che lui non ha più potere come l’aglio (…) crocifisso.
https://metismagazine.com/2020/05/26/26-maggio-1897-bram-stoker-pubblica-il-romanzo-dracula/
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