L'Epifania (nome completo: Epifania del
Signore) è una festa cristiana che nelle confessioni di tradizione
occidentale celebra la manifestazione di Dio incarnato in Gesù
Cristo al mondo. La stessa festa nelle Chiese di riti orientali è
nota con il termine equivalente di Teofania. Il termine "epifania"
è presente anche nell'Islam, dove
indica la comparsa alla fine dei tempi di persone chiamate da Allah a
mettere fine alle ingiustizie e alle inadeguatezze umane.
Nelle Chiese occidentali l'evento che esprime tale
manifestazione è la visita dei Magi a Gesù Bambino come rappresentanti
simbolici di tutti i popoli della terra; nelle chiese orientali l'evento
celebrato è il battesimo di Gesù, momento in cui Gesù adulto
viene manifestato come Figlio di Dio dalla voce del Padre e dalla colomba
dello Spirito
Santo. La data della festa è il 6 gennaio per le Chiese che seguono
il calendario gregoriano e il 19 gennaio per
quelle che adottano il calendario giuliano
Il termine "epifania" deriva dal greco
antico, verbo epifàino (ἐπιφαίνω, che significa "mi rendo
manifesto"), dal sostantivo femminile epifàneia (ἐπιφάνεια; manifestazione, apparizione, venuta, presenza
divina). Sin dai tempi di Giovanni Crisostomo il termine assunse
una valenza ulteriore, associata alla natività di Gesù. Nelle Chiese
cattolica, ortodossa e anglicana è
una delle massime solennità dell'anno liturgico, come la Pasqua,
il Natale e
la Pentecoste, e per
i cattolici è festa di
precetto; negli stati in cui non è riconosciuta come festività civile,
viene spostata alla domenica tra il 2 e l'8 gennaio. È l'ultima delle solennità
del tempo di
Natale.
È chiamata impropriamente con il termine profano Befana (corruzione
lessicale di Epifania, dal greco ἐπιφάνεια, epifáneia,
attraverso bifanìa e befanìa), figura
folcloristica tipica di alcune regioni italiane e diffusasi poi in tutta
la penisola.
Storia
Il termine ἐπιφάνεια veniva già utilizzato dagli antichi greci per indicare l'azione o la manifestazione di una
qualsiasi divinità (mediante miracoli, visioni, segni, ecc.). È la
manifestazione della luce, della Luce più grande di Dio che si manifesta
attraverso una stella. È usuale in molte parti del mondo augurarsi Buona Pasqua
Epifania.
Tito Flavio Clemente d'Alessandria, un padre della chiesa, che scrive alla fine
del II secolo, attesta che le comunità cristiane della sua grande città formate dallo
gnostico Basilide (i “Basilidiani”) celebravano il
battesimo di Gesù Cristo, e con esso anche
l'Epifania come la "manifestazione del Signore al mondo", il 15º
giorno del mese di Tybi dell'antico calendario alessandrino, che corrisponderebbe
al nostro 6 gennaio.
Per l'interpretazione di questo passo
occorre ricordare che il battesimo di Gesù, l'Epifania e l'annuncio degli
angeli ai pastori in occasione della nascita erano festeggiati simultaneamente
come manifestazioni della divinità di Gesù. Ciò era facilitato da alcune
varianti del Vangelo di Luca, dalle quali il battesimo sembra aver avuto luogo
nello stesso giorno della nascita[4]. A partire dal III secolo circa, le comunità cristiane del
Vicino Oriente associarono il termine Epifania ai tre segni rivelatori di
Gesù Cristo, e cioè: l'adorazione dei Magi, il battesimo di Gesù adulto nel fiume Giordano, e il primo
miracolo di Gesù avvenuto a Cana.
Tuttavia, i primi cristiani di Gerusalemme non festeggiavano il Natale il
giorno 25 dicembre: un documento chiamato Itinerarium, opera della
pellegrina Egeria, narrerebbe la suggestiva presenza di vescovi cristiani in
visita a Betlemme la sola notte del 6 gennaio, più
otto giorni di celebrazioni liturgiche successive a questa stessa data, e una
festa della Resurrezione di Cristo in primavera. Tuttavia la separazione tra la
ricorrenza della adorazione dei Magi nella Natività e la ricorrenza del
Battesimo di Gesù fu probabilmente fatta per non accavallare le date dei
pellegrinaggi che partivano per il fiume Giordano e contemporaneamente presso Betlemme. Comunque, le considerazioni di Giovanni di Nikiu influenzarono Cirillo di Alessandria d'Egitto, per cui anche le
prime comunità Copte cominciarono a
celebrare la Natività il giorno 25 dicembre.
Giovanni Crisostomo
Nel 386 Giovanni Crisostomo, in contrasto alle
ricorrenze giudaiche, sostenne fermamente la celebrazione del Natale al 25 dicembre. Pertanto, sia le comunità cristiane
di Antiochia, quindi della Tracia e dell'Anatolia, si adeguarono a tale data. La
convinzione, forse forzata, dello stesso Crisostomo fu quella che, a sua
interpretazione arbitraria dei Vangeli, il Battista fu concepito in settembre,
pertanto Gesù, di sei mesi più giovane, fu concepito a marzo, e quindi nacque
in dicembre. Tuttavia, alcuni storici come Erbes, darebbero le date liturgiche
separate del Natale e dell'Epifania già come tacitamente pre-accordate già
durante il Concilio di Nicea del 325. Certo è che, sia Giovanni Crisostomo, sia un altro famoso
Padre della Chiesa, Girolamo, sostennero che, se
il Signore si manifestò in Gesù bambino a Betlemme, Egli si rese
veramente pubblico trent'anni dopo, nel Gesù adulto del Giordano. Pertanto, già sul finire del IV secolo, adorazione dei Magi e Battesimo di
Gesù divennero due ricorrenze separate
Epifanio di Salamina
L'“Epifania” intesa come solo Battesimo
(il battesimo di Gesù avvenne poco prima dell'inizio del suo ministero all'età
di circa 30 anni, fu ad opera di Giovanni Battista come riportato nei vangeli
Mat. 3.13-17, Luc. 3.2; Mar 1.9-11; Giov 1.32-34) di Gesù fu riconfermata dal
teologo Epifanio di Salamina, uno dei Padri della Chiesa cattolica.
Essa doveva ricadere 12 giorni dopo la ricorrenza del Natale, questo probabilmente
per assorbire gli antichi simbolismi del numero 12 nei precedenti
riti pagani del Sol Invictus. Il problema delle
date si restrinse solo più nell'adattamento ai vari tipi di calendari; un
antico documento, il Cronografo del 354 di Furio Dionisio Filocalo, citava tutte le ricorrenze
romano-cristiane dopo il Concilio di Nicea del 325 d.C., compresa
l'Epifania; nel 46 però, Giulio Cesare aveva introdotto il calendario giuliano e, a causa di complessi calcoli,
quello giuliano risultava sfasato di esattamente 13 giorni più avanti rispetto
a quello più recente gregoriano, adottato nel mondo occidentale
cattolico dall'anno 1582.
Invece, gli Ortodossi della Chiesa
d'Oriente di rito Bizantino, chiamati anche “Cristiani Ortodossi di
Vecchio Calendario (o di Calendario Giuliano)”, celebrano l'Epifania il 19
gennaio del nostro calendario, e la chiamano Teofania (=manifestazione
di Dio) mentre il "loro" Natale cade il 7 gennaio. Inoltre, la
suddetta Teofania di Calendario Giuliano viene celebrata come la sola
Commemorazione del Battesimo di Gesù nel Fiume Giordano. Per la Chiesa di rito romano, madre
dell'attuale Cattolicesimo, l'Epifania doveva
cadere il 6 gennaio del calendario gregoriano, commemorando la
"manifestazione" del Signore attraverso il segno rivelatore
dell'adorazione dei Magi a Betlemme, mentre il Battesimo
di Gesù, invece, doveva essere separato, e cadere quindi nella domenica
immediatamente successiva al 6 gennaio. Fu sempre nello stesso periodo che, per
le sole Chiese romane, l'adorazione dei Magi fu fatta coincidere col 6 gennaio
piuttosto che col 25 dicembre, sebbene le due ricorrenze commemorino sempre la
stessa manifestazione di Betlemme.
Per alcuni paesi cristiani in cui
l'Epifania non era istituita come festa di precetto, questa veniva celebrata il
lunedì coincidente o successivo al 6 gennaio; nella messa tridentina, invece, il Battesimo
di Gesù viene celebrato in un giorno fisso, detto l'“ottava di Epifania” (13 gennaio) e cioè 8 giorni dopo
l'Epifania. La ricorrenza del Battesimo di Gesù conclude tutto il periodo
natalizio dell'anno liturgico cattolico romano.
Teologia
Epifanio di Salamina racconta il
Battesimo di Gesù come la manifestazione della divinità:
«[…] Quando tutto il popolo si fu
battezzato, venne anche Gesù e fu battezzato da Giovanni. E allorché uscì
dall'acqua, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito Santo in forma di
colomba che discendeva e penetrava in lui. E dai cieli venne una voce che
disse: Tu sei il mio figlio diletto: in te mi sono compiaciuto. E poi
ancora: Io oggi ti ho generato. E in quel momento una gran luce
illuminò tutto il luogo. Vedendolo Giovanni gli disse: Tu chi sei? E di nuovo
una luce dal cielo a lui: Questo è il mio figlio diletto in cui mi sono
compiaciuto. Allora Giovanni gettandosi ai suoi piedi disse: Ti prego Signore, battezzami tu! Ma egli vi si oppose,
dicendo: Lascia, perché così conviene si adempiscano le cose» |
(Epifanio, Haer. XXX 13,7) |
Riguardo alla nascita di Gesù il testo
dei Vangeli, come quello di tutte le altre opere di scrittori antichi, è il
frutto di un lavoro storico, filologico e dottrinale che richiede delle scelte
tra alternative differenti. Ad esempio Epifanio cita un passo del vangelo di Luca 3,22[7] diverso da quello riportato dalle
attuali traduzioni della Bibbia; questa discrepanza è presente in vari codici,
tra cui il codice
Bezæ: le parole di Dio sono rese Σὺ εἶ
ὁ υἱός μου ὁ ἀγαπητό, εγὼ σήμερον γεγέννηκά σε (su ei huios mou ho agapetos,
ego semeron gegenneka se, Tu sei il mio figlio prediletto, in
questo giorno ti ho generato) al posto di ἐν σοὶ εὐδόκησα (en soi
eudokesa, in te mi sono compiaciuto).
I Magi sono stati interpretati
come Re Magi per l'influsso di Isaia 60,3[9], e sono stati attribuiti loro i loro
nomi di Melchiorre (semitico), Gaspare (camitico) e Baldassarre (iafetico).
Secondo il Vangelo di Matteo (2,2) i Magi (non precisati nel
numero), guidati in Giudea da una stella (ἀστέρα, da ἀστήρ, stella od astro),
portano in dono a Gesù bambino, riconosciuto come "re dei Giudei" (Mt
2,2: βασιλεὺς τῶν Ἰουδαίων), oro (omaggio alla sua regalità), incenso (omaggio alla sua divinità)
e mirra (anticipazione
della sua futura sofferenza redentrice) e lo adorano.
Con l'Epifania si celebra la prima
manifestazione della divinità di Gesù all'intera
umanità, con la visita solenne, l'offerta di doni altamente significativi e l'adorazione dei Magi, autorevoli esponenti di
un popolo totalmente estraneo al mondo ebraico e mediterraneo. Avvenimento di
fondamentale importanza per la tradizione cristiana, che ha trovato riscontro
in numerosissime opere d'arte.
Liturgia
Nelle Chiese orientali
Nelle Chiese cristiane ortodosse (dove è
seguito il calendario giuliano), il 7 gennaio si celebra la Nascita di Gesù, a causa di una differenza di tredici
giorni fra calendario gregoriano, in uso in occidente dal 1582, e il calendario
giuliano precedente, ancora in uso in certe chiese ortodosse. Di conseguenza
l'Epifania è celebrata il 19 gennaio. Nelle Chiese ortodosse che osservano il
calendario gregoriano (con il calendario giuliano conservato per il solo ciclo
pasquale), la teofania è celebrata il 6 gennaio.
Le celebrazioni comprendono (nei giorni
feriali) una veglia composta da vespri solenni, la Divina Liturgia di San
Basilio, una grande compieta, la litia, il mattutino, la Divina Liturgia di san
Giovanni Crisostomo, e una benedizione solenne delle acque, che ha luogo sia in
chiesa che presso corsi d'acqua, sulle rive di laghi o al mare.
Nella Chiesa latina
Nel rito romano l'Epifania è
parte del tempo di Natale, cade di norma il 6 gennaio e ha grado
di solennità, come lo stesso Natale e il 1º gennaio, giorno di Maria
Santissima Madre di Dio. Nei paesi in cui l'Epifania non è
festa di precetto, essa si celebra nella domenica che cade tra il 2 e l'8
gennaio.
Prima della riforma liturgica di papa Paolo VI l'Epifania dava inizio al Tempo di
Epifania, un periodo del calendario liturgico della durata di
otto giorni, tuttora presente nella Chiesa anglicana e in diverse Chiese protestanti. Esso comprendeva nelle seguenti
domeniche e festività:
·
6 gennaio: Epifania del Signore: Ecce, advenit dominator Dominus;
·
Domenica dopo l'Epifania: festa della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e
Giuseppe: Exsultat gaudio pater Iusti;
·
13 gennaio: commemorazione del Battesimo di nostro Signore Gesù
Cristo: Ecce, advenit dominator Dominus; quando il 13 gennaio cadeva
di domenica, prevaleva la festa della Sacra Famiglia.
Nel rito ambrosiano con la festa ha inizio il Tempo di
Epifania, che dura fino all'inizio della Quaresima e prevede la
celebrazione di due ricorrenze legate all'infanzia di Gesù: la Sacra Famiglia nell'ultima domenica di gennaio
(terza o quarta dopo l'Epifania) e la Presentazione
del Signore il 2 febbraio.
Aspetti folcloristici e culturali
dell'Epifania
Nelle varie culture la celebrazione
dell'Epifania si accompagna a simboli e tradizioni diverse di derivazione molto
antiche (culti solari) frammiste a contaminazioni più recenti come:
·
la stella di Betlemme che guida
i magi, riproposizione artistica di Giotto nell'affresco della Cappella degli
Scrovegni della stella citata nel Vangelo secondo Matteo al capitolo 2;
·
l'accensione di fuochi augurali (culti solari);
·
l'accensione dei falò la sera dell'Epifania o la sera
precedente;
·
le feste popolari;
·
la tradizione dei regali ai bambini e alle bambine (nella calza dove
possibile messa al camino), soprattutto nei paesi di tradizione cattolica; in
Italia, i doni sono portati dalla Befana (personificata
da una vecchia brutta ma buona, legata secondo la tradizione all'adorazione dei
magi). In Spagna e altre nazioni e/o regioni, fra cui tradizionalmente anche
la Sardegna, i regali sono portati dai Re Magi;
·
l'uso, nella maggior parte dell'Europa, di preparare un dolce al forno con
dentro la figurina di uno dei magi: spesso si nasconde la figurina e la persona
cui capiterà il re, diventerà il re della giornata con particolari privilegi e
obblighi (Galette des rois, Roscón de Reyes);
·
alcuni riti legati all'acqua, secondo la tradizione orientale in cui il 6
gennaio si celebrava il Battesimo di Gesù: ad esempio, la
tradizione nei paesi dell'Europa orientale di ripescare una croce di legno in
acqua gettata da un pope, richiamo al battesimo dei
cristiani, oppure la benedizione dell'acqua, del sale e della frutta in
alcune zone anticamente dipendenti dal patriarcato di Aquileia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Epifania
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