La nascita del giornale “la Repubblica” di Eugenio Scalfari
Approfondimento
o Gli anni Ottanta e la nascita dei supplementi
Gli anni Novanta: Ezio Mauro diventa il nuovo
direttore
Gli anni Duemila: Repubblica si rinnova con le pagine
a colori
Il giornale italiano
“la Repubblica” nacque nel 1976 da una intuizione del suo fondatore Eugenio
Scalfari
Il
quotidiano la Repubblica nasce
a Roma il 14 gennaio 1976 dall’intuizione di Eugenio
Scalfari, già direttore de “L’Espresso” con lo scopo di fare
di “Repubblica” un quotidiano che includesse in sé uno spirito moderno. Uno
spirito proprio dei settimanali, grandi laboratori del linguaggio giornalistico
italiano, dalla narrazione leggera e romanzata, tipici degli anni Cinquanta e
Sessanta.
Il debutto in edicola
Così, a metà del
mese di gennaio del 1976, il nuovo quotidiano debutta in edicola. “la
Repubblica” è una testata che si presenta come quotidiano di
approfondimento, dichiaratamente di sinistra, che esce in edicola dal martedì
alla domenica. Il suo è un formato più piccolo, cioè è un tabloid, composto da una
foliazione di 20 pagine circa, con l’inconsueta novità della terza pagina, che è riservata al
paginone centrale.
Lungimirante l’intuizione dei titoli:
si trasforma sia nel formato sia nel lessico, con caratteri bodoniani, quindi i caratteri con
le grazie, che differiscono dai bastoni utilizzati dagli altri quotidiani. Altra
differenza: poiché i titoli sono più grandi, la lunghezza è di venti battute e
di conseguenza nasce l’esigenza del gioco di parole, rendendo il titolo
accattivante e d’impatto per il lettore.
L’imposizione di Eugenio Scalfari per
i titoli è quella di dotarli di una loro metrica, ovvero renderli recitabili,
cantabili. Un’altra novità riguarda la
vignetta, inizialmente collocata nella pagina
dei commenti, poi in prima pagina. Primo vignettista del nuovo giornale è Giorgio
Forattini. La vignetta, priva di scritte, “doveva parlare da sola“.
La scelta del nome della testata? Nasce invece dalla volontà di fare di
“Repubblica” un giornale nazionale.
I primi successi: 1978
I primi veri successi di vendita
arrivano dopo due anni dalla nascita, ossia nel 1978, quando Piero Ottone lascia il Corriere
della Sera per entrare a far parte del
quotidiano. È l’anno in cui l’Italia è sconvolta dal caso Moro e
il quotidiano mostra una linea politica ferma e coerente, condannando la scelta
della trattativa. Successivamente, nel 1979, arriva il pareggio di bilancio e
una tiratura di 180.000 copie. Inoltre aumenta la foliazione e viene aggiunto lo sport.
Ciò fa de la Repubblica il rivale
del Corriere:
i due giornali si contenderanno a lungo il primato tra i giornali italiani. Nel
1985 il quotidiano vende in media 373.000 copie circa, superando La Stampa e aggiudicandosi
il posto come secondo quotidiano d’Italia.
Gli anni Ottanta e la nascita dei supplementi
Negli anni Ottanta arrivano anche le
prime strategie di vendita con i supplementi.
Nasce nel 1986 il supplemento Affari
& Finanza, poi, nel 1987 nasce Il Venerdì.
Nel 1986 per festeggiare i dieci anni dalla nascita e
dalla prima uscita in edicola, esce l’opera Dieci anni 1976/1985.
Si tratta di dieci fascicoli in carta patinata, uno per ogni anno di
pubblicazione, che riproducono molti articoli originali.
A lanciare l’iniziativa editoriale è uno
spot pubblicitario che ottiene un buon successo: protagonista è uno studente
universitario che acquista il quotidiano in un’edicola. E ancora, dopo dieci
anni, lo stesso giovane, diventato ormai uomo, stringe in mano il giornale, lo
stesso, e si vede che nel frattempo ha fatto carriera, diventando il manager di
una grande azienda.
Nel 1989 l’editore Carlo De
Benedetti, diventa l’azionista di maggioranza
della testata (attraverso la CIR – Compagnie
Industriali Riunite).
Gli anni Novanta: Ezio Mauro diventa il nuovo
direttore
Negli anni Novanta esce anche il numero
del lunedì. La prima pagina diventa a colori. Ma la grossa novità è che Eugenio Scalfari lascia
la direzione della testata a Ezio
Mauro. Mauro con molta dignità e coerenza
raccoglie il testimone, in un momento veramente difficile per il Paese e rende
il quotidiano una testata nazionale.
Ezio Mauro aveva iniziato la sua
carriera giornalistica nel 1972 collaborando con la Gazzetta del Popolo di
Torino e occupandosi in particolare del terrorismo
nero degli anni di
piombo.
La nascita di Repubblica.it
Nel 1996 nasce anche il sito web, in
versione sperimentale, proprio in occasione delle elezioni politiche di aprile.
Un anno dopo, il quotidiano lancia il sito web ufficiale della testata
giornalistica: repubblica.it,
che in poco tempo diventa il più
importante sito di informazione italiana. È il
14 gennaio 1997 e ad annunciare l’arrivo ufficiale del giornale telematico è
Eugenio Scalfari.
Gli anni Duemila: Repubblica si rinnova con le pagine
a colori
Negli anni Duemila ‘Repubblica’ continua
a rinnovarsi. Viene inserito il colore in ogni pagina ed escono i supplementi
mensili XL e Velvet. Con Ezio Mauro
nascono una serie di iniziative Repubblica
Radio Tv, che ha anche una diretta televisiva.
Le Rubriche
Nascono e si diffondono con successo
nuove rubriche: L’amaca curata
da Michele Serra dove
commenta un fatto del giorno. Bonsai a
cura di Sebastiano Messina che con ironia commenta i fatti politici
recenti. Carta canta sul
sito Repubblica.it di Marco
Travaglio che punta a mostrare le
incongruenze di personaggi politici, mettendo a confronto vecchie e nuove
dichiarazioni. E poi: la Notte dei Gufi e Scalfari risponde per
rispondere ai lettori, poi chiusa nel 2006.
Le edizioni locali
Il quotidiano la Repubblica ha realizzato in
dieci diverse località d’Italia le edizioni locali. Esse sono: Bari, Bologna,
Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Parma, Roma e Torino.
Gli anni 2010
Tra i più
importanti cambiamenti di questi anni vi è il nuovo cambio di direttore, nel
2016. Ezio Mauro lascia la direzione del quotidiano italiano al nuovo
direttore Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi
Calabresi, assassinato nel
1972, quando il piccolo Mario aveva solo due anni.
Calabresi
rassegna le dimissioni all’inizio del mese di febbraio 2019 per scelta degli
editor cedendo il testimone a Carlo Verdelli. Questi guida la testata fino al mese di aprile 2020, quando – nel pieno
dell’emergenza coronavirus covid-19, lascia il posto a Massimo
Giannini.
https://cultura.biografieonline.it/la-repubblica-giornale/
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