Etichette

lunedì 3 maggio 2021

Lo Sapevate Che: Primo esempi di spamming 42 anni fa: Cartacea o in formato elettronico la posta indesiderata reca noie a chiunque la riceva; se p, come nel secondo caso, diventa un aspetto serale, allora è una vera forma di tortura

 Spam, 42 anni di 'posta indesiderata'. Ecco come si sono evoluti i messaggi spazzatura

 

 

Infestano le nostre caselle email ogni giorno e il loro nome deriva da un cibo. Nel tempo sono diminuiti, ma cambiano forma e modo di arrivare rapidamente

 


Ne siamo sommersi ogni giorno. L'ultima offerta della nostra compagnia telefonica, notizie strampalate o un tentativo di truffa. Tutto contribuisce ad arricchire la cartella Spam della nostra casella di posta. Ma non solo. Anche il nostro Messenger, i nostri canali social e addirittura, il nostro WhatsApp. Quei messaggi indesiderati esistono da ben quarant'anni. All'origine un'email, la prima considerata 'spazzatura', inviata a un migliaio di persone sulla costa ovest degli Stati Uniti. Da allora il finimondo.

QUANDO TUTTO EBBE INIZIO
Era il primo maggio 1978 quando la Dec, Digital equipement corporation, una delle principali aziende informatiche dell'epoca, annuncia la presentazione di una nuova famiglia di computer, i DecSystem-20. Le prime macchine a fornire pieno supporto alla rete Arpanet, il network militare statunitense divenuto poi embrione del moderno internet.

Una notizia che avrebbe interessato gli utenti Arpanet, pochi ancora, sparsi nei centri militari statunitensi e in alcune università europee, secondo uno dei responsabili del marketing della Dec, Gary Thuerk. Così insieme a un ingegnere della compagnia viene elaborato un messaggio pubblicitario, da inviare il 3 maggio a qualche centinaio di utenti, tutti della costa ovest. Peccato che il programma di posta elettronica potesse inviare solo 320 messaggi contemporanei. Il risultato? Molti indirizzi andarono a finire nel campo CC (copia per conoscenza) e poi nel corpo del messaggio, finendo per non ricevere l'invito alla presentazione. Chi ricevette l'email, invece, si ritrovò a leggere infastidito un messaggio senza senso con, solo in coda, l'annuncio del nuovo computer. "Prenderemo provvedimenti affinché niente di simile debba ripetersi", dissero all'epoca gli ufficiali, ma di fatto non lo fecero mai.

Un primo esempio che rimase un 'unicum' per altri quindici anni. Solo nel 1993, nonostante gli invii di massa continuassero a esistere, il termine "spam" venne nuovamente usato nell'accezione attuale: qualsiasi mailing di massa indesiderata ed anonima. A compiere l'operazione, Richard Dephew, amministratore di Usenet - una rete mondiale di server interconnessi - che inviò a decine e decine di utenti messaggi uguali nell'ambito del newsgroup.

 

"UOVA E SPAM, SALSICCIA E SPAM", L'ORIGINE DEL NOME 
In un locale surreale pieno di vichinghi chini sui piatti entrano due strani avventori. La cameriera presenta agli ospiti un menù, intercalando in maniera ripetitiva e comica la parola "Spam". È lo sketch comico dello spettacolo Monty Python's Flying Circus trasmesso il 15 dicembre 1970 che ha dato origine al termine. "Uova e Spam, salsicce e Spam, Spam, uova e Spam, Spam Spam, pancetta e Spam", recita la donna.

Il riferimento è alla carne in scatola "Spam", marchio prodotto dall'americana Hormel Food Corp. a sua volta crasi di spiced ham, cioè prosciutto speziato. Un effetto satira dovuto, probabilmente, al fatto che quel prodotto durante la Seconda Guerra Mondiale fosse uno dei pochi cibi disponibili. Praticamente era onnipresente.

 

L'EVOLUZIONE NEL TEMPO
Per ogni nuovo tipo di spam che nasce, una società di sicurezza elabora il metodo per contrastarlo. Per questo gli spammer (coloro che creano nuovi spam e metodi innovativi per inviarli) devono innovarsi continuamente, e, spesso, reinvestono parte dei loro profitti nello sviluppo di nuovi strumenti per bypassare i filtri anti-spam. 

Inizialmente gli spammer inviavano email a loro nome, attraverso i propri server di posta elettronica. Un tipo di posta spazzatura facilmente bloccabile e quindi mano a mano abbandonata da chi fa spam per business. Gli spammer si sono poi ingegnati falsificando l'indirizzo del mittente e altre informazioni tecniche.

Poi è venuta l'epoca dell'open relay: server di posta che consentono a utenti arbitrari di inviare mail arbitrarie verso qualsiasi indirizzo di posta. Ancora oggi, nonostante i principali server di posta elettronica abbiano riconfigurato i loro software, esistono open relay in attività utilizzati nell'invio di mail di massa. Con l'avvento del nuovo millennio e dell'alta velocità gli spammer hanno iniziato a usare connessioni Adsl, all'inizio molto vulnerabili, per mandare spam direttamente dall'indirizzo IP della vittima. 

Attualmente la maggior parte degli utenti malintenzionati manda mailing di spam direttamente dal computer della vittima, su cui vengono installati programmi Trojan. Questi consentono agli spammer, o italianizzato 'spammatori' di accedere al pc preso di mira, all'insaputa del proprietario. 'Infettarsi' è molto semplice: tramite le reti di file sharing, le applicazioni vulnerabili di Windows o messaggi di posta di ultima generazione. 

Nel tempo poi anche il contenuto del messaggio si è mano a mano specializzato, diventando oggi vero e proprio testo targettizzato, costruitio ad hoc per l'utente che lo andrà a leggere. 

• QUALCHE NUMERO
A riempire le nostre caselle di posta spesso non sono semplici utenti 'cattivi' che vogliono lucrare sul prossimo, ma vere e proprie reti di computer controllate da hacker. Le centrali mondiali di spam negli anni sono state localizzate negli Stati Uniti, in Cina in Russia. Tra queste fino a qualche anno fa era presente la Grum, una vera e propria 'fabbrica' di spam che emetteva 18 miliardi di messaggi pirata al giorno. Con server di controllo a Panama e in Olanda la rete 
è stata smantellata nel 2012 mettendo in allarme le reti amiche. Ma il cybercrimine agisce in velocità e spesso versioni aggiornate delle botnet (reti controllate da hacker) tornano velocemente a infestare la Rete. 

Secondo il 
report "Spam e phishing" del 2017 realizzato dal quartier generale del Kaspersky lab, azienda di antivirus, lo spam prende oltre il 56% del traffico di posta elettronica. Quasi il 2% in meno rispetto all'anno precedente. La maggior parte della fonte di spam viene dagli Stati Uniti d'America e si diffonde tramite un malware, il Trojan-Downloader.JS.Sload. Il sistema anti-phishing in un anno è scattato quasi 250 milioni di volte e solo il 9% di utenti unici, invece, è stato attaccato da phishing, un tipo di truffa online che spinge l'utente a fornire dati personali. 

Il tema più comune delle email di spam è quello dei disastri naturali. Tanto che l'uragano Irma o il terremoto in Messico sono stati dei "veri e propri regali per i truffatori", secondo il report. Al secondo posto tra i topic più usati dagli spammatori, lo sport. Soprattutto email di scommesse o lotterie riguardo le maggiori competizioni di calcio e le Olimpiadi. 

Argomento nuovo del 2017 anche quello dei blockchain e dei bitcoin. "Interessato in Bitcoin? Ecco come guadagnarci", si legge in una delle tante mail truffa che arrivano nelle nostre caselle di posta. Veri e propri evergreen della truffa poi, le frodi finanziarie. Tramite azioni piramidali agli utenti viene promesso di guadagnare soldi in cambio di un investimento. I soldi effettivamente arrivano fino a che nella rete del truffatore non cadono altre vittime. Il sistema prima o poi si stoppa e i soldi investiti non tornano indietro. 

Il volume di mailing malevole è comunque diminuito rispetto agli anni precedenti, anche grazie a sistemi di protezione sempre più evoluti e specifici. Ma nella Rete, si sa, la prudenza non è mai troppa. (
di MARTINA MILONE)

https://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2018/05/03/news/40_anni_spam_anniversario_posta_elettronica_email-195334283/

Nessun commento:

Posta un commento