UN PAESE SOTTO LE MACERIE. MA LA
GRINTA DEGLI ITALIANI FA IL MIRACOLO ECONOMICO
Nel 1945 finisce l’incubo della seconda
guerra mondiale.
La guerra nella quale, il 10 giugno 1940, il
Regno d’Italia entra volontariamente, non c’è dubbio che si concluda con una
sconfitta, la quale segnò pesantemente il corso della nostra storia.
Ma le vicende assai particolari che caratterizzano la storia d’Italia tra l’estate del 1943 e la primavera del 1945, rendono il quadro assai disordinato e difficile il compito di stabilire chi siano i vinti e chi siano i vincitori.
Ma le vicende assai particolari che caratterizzano la storia d’Italia tra l’estate del 1943 e la primavera del 1945, rendono il quadro assai disordinato e difficile il compito di stabilire chi siano i vinti e chi siano i vincitori.
Un segno evidente di questa ambiguità è il
fatto che la data conclusiva di quel capitolo di storia, il 25 aprile 1945,
data che sul territorio nazionale corrisponde alla fine della guerra e che in
quanto tale dovrebbe corrispondere all’atto conclusivo della sconfitta, nella
nostra liturgia politica figura invece come una festa nazionale: l’anniversario
della Liberazione. L’assunzione di questo significato ha, ovviamente, le sue
buone ragioni, ma stante che il 10 febbraio 1947 l’Italia si presenta al tavolo
della Conferenza della pace come una potenza sconfitta e chiamata a pagarne il
prezzo, che al tempo stesso si celebri la fine di quella guerra come una
vittoria, indica quanto diversi siano i piani sui quali quelle vicende
richiedono di essere esaminate.
Dopo che la Germania si era arresa, i Giapponesi continuano a resistere. Per sconfiggerli gli Americani decidono di colpire con la bomba atomica la città di Hiroshima e la città di Nagasaki in Giappone. Le due bombe distruggono completamente le due città e ci sono migliaia e migliaia di morti subito e molti altri più tardi a causa delle radiazioni. Il 2 Settembre 1945 il Giappone è costretto ad arrendersi. Finisce così la Seconda Guerra Mondiale che ha provocato in Europa, Asia, Africa oltre 50 milioni di morti, tra cui 6 milioni di Ebrei nei campi di concentramento.
Dopo che la Germania si era arresa, i Giapponesi continuano a resistere. Per sconfiggerli gli Americani decidono di colpire con la bomba atomica la città di Hiroshima e la città di Nagasaki in Giappone. Le due bombe distruggono completamente le due città e ci sono migliaia e migliaia di morti subito e molti altri più tardi a causa delle radiazioni. Il 2 Settembre 1945 il Giappone è costretto ad arrendersi. Finisce così la Seconda Guerra Mondiale che ha provocato in Europa, Asia, Africa oltre 50 milioni di morti, tra cui 6 milioni di Ebrei nei campi di concentramento.
Dopo la fine della guerra e la caduta del
Fascismo, il re d’Italia Vittorio Emanuele III, accusato di aver permesso di
prendere il potere al Fascismo, che ha portato l’Italia in una guerra
disastrosa, di essere fuggito dopo l’armistizio e di aver lasciato l’esercito
senza ordini, rinuncia al trono in favore di suo figlio Umberto.
Poiché gli Italiani non hanno più fiducia nella monarchia, nel 1946 si fa il REFERENDUM ( cioè una votazione) per scegliere tra monarchia e repubblica : il 2 Giugno ( oggi festa della Repubblica ) vince la repubblica e nasce così la REPUBBLICA ITALIANA. ( nel referendum per la prima volta votano anche le donne )
Le elezioni del 2 giugno 1946 decretano di fatto la fine del ruolo del Cln e la ripresa del normale confronto tra le forze politiche (anche se l’unità dei partiti antifascisti prosegue formalmente fino al maggio del 1947). Il primo verdetto delle urne è la doppia sconfitta del PCI, che non centra né l’obiettivo di ottenere la maggioranza del blocco delle sinistre sui partiti di centro-destra, né quello di avere più voti del PSI. La DC, d’altro canto, deve fare i conti con la sorprendente affermazione dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini (che sfiora la maggioranza assoluta in molte zone del centro-sud), a testimonianza del fatto che molti cattolici non si riconoscono ancora nel partito di De Gasperi.
I governi di unità nazionale, figli della Resistenza, durano fino al maggio del 1947, quando il quarto esecutivo guidato da De Gasperi – dopo due governi Bonomi (18 giugno-12 dicembre 1944 e 12 dicembre 1944-19 giugno 1945), un governo Parri (20 giugno – 24 novembre 1945, frutto del “vento del nord”, cioè dell’irruzione sulla scena politica nazionale delle forze del Cln-Alta Italia, dopo la liberazione dell’Italia settentrionale) e tre governi guidati dal leader democristiano – inaugura la stagione del centrismo (DC, PLI, PRI e il PSDI di Saragat nato dalla scissione in seno al PSI di Nenni), con l’esclusione del PCI e del PSI dalla guida del paese. Inizia così la fase della rigida contrapposizione tra DC e PCI – più in generale, tra comunismo e anticomunismo – anche in conseguenza di quanto sta accadendo a livello internazionale, con l’inizio della Guerra Fredda; ma siamo anche alla vigilia del “miracolo economico”, che trasformerà profondamente l’economia e la società italiana.
Poiché gli Italiani non hanno più fiducia nella monarchia, nel 1946 si fa il REFERENDUM ( cioè una votazione) per scegliere tra monarchia e repubblica : il 2 Giugno ( oggi festa della Repubblica ) vince la repubblica e nasce così la REPUBBLICA ITALIANA. ( nel referendum per la prima volta votano anche le donne )
Le elezioni del 2 giugno 1946 decretano di fatto la fine del ruolo del Cln e la ripresa del normale confronto tra le forze politiche (anche se l’unità dei partiti antifascisti prosegue formalmente fino al maggio del 1947). Il primo verdetto delle urne è la doppia sconfitta del PCI, che non centra né l’obiettivo di ottenere la maggioranza del blocco delle sinistre sui partiti di centro-destra, né quello di avere più voti del PSI. La DC, d’altro canto, deve fare i conti con la sorprendente affermazione dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini (che sfiora la maggioranza assoluta in molte zone del centro-sud), a testimonianza del fatto che molti cattolici non si riconoscono ancora nel partito di De Gasperi.
I governi di unità nazionale, figli della Resistenza, durano fino al maggio del 1947, quando il quarto esecutivo guidato da De Gasperi – dopo due governi Bonomi (18 giugno-12 dicembre 1944 e 12 dicembre 1944-19 giugno 1945), un governo Parri (20 giugno – 24 novembre 1945, frutto del “vento del nord”, cioè dell’irruzione sulla scena politica nazionale delle forze del Cln-Alta Italia, dopo la liberazione dell’Italia settentrionale) e tre governi guidati dal leader democristiano – inaugura la stagione del centrismo (DC, PLI, PRI e il PSDI di Saragat nato dalla scissione in seno al PSI di Nenni), con l’esclusione del PCI e del PSI dalla guida del paese. Inizia così la fase della rigida contrapposizione tra DC e PCI – più in generale, tra comunismo e anticomunismo – anche in conseguenza di quanto sta accadendo a livello internazionale, con l’inizio della Guerra Fredda; ma siamo anche alla vigilia del “miracolo economico”, che trasformerà profondamente l’economia e la società italiana.
Il 1° Gennaio 1948 entra in
vigore la COSTITUZIONE.
8 maggio 1945,
la Giornata della Vittoria: torna la pace in Europa
Settanta anni fa con la conquista di Berlino da parte dei soldati
dell’Armata Rossa e la resa della Germania nazista si concludeva la Seconda
Guerra mondiale in Europa, il conflitto più distruttivo della storia
dell’umanità, che costò la vita a circa 60 milioni di persone e che più di ogni
altro coinvolse la popolazione civile. La guerra in Oriente continuò alcuni
altri mesi fino all’olocausto nucleare del 6 e 9 agosto di Hiroshima e Nagasaki
e alla resa incondizionata del Giappone avvenuta il 15 agosto 2015.
www.pontelandolfonews.com/storia/70-della-seconda-guerra-mondiale-2/nel-1945-finisce-lincubo-della-seconda-gu
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