Giuseppe (detto Pino) Puglisi nasce il 15 settembre del 1937 a Palermo, nel quartiere periferico di Brancaccio, in una famiglia di umili condizioni: la madre, Giuseppa Fana, è una sarta, mentre il padre, Carmelo Puglisi, lavora come calzolaio.
Nel 1953, a sedici anni, Pino entra in
seminario: viene ordinato prete nella chiesa santuario della Madonna dei Rimedi
il 2 luglio del 1960 dal cardinale Ernesto Ruffini.
L'attività pastorale
Divenuto nel frattempo amico di Davide
Denensi (fino al trasferimento di quest'ultimo in Svizzera) e di Carlo
Pelliccetti, che lo sostengono e lo supportano quotidianamente, nel 1961 Pino
Puglisi viene nominato vicario cooperatore nella parrocchia del
Santissimo Salvatore nella borgata palermitana di Settecannoli, non distante da
Brancaccio.
Dopo essere stato scelto come rettore
della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi e come confessore delle suore
brasiliane Figlie di Santa Macrina nell'istituto omonimo, viene nominato - nel
1963 - cappellano all'orfanotrofio "Roosevelt" all'Addaura e presta
servizio come vicario alla parrocchia Maria Santissima Assunta nella borgata
marinara di Valdesi.
Don Puglisi educatore
In questo periodo, è vicerettore del
seminario arcivescovile minorile e prende parte a una missione a Montevago,
paese colpito dal terremoto; intanto, si appassiona all'educazione dei ragazzi
(insegna all'istituto professionale "Einaudi" e alla scuola media
"Archimede"), mantenendo tale vocazione anche quando, il 1° ottobre del 1970, viene
nominato parroco di Godrano, un piccolo paese della provincia di Palermo
costretto, in quegli anni, a far fronte agli scontri feroci in corso tra due
famiglie mafiose: famiglie che, anche grazie all'opera di evangelizzazione di
Don Puglisi, si riconciliano.
Continua a insegnare fino al 1972 alla
scuola media "Archimede", e nel frattempo è docente anche alla scuola
media di Villafrati.
Nel 1975 è professore alla sezione di
Godrano della scuola media di Villafrati, e dall'anno successivo anche
all'istituto magistrale "Santa Macrina". Dal 1978, anno in cui
comincia a insegnare al liceo classico "Vittorio Emanuele II", lascia
la parrocchia di Godrano e diventa pro-rettore del seminario minore di Palermo;
successivamente assume l'incarico di direttore del Centro diocesano vocazioni,
per poi accettare il ruolo di responsabile del Centro regionale vocazioni.
A cavallo tra anni '80 e anni '90
Nel frattempo, è membro del Consiglio
nazionale e contribuisce alle attività della Fuci e dell'Azione Cattolica. A
partire dal mese di maggio del 1990 svolge il proprio ministero sacerdotale
anche a Boccadifalco, alla Casa Madonna dell'Accoglienza dell'Opera Pia
Cardinale Ruffini, aiutando ragazze madri e giovani donne in situazioni di
difficoltà.
Il 29 settembre dello stesso anno Don
Pino Puglisi viene nominato parroco a San Gaetano, tornando quindi
a Brancaccio, il suo quartiere di origine: un quartiere gestito dalla
mafia - e in particolare dai fratelli Gaviano, boss strettamente
legati alla famiglia di Leoluca Bagarella.
Contro la mafia e contro la mentalità mafiosa
In questo periodo, quindi, comincia la
lotta di Don Puglisi contro la criminalità organizzata:
non tanto cercando di riportare sulla retta via chi è già mafioso, ma provando
a evitare che si facciano coinvolgere dalla criminalità i bambini che vivono
per le strade e che ritengono che i mafiosi siano delle autorità e delle
persone degne di rispetto.
Nel corso delle sue omelie, comunque,
Don Pino si rivolge frequentemente ai mafiosi, dimostrando di non temere
(almeno pubblicamente) eventuali conseguenze. Grazie alla sua attività e ai
giochi che organizza, il parroco siciliano toglie dalla strada numerosi bambini
e ragazzi che, senza la sua presenza, sarebbero stati sfruttati per spacciare o
per compiere rapine, coinvolti in maniera irreparabile nella vita criminale.
Per questa sua attività, a Don Puglisi
vengono rivolte e recapitate numerose minacce di morte da parte di boss
mafiosi, di cui tuttavia non parla mai a nessuno.
Nel 1992 riceve l'incarico di direttore
spirituale del seminario arcivescovile di Palermo, e pochi mesi più tardi
inaugura il centro Padre Nostro a Brancaccio, finalizzato all'evangelizzazione
e alla promozione umana.
L'assassinio
Il 15 settembre del 1993, in occasione
del suo cinquantaseiesimo compleanno, Don Pino Puglisi viene ucciso poco prima
delle undici di sera in piazza Anita Garibaldi, davanti al portone di casa sua, nella zona orientale
di Palermo.
Dopo essere sceso dalla sua auto, una
Fiat Uno, viene avvicinato al portone da un uomo che gli spara contro alcuni
colpi diretti alla nuca. Le ultime parole di Don Pino sono "Me lo
aspettavo", accompagnate da un tragico sorriso.
L'assassino - verrà accertato dalle
indagini e dai processi successivi - è Salvatore Grigoli (autore
di più di quaranta omicidi,
come egli stesso confesserà), presente insieme con Gaspare Spatuzza e altre tre
persone: un vero e proprio commando composto anche da Luigi Giacalone, Cosimo
Lo Nigro e Nino Mangano.
I mandanti dell'omicidio sono, invece, i
capimafia Giuseppe e Filippo Gaviano (che per l'assassinio
verranno condannati all'ergastolo nel 1999).
I funerali del parroco si svolgono il 17
settembre: il suo corpo viene sepolto nel cimitero palermitano di Sant'Orsola,
e sulla tomba saranno riportate le parole "Nessuno ha un amore più
grande di questo: dare la vita per i propri amici", tratte dal Vangelo
di Giovanni.
Il film "Alla luce del sole"
Nel 2005, il regista Roberto Faenza
dirige il film "Alla luce del sole", in cui Don Pino Puglisi è interpretato
da Luca Zingaretti:
la pellicola è ambientata nella Palermo del 1991, e racconta la storia del
sacerdote e del suo impegno per allontanare i bambini del luogo dagli artigli
della malavita.
https://biografieonline.it/biografia-pino-puglisi
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