Lui le ha
uccise con il loro amore perché si volevano bene. Adesso hai visto com'è. È
così che va tutti i giorni, è così che va in ogni parte del mondo.
Non ne posso più di vivere in strada, solo come un pettirosso sotto la
pioggia, non ne posso più della gente cattiva, che mi fa del male. Per me è
come cocci di vetro piantati nella testa. Non ne posso più di tutte le volte
che ho voluto rimediare e non ho potuto. Soprattutto è il dolore. Ce n'è
troppo. Se potessi smettere di sentirlo lo farei. Ma non posso.», sussurra un
gigantesco omone dietro le sbarre in vena di confidenze prima della sua
esecuzione capitale. Per un uomo i cuoi modelli sono attori dalla una stazza
enorme, pronunciare queste battute significa cambiare registro. Da lui ci si sarebbe
aspettato una sparatoria o una scena di lotta alla Bud
Spencer. Invece no. Eccolo lì, tanto gigante quasi da non essere
contenuto nella sua stessa cella che soffre per il male del mondo, tanto
fragile da spezzarsi. Niente male per un titano che proteggeva i rapper e che
prima di approdare al cinema era stato anche un operaio per una società del
gas! La sua esecuzione è il momento topico de Il miglio verde, ma non l'unico. Ipermacho, fracassone, adrenalinico, Michael Clarke
Duncan nobilita con una dose massiccia di passione e bravura la figura di
quegli attori tutto muscoli che sembravano essere relegati a parti concentrate
di solo testosterone all'interno della celluloide. Ma ehi, a quando pare, non
servono solo i bicipiti ben torniti per arrivare al successo, e neanche
quell'impassibilità del viso in stile Sylvester Stallone o Mark Wahlberg! A volte, come nel suo caso, è bastato un
personaggio gentile con i buoni e commiserevole con i cattivi. Un ruolo leale,
romantico, idealista, incapace perfino di farsi giustizia da solo: un vero eroe
dei tempi moderni, un martire. Eccolo, questo grande attore senza un grande
ego, cui il cinema, e in particolare Hollywood, regala anche parti
diametralmente opposte: Tim Burton lo ha fatto diventare una vera e propria belva!
Mamma iperprotettiva e il lavoro da bodyguard
Figlio di una ragazza madre iperprotettiva e molto rigida nell'educazione, cresce a Chicago, lontano da droga e alcol e concentrandosi pienamente nella carriera scolastica. Al liceo, cerca di diventare un giocatore di football professionista e, con i suoi 198 centimetri di altezza e 130 di peso, furono moltissime le squadre americane che cercavano di contenderselo. Il problema però era sempre e solo uno: sua madre. La donna, infatti, aveva continuamente paura che suo figlio potesse ferirsi gravemente giocando, tanto è vero che mise fortemente i bastoni fra le ruote a Duncan quando anche persino i Bears di Chicago gli chiesero un'audizione negli Anni Ottanta. Dopo essersi diplomato, si iscrive all'Alcorn State University del Mississippi, ma disgraziatamente è costretto ad abbandonare gli studi per una lunga malattia che colpisce sua madre. Così Duncan trova lavoro come scavatore per la società del gas Peoples Gas Company di Chicago, arrotondando lo stipendio anche come guardia di sicurezza per una troupe teatrale. Con il segreto sogno di diventare attore, lascia il suo lavoro e parte per Hollywood dove spera di essere scritturato - si dice che avesse solo 20 dollari in tasca -, ma per la sua mole l'unica professione che sembra adatta a lui in quell'ambiente è quella del bodyguard per attori e rapper di colore come Martin Lawrence, Jamie Foxx, LL Cool J e Notorious B.I.G., del quale diventerà particolarmente amico. Lui accetta, pensando che se proprio gli andasse male la strada del successo potrebbe diventare anche un poliziotto per i LAPD.
Mi manda Will Smith
Nel 1995, qualcosa comincia a muoversi e dopo alcuni provini viene contattato prima per una piccola parte in un episodio di Renegade (1995) con Lorenzo Lamas, poi per un ruolo nella pellicola di F. Gary Gray Friday (1995) con Ice Cube, Chris Tucker, Nia Long e Regina King. Il primo passo è fatto, ora non rimane che compierne altri e se conosciamo così tanto Duncan è giusto dare il merito all'attore che lo ha raccomandato più di tutti: Will Smith. Duncan era infatti la sua guardia del corpo e fraternizzò molto con l'attore e cantante americano di colore, tanto è vero che proprio Smith gli chiese di recitare con lui in una puntata de Willy - Il principe di Bel Air (1995), spingendolo a piene mani nei meccanismi del piccolo schermo e permettendogli così di lavorare anche in altri telefilm come Sposati con figli (1995) e Weird Science (1996).
Il successo con Il miglio verde
Notato dai produttori, Duncan riesce ad avere anche una piccola parte ne Bulworth - Il senatore (1998) di e con Warren Beatty, passando poi a un numero abbastanza elevato di pellicole in cui era affiancato da Bruce Willis: Armageddon - Giudizio finale (1998) e La colazione dei campioni (1999) anche con Nick Nolte. Ma è ancora grazie a Will Smith che Duncan riesce a ottenere il ruolo più rilevante della sua carriera. Smith, dopo aver letto il libro di Stephen King "Il miglio verde" e dopo aver saputo che Frank Darabont lo vuole portare sui grandi schermi, parla direttamente con il regista e gli raccomanda caldamente il suo amico per il ruolo del gigantesco uomo di colore dai poteri divini accusato ingiustamente dell'assassinio di due bambine. Darabont accetta e nel 1999, Duncan si distingue per credibilità e passione della sua recitazione, rimanendo più impresso degli altri suoi colleghi sul set: Tom Hanks, David Morse, James Cromwell, Bonnie Hunt, Sam Rockwell e Barry Pepper, ottenendo fra l'altro una nomination agli Oscar e ai Golden Globe come miglior attore non protagonista. È talmente famoso che persino gli MTV Movie Award lo candidano per la miglior performance maschile! Dopo questo exploit, Duncan si costruisce una carriera tutta Hollywoodiana: recita ancora accanto a Bruce Willis in FBI - Protezione testimoni (2000) e nel suo sequel (2004) e viene diretto persino da Tim Burton che lo trasforma in un guerriero gorilla in Planet of Apes - Il pianeta delle scimmie (2001) con Charlton Heston.
La carriera nel doppiaggio
Nel frattempo, Duncan trova un nuovo amore, quello per il doppiaggio. La sua voce particolarmente cavernosa sarà infatti adatta per doppiare cartoni animati come: King of the Hill (2002), Kim Possible (2003), The Proud Family (2003), Teen Titans (2005), il film tv Dinotopia (2005) e Le avventure di Jimmy Neutron (2003-2005).
Altri film
Nel 2005, è ancora con Bruce Willis nel nutrito cast della pellicola Sin City, poi nel 2007 verrà diretto da Anthony Hopkins ne Slipstream - Nella mente oscura di H., prendendo poi parte al telefilm CSI - NY (2005). Se lo incontrate in mezzo alla strada, non siate timidi o paurosi: a chiunque lo riconosca e dica il suo nome per intero Michael Clarke Duncan regala 5 dollari... Una forma un po' speciale di beneficenza o di gratitudine? Non lo sappiamo, ma quello che è certo è che siamo ben lieti di vere un attore che con amore, attenzione e disciplina è riuscito a smettere di preoccuparsi di cosa gli altri potessero pensare di lui, abbassando la guardia e mostrando la vulnerabilità necessaria per vestire i panni di John Coffey.
Michael Clarke Duncan muore a Los Angeles, all'età di 54 anni, in seguito ad un attacco di cuore.
Mamma iperprotettiva e il lavoro da bodyguard
Figlio di una ragazza madre iperprotettiva e molto rigida nell'educazione, cresce a Chicago, lontano da droga e alcol e concentrandosi pienamente nella carriera scolastica. Al liceo, cerca di diventare un giocatore di football professionista e, con i suoi 198 centimetri di altezza e 130 di peso, furono moltissime le squadre americane che cercavano di contenderselo. Il problema però era sempre e solo uno: sua madre. La donna, infatti, aveva continuamente paura che suo figlio potesse ferirsi gravemente giocando, tanto è vero che mise fortemente i bastoni fra le ruote a Duncan quando anche persino i Bears di Chicago gli chiesero un'audizione negli Anni Ottanta. Dopo essersi diplomato, si iscrive all'Alcorn State University del Mississippi, ma disgraziatamente è costretto ad abbandonare gli studi per una lunga malattia che colpisce sua madre. Così Duncan trova lavoro come scavatore per la società del gas Peoples Gas Company di Chicago, arrotondando lo stipendio anche come guardia di sicurezza per una troupe teatrale. Con il segreto sogno di diventare attore, lascia il suo lavoro e parte per Hollywood dove spera di essere scritturato - si dice che avesse solo 20 dollari in tasca -, ma per la sua mole l'unica professione che sembra adatta a lui in quell'ambiente è quella del bodyguard per attori e rapper di colore come Martin Lawrence, Jamie Foxx, LL Cool J e Notorious B.I.G., del quale diventerà particolarmente amico. Lui accetta, pensando che se proprio gli andasse male la strada del successo potrebbe diventare anche un poliziotto per i LAPD.
Mi manda Will Smith
Nel 1995, qualcosa comincia a muoversi e dopo alcuni provini viene contattato prima per una piccola parte in un episodio di Renegade (1995) con Lorenzo Lamas, poi per un ruolo nella pellicola di F. Gary Gray Friday (1995) con Ice Cube, Chris Tucker, Nia Long e Regina King. Il primo passo è fatto, ora non rimane che compierne altri e se conosciamo così tanto Duncan è giusto dare il merito all'attore che lo ha raccomandato più di tutti: Will Smith. Duncan era infatti la sua guardia del corpo e fraternizzò molto con l'attore e cantante americano di colore, tanto è vero che proprio Smith gli chiese di recitare con lui in una puntata de Willy - Il principe di Bel Air (1995), spingendolo a piene mani nei meccanismi del piccolo schermo e permettendogli così di lavorare anche in altri telefilm come Sposati con figli (1995) e Weird Science (1996).
Il successo con Il miglio verde
Notato dai produttori, Duncan riesce ad avere anche una piccola parte ne Bulworth - Il senatore (1998) di e con Warren Beatty, passando poi a un numero abbastanza elevato di pellicole in cui era affiancato da Bruce Willis: Armageddon - Giudizio finale (1998) e La colazione dei campioni (1999) anche con Nick Nolte. Ma è ancora grazie a Will Smith che Duncan riesce a ottenere il ruolo più rilevante della sua carriera. Smith, dopo aver letto il libro di Stephen King "Il miglio verde" e dopo aver saputo che Frank Darabont lo vuole portare sui grandi schermi, parla direttamente con il regista e gli raccomanda caldamente il suo amico per il ruolo del gigantesco uomo di colore dai poteri divini accusato ingiustamente dell'assassinio di due bambine. Darabont accetta e nel 1999, Duncan si distingue per credibilità e passione della sua recitazione, rimanendo più impresso degli altri suoi colleghi sul set: Tom Hanks, David Morse, James Cromwell, Bonnie Hunt, Sam Rockwell e Barry Pepper, ottenendo fra l'altro una nomination agli Oscar e ai Golden Globe come miglior attore non protagonista. È talmente famoso che persino gli MTV Movie Award lo candidano per la miglior performance maschile! Dopo questo exploit, Duncan si costruisce una carriera tutta Hollywoodiana: recita ancora accanto a Bruce Willis in FBI - Protezione testimoni (2000) e nel suo sequel (2004) e viene diretto persino da Tim Burton che lo trasforma in un guerriero gorilla in Planet of Apes - Il pianeta delle scimmie (2001) con Charlton Heston.
La carriera nel doppiaggio
Nel frattempo, Duncan trova un nuovo amore, quello per il doppiaggio. La sua voce particolarmente cavernosa sarà infatti adatta per doppiare cartoni animati come: King of the Hill (2002), Kim Possible (2003), The Proud Family (2003), Teen Titans (2005), il film tv Dinotopia (2005) e Le avventure di Jimmy Neutron (2003-2005).
Altri film
Nel 2005, è ancora con Bruce Willis nel nutrito cast della pellicola Sin City, poi nel 2007 verrà diretto da Anthony Hopkins ne Slipstream - Nella mente oscura di H., prendendo poi parte al telefilm CSI - NY (2005). Se lo incontrate in mezzo alla strada, non siate timidi o paurosi: a chiunque lo riconosca e dica il suo nome per intero Michael Clarke Duncan regala 5 dollari... Una forma un po' speciale di beneficenza o di gratitudine? Non lo sappiamo, ma quello che è certo è che siamo ben lieti di vere un attore che con amore, attenzione e disciplina è riuscito a smettere di preoccuparsi di cosa gli altri potessero pensare di lui, abbassando la guardia e mostrando la vulnerabilità necessaria per vestire i panni di John Coffey.
Michael Clarke Duncan muore a Los Angeles, all'età di 54 anni, in seguito ad un attacco di cuore.
Premi & Nomination
Premio Oscar 2000
Nomination miglior attore non protagonista per il film Il miglio verde di Frank Darabont
Golden Globes 2000
Nomination miglior attore non protagonista per il film Il miglio verde di Frank Darabont
SAG Awards 2000
Nomination miglior attore non protagonista per il film Il miglio verde di Frank Darabont
Nomination miglior attore non protagonista per il film Il miglio verde di Frank Darabont
Nomination miglior attore non protagonista per il film Il miglio verde di Frank Darabont
Nomination miglior attore non protagonista per il film Il miglio verde di Frank Darabont
https://www.mymovies.it/biografia/?a=26803
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