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martedì 4 agosto 2020

Lo Sapevate Che:Strage Italicus, 45 anni fa


Tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Ottanta, il nostro Paese ha conosciuto un’estremizzazione del contesto politico – piegata alle logiche di quella che viene definita “strategia della tensione” -, tale da produrre violenza, lotta armata e terrorismo. Sono i cosiddetti “anni di piombo”, che, tra massoneria, servizi segreti deviati e complotti, si caratterizzano, appunto, soprattutto per gli omicidi mirati, gli attentati e le diverse stragi  con le bombe, sulle quali, dopo tanto tempo, ancora si cerca di fare  chiarezza e di stabilire la verità.

Dunque, tra le numerose stragi, oggi, è sicuramente doveroso ricordare quella che fu eseguita proprio il 4 agosto del 1974, ovvero l’esplosione sul treno Italicus. Un ordigno dotato di timer legato a una sveglia, fu disposto, all’interno di una valigia, sulla quinta   vettura del treno espresso 1486 (“Italicus”), proveniente da Roma e diretto a Monaco di Baviera, via Brennero. Come camera di scoppio fu scelta la Grande Galleria dell’Appennino, che con i suoi diciotto chilometri e mezzo avrebbe amplificato gli effetti devestanti. Invece, per fortuna, il treno era in ritardo, e alle 1.23, quando avvenne lo scoppio, la quinta carrozza si trovava a soli cinquanta metri dall’uscita della galleria. Se il mezzo, infatti, non avesse accumulato qualche minuto di ritardo, quasi sicuramente, le morti sarebbero state molte di più. Così, grazie alla forza d’inerzia il convoglio riuscì a raggiungere la stazione di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, con una sola vettura in fiamme. Dodici persone rimasero carbonizzate mentre quarantotto  risultarono ferite, di queste alcune persero la vista, altre furono irrimediabilmente sfigurate. Il capostazione di San Benedetto diede l’allarme e accorsero altri ferrovieri svegliati dal boato. Vennero così organizzati i primi soccorsi e i feriti più gravi furono inviati a Bologna . A bordo, tra l’altro – secondo quanto rivelò la figlia – avrebbe dovuto esserci anche Aldo Moro, ma un impegno, all’ultimo minuto, gli fece perdere la corsa con la quale avrebbe dovuto raggiungere la famiglia in vacanza.

Quello dell’Italicus è ritenuto uno dei più gravi attentati  assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, alla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980. Anche in questo caso, come per gli altri, furono incriminati come esecutori diverse personalità legate all’eversismo neofascista, ma l’iter processuale si è concluso con l’assoluzione degli imputati. Si tratta, dunque, dell’ennesima strage “senza colpevoli”. Ricordare, pertanto, è quanto mai necessario affinché, almeno la Storia, possa restituire giustizia e si possa iniziare a far luce su un periodo molto buio e vergognoso.

Una menzione speciale merita, infine, il ferroviere di Forlì, Silver Sirotti,  insignito di Medaglia d’oro al valor civile alla memoria, il quale, munito di estintore, si lanciò tra le fiamme per soccorrere i viaggiatori intrappolati  e per questo suo gesto di eroismo perse la vita. Stefano Bonazzi Vittorio Santi

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