Il 13 agosto 1942 Bambi, lungometraggio
di animazione prodotto da Walt Disney, venne distribuito nei cinema dalla RKO
Radio Pictures.
Ultimo dei cinque lungometraggi del
periodo d’oro di Walt Disney, che andò dal 1937 al 1942, uscì dopo Biancaneve e
i Sette Nani, Pinocchio, Fantasia e Dumbo, l’Elefante Volante. Tra questi fu il
film che ricevette il maggior numero di nomination all’Oscar: miglior
sonoro (Sam Slyfield), miglior canzone (Love Is a Song cantata in
originale da Donald Novis) e miglior colonna sonora (composta originariamente
da Frank Churchill, Larry Morrey e Ed Plumb), ma non vinse
nessuna statuetta.
Il 13 agosto 1942 Bambi, lungometraggio
di animazione prodotto da Walt Disney, venne distribuito nei cinema dalla RKO
Radio Pictures.
Ultimo dei cinque lungometraggi del
periodo d’oro di Walt Disney, che andò dal 1937 al 1942, uscì dopo Biancaneve e
i Sette Nani, Pinocchio, Fantasia e Dumbo, l’Elefante Volante. Tra questi fu il
film che ricevette il maggior numero di nomination all’Oscar: miglior
sonoro (Sam Slyfield), miglior canzone (Love Is a Song cantata in
originale da Donald Novis) e miglior colonna sonora (composta originariamente
da Frank Churchill, Larry Morrey e Ed Plumb), ma non vinse
nessuna statuetta.
Alcune difficoltà
Fu un film sofferto. Walt Disney cambiò
spesso team e sceneggiatura e l’acquisizione dei diritti del romanzo da cui è
tratto il lungometraggio, opera di Felix Salten, pseudonimo dell’autore
ungherese naturalizzato austriaco Siegmund Salzmnann, non fu semplice.
Alla sua uscita non recuperò i costi di
produzione; lo sciopero del 1941 aveva bloccato a lungo la lavorazione dei film
e Walt Disney aveva licenziato sindacalisti e scioperanti, tra cui alcuni dei
migliori disegnatori, anche se poi, dopo un intervento governativo, aveva
dovuto fare delle concessioni.
Bambi fu un lungometraggio molto
dispendioso in termini economici; nel 1940, quando venne definita completamente
la sceneggiatura, era costato già 858 mila dollari. Quando Fantasia e Pinocchio
non ottennero il successo previsto come incassi al cinema, per paura che la
crisi si facesse insormontabile, gli studi decisero di realizzare e distribuire
subito Dumbo e il corto Il Drago Recalcitrante. Gli incassi dei due film
permisero di continuare la realizzazione di Bambi, anche se c’erano ancora
problemi economici, scioperi, licenziamenti e Guerra da fronteggiare.
La Guerra infatti incise notevolmente
sugli incassi del film negli Stati Uniti e anche sulla sua distribuzione
all’estero. Una riedizione del 1947 permise di recuperare gli incassi persi con
la prima uscita del 1942.
Bambi, la vita di un
capriolo
Il cartone si ispira al romanzo del 1923
dell’austriaco Felix Salten Bambi, la vita di un capriolo (Bambi,
ein Leben im Walde) dove i protagonisti sono Bambi, il giovane cerbiatto
principe della foresta, i suoi genitori, ovvero il Grande Principe della
foresta e la madre senza nome e i suoi amici (il coniglietto Tamburino, la
puzzola Fiore e la cerbiatta Faline, sua futura compagna).
l realismo di Bambi
I personaggi di Walt Disney risultano
più antropomorfi rispetto a quelli di Salten.; il team ha deciso di staccarsi
dal romanzo per dare più risalto alla descrizione degli animali e della natura;
molte sono le panoramiche sulla vita del bosco, con immagini suggestive e
fortemente realistiche. Le abitudini degli animali vengono infatti ritratte in
maniera molto fedele.
Quando uscì il film era in totale contrasto a livello stilistico
con il repertorio disneyano fino a quel momento realizzato, specialmente se si
considera che due anni prima era stata la volta di Fantasia. Dall’astrazione
al realismo: la scena straziante in cui Bambi chiama invano sua madre non può
che toccare il cuore di tutti gli spettatori; sarà il padre a dirgli che la
madre non tornerà. L’evento segna la fine dell’infanzia per il principino della
foresta.
L’intento di Walt Disney era
quello di oltrepassare i limiti del concetto di animazione e di dare vita ad un
film in grado di rappresentare in maniera il più possibile vera e cruda la vita
della foresta. La storia gode di svariati intermezzi musicali, mentre i
dialoghi sono ridotti al minimo. Il produttore amava definire la pellicola oro
puro.
Bambi è uno dei prodotti Disney
migliori, che conserva il fascino e la magia anche a distanza di decenni.
Grazie alle sublimi orchestrazioni musicali tutto, anche le scene più semplici,
acquista un sapore diverso e si trasforma in arte, in spettacolo.
Il film è una metafora della
vita di ciascun uomo: si vede Bambi provare ad alzarsi per la prima volta,
Bambi alle prese con la prima passeggiata e Bambi che tenta di pronunciare le
sue prime parole.
Alcune critiche
Le critiche furono proprio in merito al
realismo del film e si chiese se non sarebbe stato meglio risparmiare molti
dollari filmando animali veri nel bosco. Le recensioni alla sua uscita furono
discordanti e riguardavano non solo l’animazione realistica ma anche la storia
della lotta contro i malvagi umani. Il New York Times sostenne che “Nella
ricerca della perfezione, il signor Disney è arrivato pericolosamente vicino a
buttare via tutto il suo mondo di fantasia a cartoni animati“, mentre il
critico cinematografico Manny Farber lo definì completamente sgradevole
aggiungendo che “Nel tentativo di superare il realismo dei film in carne e
ossa, egli [Disney] ha rinunciato alla fantasia, che era più o meno l’elemento
magico“. Tali critiche non ebbero vita lunga e oggi il film è considerato
un classico.
Curiosità su Bambi
·
Nonostante il romanzo di Salten abbia il
titolo Bambi, vita di un capriolo, Bambi nell’adattamento disneyano è un cervo
dalla coda bianca e non un capriolo, dato che questa specie non è presente nel
territorio americano.
·
Oltre a Bambi, la Diseny trasse altri
due film dai romanzi di Salten. Si tratta di Perri lo Scoiattolo (1957) e il
Cane di Firenze (Geremia, Cane e Spia, 1959), lungometraggi non animati.
·
Molto probabilmente chi parlò di Salten
a Disney fu lo scrittore tedesco Thomas Mann, premio Nobel nel 1929, che
conobbe lo scrittore austriaco in Svizzera, in fuga dal Nazismo. Gli raccontò
dell’opera di Salten probabilmente nel 1935 in occasione della consegna della
laurea honoris causa conferita dall’ Università di Harvard a Mann e Walt
Disney.
·
Anche l’Italia contribuì alla
realizzazione di Bambi; Disney si mise in contatto col pittore Rico Lebrun,
nato a Napoli nel 1900 e in quel periodo docente al Chouinard Art Institute di
Los Angeles, chiedendogli di insegnare ai disegnatori come riprodurre gli
animali. Negli studi per la prima volta vennero portati degli animali veri.
·
Retta Scott fu la prima donna
disegnatrice ad essere inserita nei titoli di coda di un film di animazione di
Walt Disney. Assunta ai Disney Studios durante la realizzazione di Bambi, Walt
Diseny notò la sua bravura e la promosse ad animatrice, un gesto importante se
si considera che le donne a quei tempi potevano ambire a soli ruoli marginali,
di rifinitura. È di Retta Scott la scena in cui i cani inseguono Faline, la
compagna di Bambi.
·
Bambi ha generato l’Effetto Bambi, per
cui la morte di un animale brutto è meno sentita di quella di un animale bello,
e la Sindrome Bambi, ovvero la compassione e la preoccupazione umana per il
destino degli animali a causa dell’azione dell’uomo. Ha dato vita a discussioni
legate alla sensibilizzazione dei diritti degli animali e anche Paul McCartney
ha spesso dichiarato che è stato proprio Bambi ad aprirgli gli occhi.
Bambi 2- Bambi e il
Grande Principe della Foresta
Distribuito
come midquel di Bambi mostra il Grande Principe della Foresta
lottare per crescere Bambi senza madre e i dubbi che nutre Bambi sull’amore del
padre. Uscito negli Usa direct-to-video, ma in svariati paesi, come in Italia,
dove è stato distribuito il 3 febbraio 2006, è uscito al cinema. by Elisa
Viucchi https://www.periodicodaily.com/13-agosto-1942-esce-bambi-film-di-animazione-disney
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