Gigantesca figura di pensatore che ha
condizionato il corso di gran parte dell'Ottocento e sicuramente di tutto il
Novecento, Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce il 15 ottobre 1844 in un piccolo
villaggio della Sassonia prussiana. Figlio di un pastore protestante, il
piccolo Friedrich viene cresciuto in un'atmosfera carica di sentimento
religioso, seppur stemperato dalla mitezza tipica dell'approccio riformato.
Morto il padre nel 1848, la madre si
vede costretta a trasferirsi a Naumburg, cittadina dove poteva contare
sull'aiuto di numerosi parenti. Nel 1851 Friedrich entra in una scuola privata
a Pforta dove impara i primi rudimenti di religione, latino e greco, oltre che
di musica, che sarà l'altra grande passione della sua vita (tanto che per lungo
tempo non saprà se dedicarsi alle lettere e alla filosofia oppure
all'arte delle sette note). Febbricitante per le nuove scoperte culturali,
scrive poesie e compone musica, mentre la sua famiglia, senza mai un attimo di
pace, si trasferisce in un'altra casa di Naumburg.
Tra le sue letture giovanili si
annoverano Byron, Holderlin, Emerson, Sterne, Goethe, Feuerbach.
Nel 1860 fonda con alcuni amici l'associazione musicale-letteraria
"Germania"; negli scritti composti per tale associazione ("Fato
e volontà", "Libertà della volontà e fato") è già indicata la
tendenza antimetafisica del pensiero nietzscheano futuro.
Divenuto celebre con le prime opere
"La nascita della tragedia dallo spirito della musica" (1872), in cui
si avvertivano gli influssi di Schopenhauer e
dell'allora osannato compositore Richard Wagner,
dà alla luce una serie di opere dal potente contenuto teorico: le
"Considerazioni inattuali" (scritte dal 1873 al 1876 e di cui la
quarta è appunto dedicata a Wagner) e "Umano troppo umano" (1878).
Nietzsche espresse però il suo pensiero
maturo in "Aurora" (1881), "La gaia scienza" (1882),
"Così parlò Zarathustra" (1883-1885), "Al di là del bene e del
male" (1886).
Il pensiero di Nietzsche si caratterizza
per il suo carattere demistificatore e distruttore, talvolta persino eversivo.
Nietzsche infatti contesta duramente gli ideali positivisti e borghesi tipici
del suo tempo (è un "inattuale" e ne è perfettamente cosciente), così
come la fiducia nel progresso di una società illuminata dal cosiddetto pensiero
scientifico. Altri suoi bersagli sono l'idea del benessere diffuso e ogni forma
di verità e di moralità costituita, che il pensatore concepisce come derivanti
da fondamenti materiali e sempre strettamente legate a condizionamenti
psicologici e sociali, in altre parole da rapporti di forze che si esplicano
vuoi nell'intimo del proprio Io come nella società.
A questa critica demistificatrice si
oppone l'idea nietzschiana del "superuomo", cioè della tensione verso
un oltre-uomo che è la volontà di creare un nuovo modo di essere in cui si
esprime pienamente la "volontà di potenza", e cioè la creatività
dell'io, di là dal convenzionalismo morale e sociale cui è ora sottoposto,
codificato in imperativi religioso-sociali.
Questa liberazione di energie compresse
dell'uomo e la critica radicale d'ogni etica e d'ogni rappresentazione del
mondo tradizionali ebbero notevole influenza sulla letteratura di fine secolo e
oltre. Nietzsche divenne così il filosofo della
crisi, il fondatore d'un modo di pensare nuovo.
Quanto alla sua idea del superuomo,
inteso come il giusto trionfatore di una massa di deboli o schiavi, va senza
dubbio corretta: Nietzsche non fu l'estensore d'un vangelo della violenza, ma
intese porre le condizioni di sviluppo d'una civiltà e di un'idea dell'uomo
radicalmente rinnovate.
Da sempre terribilmente sofferente di
ogni genere di malattie, Nietzsche muore il 25 agosto del 1900 dopo una lenta
agonia che ha contemplato negli ultimi anni anche l'insorgere della pazzia
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