“Vedo la terra! E'
così bella! Yuri Gagarin”
Icaro redivivo
L'astronauta russo Jurij Alekseevič
Gagarin nasce il 9 marzo 1934. Cresciuto in un'azienda collettiva di quelle
create in Russia dopo la Rivoluzione, in cui il padre faceva il falegname, vive
la tremenda esperienza dell'invasione del suo Paese da parte della Germania. Il
padre di Yuri, per contrastare l'avanzata dei nazisti, si arruola
nell'esercito, mentre la madre cerca di portare lui e suo fratello maggiore,
con l'intento di proteggerli, il più lontano possibile dai conflitti e dalle
battaglie.
In seguito, nel suo percorso scolastico,
attirato dalle materie scientifiche, decide di specializzarsi in qualche
settore tecnico, inscrivendosi ad una scuola di stampo professionale in Mosca.
Gli anni di studio sono segnati da
difficoltà economiche di vario tipo, tanto che più volte è costretto ad
abbandonare la scuola per intraprendere qualche lavoro di tipo manuale e poco
qualificato.
Mentre è ancora studente inizia ad
interessarsi agli aerei e a tutto ciò che è in grado si solcare il cielo,
iscrivendosi presto alla locale scuola di volo.
Si accorge, e per primi i
suoi insegnanti, che è dotato di un vero e proprio talento in questo campo e
una volta diplomato nel 1955 entra nell'aviazione sovietica. Anche in mezzo a
provetti piloti, appare chiaro che le doti del giovane asso sono sopra la
media, tanto che viene sottoposto a test che esulano dai normali standard o a
prove altamente specializzate. Non solo: l'aviazione lo sceglie anche per
testare nuovi sistemi e apparecchiature di volo. Il passo da lì a desiderare di
volare "più in alto" è breve. Si offre infatti volontario per
diventare astronauta.
Non molto tempo dopo un
volo intorno alla Terra di
108 minuti consegnava alla storia come primo uomo nello spazio uno sconosciuto
ufficiale di 27 anni dell'aviazione sovietica. Era il 12 aprile 1961.
La sua missione, come la
maggior parte delle imprese spaziali sovietiche, non viene preannunciata.
Gagarin viene lanciato alle 9:07 - ora di Mosca - dal cosmodromo di Baikonur
all'interno dell'astronave "Vostok 1", del peso di 4,7 t.
Entrato regolarmente in
orbita, compie un giro attorno alla Terra,
raggiungendo una distanza massima di 344km (apogeo) e minima di 190 km
(perigeo). Gagarin è stato il primo uomo a sperimentare lo stato di
imponderabilità e ad effettuare osservazioni del nostro pianeta dallo spazio
esterno.
Dopo 78 minuti di volo
accese i retrorazzi che frenarono la corsa della "Vostok" e la
portarono sulla traiettoria del rientro. I sovietici sostennero che
l'astronauta rimase all'interno della capsula, la quale scese dolcemente per
mezzo di paracadute sulla terra ferma; secondo fonti
americane, invece, l'astronauta fu catapultato a sette mila metri di altezza e
discese con un proprio paracadute. L'atterraggio avvenne alle ore 10:55.
L'impresa di Gagarin è
considerata fondamentale perché dimostra che l'uomo può resistere alle tremende
sollecitazioni della partenza e del rientro all'ambiente ostile dello spazio
extraterrestre.
Dopo Gagarin, primo
astronauta della storia e primo uomo che ha portato a compimento un volo
spaziale attorno alla Terra,
bisognerà attendere vent'anni esatti per vedere lanciato da Cape Canaveral il
primo shuttle statunitense.
L'exploit di Gagarin è un
trionfo per l'Urss. L'America avrebbe recuperato il terreno che la separava dai
sovietici, arrivando sulla Luna solo
otto anni più tardi. Il volo nello spazio è stato segnato indelebilmente
dalla guerra fredda, e ogni lancio era
l'occasione - per una superpotenza o per l'altra - di piantare la propria
bandiera. Oggi i giorni del confronto spaziale tra superpotenze sono finiti, e
Russia e Stati Uniti lavorano insieme per costruire la stazione spaziale Alpha.
Gagarin muore
prematuramente a soli trentaquattro anni. Passano solo sette anni dalla sua
conquista dello spazio quando il 27 marzo 1968 muore a bordo di un caccia da
addestramento. Il caccia, un Mig 15, aveva a bordo anche un pilota collaudatore
molto esperto: per ordine del Cremlino, Gagarin non poteva volare da solo (per
questioni di sicurezza). Sempre il Cremlino gli aveva impedito anche di
ritornare nello spazio: un eroe non doveva morire per qualche incidente. Invece
nella più banale delle situazioni Gagarin cadde. Ma il mistero sulla sua fine è
fitto. Varie sono le spiegazioni avanzate ufficiali e ufficiose. Ecco le
principali:
1) Dopo l'incidente vennero
avviate diverse inchieste le quali spiegarono che il Mig-15 di Gagarin era
entrato nella scia di una altro caccia in volo. Il Mig perse il controllo è
precipitò. Nella zona, non lontano da Mosca, c'era un fitta nebbia e i due jet
non si erano visti.
2) Il controllo del traffico
aereo militare era molto carente e autorizzò il volo del caccia nella zona dove
volava Gagarin quando doveva invece impedirlo. Tenendo conto che i due jet non
potevano volare a vista i controllori dovevano esercitare un controllo che
invece non c'è stato.
3) Il servizio
meteorologico nella zona di volo di Gagarin non aveva segnalato la presenza di
dense nubi basse nelle quali invece si venne a trovare il Mig. Per un'avaria all'altimetro
il caccia fece delle manovre troppo basse finendo al suolo.
4) C'è infine un'ipotesi
fantasiosa. Quella dell'omicidio che sarebbe stato ordinato dal Cremlino dove
allora comandava Breznev, per togliere di mezzo un personaggio che stava
diventando ingombrante e poco gestibile.
Il mistero rimane.
A Juri Gagarin è stato
dedicato in Russia il centro di addestramento dove si preparano i cosmonauti
prescelti per le varie missioni spaziali e a suo onore è stato eretto a Mosca
nel 1980 un monumento alto 40 metri, costruito in Titanio. https://biografieonline.it/biografia-yuri-gagarin
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