L'educazione è il pane
dell'anima. Giuseppe
Mazzini
Spirito indomito
Il padre del Risorgimento italiano nasce
a Genova il 22 giugno 1805, terzogenito di tre bambini. Era stato preceduto
dalle due sorelle, Rosa e Antonietta.
Ragazzino sveglio e vivace, già
adolescente sente vivo e forte l'interesse per le tematiche politiche,
soprattutto quelle concernenti l'Italia, vero e proprio destino annunciato.
Nel 1820 è ammesso all'Università;
avviato in un primo tempo agli studi di medicina, passa a quelli di legge. Nel
1826 scrive il suo primo saggio letterario, "Dell'amor patrio di Dante", pubblicato l'anno successivo. Poco dopo la
laurea, entra a far parte della cosiddetta Carboneria, ossia una società
segreta con finalità rivoluzionarie.
Per dare un valore sempre più propulsivo
alle sue idee, inizia una collaborazione con "L'indicatore genovese",
giornale che si professava letterario a mò di copertura, presto soppresso dal
governo Piemontese il 20 dicembre. Detto fatto, si sposta e comincia a
collaborare invece all'"Indicatore livornese". Intanto,
parallelamente all'attività pubblicistica, svolge una ben più concreta attività
di persuasione fra la gente, viaggiando in Toscana e cercando aderenti alla
Carboneria. Una violenta delusione è però pronta ad attenderlo. Il 21 ottobre,
a Genova, è tradito e denunciato alla polizia quale carbonaro. Il 13 novembre è
arrestato e chiuso in carcere nella fortezza di Savona.
Non essendo emerse prove a
suo carico gli fu offerto o di vivere al "confino" in qualche
sperduto borgo del regno sotto la sorveglianza della polizia o di andare in
esilio a Marsiglia: decide per la seconda soluzione: esce dal Regno Sardo il 10
febbraio 1831. L'animo è provato ma non certo abbattuto. L'attività di lotta
prosegue. Si reca così a Ginevra, dove incontra alcuni esuli; passa a Lione e
vi trova alcuni proscritti italiani; con essi parte per la Corsica, sperando di
portare aiuto agli insorti dell'Italia centrale. Rientrato in Francia fonda a
Marsiglia la Giovine Italia che si propone di costituire la Nazione "Una,
Indipendente, Libera, Repubblicana". Fa stampare una lettera aperta
a Carlo Alberto,
appena salito al trono per esortarlo a prendere l'iniziativa della riscossa
italiana.
Grazie allo spirito
profondamente religioso e alla dedizione verso lo studio degli avvenimenti
storici, egli aveva compreso come solo una stato di tipo repubblicano avrebbe
potuto permettere il raggiungimento degli ideali di libertà, uguaglianza e
fraternità propri della Rivoluzione Francese. Per questo formulò il
programma più radicale fra tutti quelli dibattuti nel corso del Risorgimento
italiano e, fedele alle sue idee democratiche, avversò la formazione di uno
stato monarchico.
Nel 1832, a Marsiglia,
inizia la pubblicazione della rivista "La Giovine Italia", che ha
come sottotitolo "Serie di scritti intorno alla condizione politica,
morale e letteraria dell'Italia, tendenti alla sua rigenerazione".
L'iniziativa ha buon successo e ben presto L'associazione Giovine Italia si
estende anche nell'ambito militare. Nel Regno Sardo sono condannati a morte
vari affiliati. Per la sua attività rivoluzionaria, Mazzini è condannato a
morte in contumacia il 26 ottobre dal Consiglio Divisionale di Guerra di
Alessandria.
Il 2 febbraio 1834 fallisce
il tentativo di invasione della Savoia. Mazzini ripara nella Svizzera. si
accorda con patrioti esuli
di tutte le nazionalità oppresse; Favorisce la costituzione delle società, più
o meno segrete, Giovine Polonia, Giovine Germania, che, collegate con la
Giovine Italia formano la Giovine Europa, tendente a costituire le libere
nazioni europee affratellate. Il Gran Consiglio di Berna espelle Mazzini che
aveva anche promosso la Costituzione della Giovine Svizzera. Nell'ottobre, con
i fratelli Ruffini, è a Grenchen. Seguono numerosi spostamenti.
1836 Il 28 maggio è
arrestato a Soletta; poco dopo la Dieta Svizzera lo esilia in perpetuo dallo
Stato. Si reca a Parigi, dove il 5 luglio è arrestato; è rilasciato a patto che
parta per l'Inghilterra. Nel 1837 gennaio giunge a Londra. E' in miseria:
riceverà più tardi modesti compensi per la collaborazione a giornali e riviste
inglesi.
Siamo ormai nel 1840. Il 30
aprile ha ricostituito la Giovine Italia. Il 10 novembre inizia a Londra la
pubblicazione del periodico "Apostolato popolare", che reca nel
sottotitolo "Libertà, Eguaglianza, Umanità, Indipendenza, Unità - Dio e il
popolo - Lavoro e frutto proporzionato".
1841 Fonda una scuola
gratuita per i fanciulli poveri in Londra.
L'8 settembre 1847, da
Londra, sottoscrive una lunga lettera a Pio IX indicandogli
ciò che dovrebbe e potrebbe fare poi si reca a Parigi dove detta lo statuto
dell'Associazione Nazionale Italiana. Il 7 aprile giunge a Milano liberata
dagli austriaci. Fonda il quotidiano "L'Italia del popolo", nel quale
chiarisce le proprie idee sul modo di condurre la guerra. Nell'agosto lascia
Milano per l'arrivo degli austriaci, raggiunge Garibaldi a
Bergamo e lo segue in qualità di alfiere. L'8 agosto ripara in Svizzera, dove
rimarrà fino al 5 gennaio 1849.
Il 9 febbraio 1849 è
proclamata la Repubblica Romana. Goffredo Mameli telegrafa
a Mazzini: "Roma Repubblica, venite!". Il 5 marzo entra in Roma
"trepidante e quasi adorando". Il 29 marzo è nominato triumviro. Il
30 giugno, di fronte all'impossibilità di resistere oltre in Roma, respinta la
sua proposta di uscire con l'esercito e trasferire altrove la guerra, si
dimette con gli altri triumviri perché dichiara di essere stato eletto a
difendere, non ha sotterrare la Repubblica. Entrati i nemici, parte il 12
luglio per Marsiglia. Si reca quindi a Ginevra e successivamente a Losanna,
dove è costretto a vivere nascostamente.
Nel 1851 torna nel gennaio
a Londra, dove si fermerà fino al 1868, salvo numerose visite di settimane o di
pochi mesi nel continente. Fonda nella capitale inglese la società "Amici
d'Italia" per estendere simpatie alla causa nazionale. Focolai di protesta
e rivoluzione, intanto, si spandono dappertutto. E' il 6 febbraio 1853 quando,
ad esempio, a Milano è represso nel sangue un tentativo insurrezionale contro
gli austriaci.
Dopo alcuni anni ancora
fuori dall?Italia, nel '57 torna a Genova per preparare con Carlo Pisacane l'insurrezione
che dovrebbe poi scoppiare nel capoluogo ligure. La polizia non riesce ad
arrestare Mazzini che, per la seconda volta, sarà condannato a morte in
contumacia (28 marzo 1858).
Londra, ancora una volta
accoglie l'esule in pericolo. Da lì scrive a Cavour per
protestare contro alcune dichiarazioni pronunciate dallo statista e si oppone,
sostenuto da numerosi altri repubblicani, alla guerra all'Austria in alleanza
con Napoleone III.
Escluso dall'amnistia concessa all'inizio della guerra, si reca
clandestinamente a Firenze. La speranza è quella di poter raggiungere Garibaldi per
l'impresa dei Mille cosa che si avvera solo nel 1861, grazie ad un'adunanza di
mazziniani e garibaldini in soccorso a Garibaldi in
difficoltà in Sicilia e Napoli.
L'11 agosto parte per la
Sicilia sperando in un movimento insurrezionale. A Palermo prima di scendere
dalla nave, è dichiarato in arresto; il 14 agosto è portato al carcere del
forte di Gaeta. Il 14 ottobre è liberato, in virtù dell'amnistia concessa ai condannati
politici per la presa di Roma. Dopo brevi soste a Roma, Livorno, Genova,
riprese la via dell'esilio. E' a Lugano alla fine di ottobre; ritorna a Londra
alla metà di dicembre.
1871 Il 9 febbraio esce a
Roma il numero - programma del settimanale "La Roma del popolo". Il
10 febbraio lascia Londra per Lugano. Nel novembre promuove il Patto di
Fratellanza tra le società italiane operaie.
1872 Giunge in incognito a
Pisa il 6 febbraio, ospite dei Nathan-Rosselli, dove muore il 10 marzo. Il 17
successivo si svolgono a Genova i funerali solenni, vi partecipano, secondo i
calcoli della polizia, circa centomila persone.
Una perculiarità di Mazzini
è quella di non aver mai aderito alla visione marxista della storia e di aver rigettato sia la teoria della
divisine per classi che l'impostazione rivoluzionaria violenta propria del
comunismo, pur essendo legato ad una concezione solidaristica dei rapporti
sociali. La sua rivolta era una rivolta di libertà, non un tentativo di
cambiare la società per instaurarne una "più giusta".
Le sue ultime battaglie
politiche si erano dirette, per l'appunto, contro il progressivo affermarsi
dell'egemonia marxista
all'interno del movimento operaio italiano, contro la quale aveva promosso, nel
1864, un Patto di fratellanza fra le società operaie aderenti a un programma
moderato e interclassista.- https://biografieonline.it/biografia-giuseppe-mazzini
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