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sabato 28 settembre 2019

Lo Sapevate Che: “L’infinito” di Giacomo Leopardi ci spinge ad andare oltre i confini


L'”Infinito” di Giacomo Leopardi
 Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.



MILANO – L’Infinito di Giacomo Leopardi compie quest’anno 200 anni: non si tratta solo di una bellissima poesia, ma ritrae perfettamente uno stato d’animo dell’Uomo. Spazio e tempo come entità non limitabili, che si concretizza nell’alternarsi delle stagioni, nello scorrere del tempo, nella vita che muore e rinasce senza soluzione di continuità. Sono questi i concetti cardine de “L’infinito” di Giacomo Leopardi, una delle poesie più amate di sempre e che molti ricordano ancora a memoria.
 La grandezza della natura
Leopardi volge lo sguardo ad elementi paesaggistici a lui familiari, che gli provocano una profonda riflessione sui misteri dell’esistenza. Gli elementi naturali protagonisti nei primi versi sono un colle, una siepe che interferisce con lo sguardo. Pochi elementi che permettono all’autore di riflettere su spazio e tempo, su passato e presente, e il loro infinito dilatarsi che lo pone piccolo piccolo di fronte alla grandezza di questi elementi.
Andare oltre i limiti
Verso dopo verso lo sgomento lascia spazio alla dolcezza, con le riflessioni “infinite” che diventano modo per l’autore trovare il significato del suo passato e del suo presente, rappresentato nelle parole “io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura”. I limiti di Leopardi diventano quindi un’opportunità per andare oltre, usando la propria immaginazione. Un’esperienza personale ed intima a cui il poeta di Recanati si abbandona, ben rappresentata nei versi “tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare.”-



MILANO – Prende il via a Napoli il “Comitato Nazionale per il bicentenario dell’Infinito di Leopardi” istituito dal Mibac con l’inaugurazione Giovedi 21 Marzo 2019 ore 16.00 alla Biblioteca Nazionale – Palazzo Reale della mostra “Il corpo dell’idea. Immaginazione e linguaggio in Vico e Leopardi“. L’inaugurazione sara preceduta  da una prolusione di Antonio Prete, trai massimi esperti dell’opera leopardiana, e dagli interventi delle autorità  e dei rappresentanti degli istituti scientifici ed accademici.

Preziosi autografi

In mostra  una vasta  selezione di preziosi autografi: dalla Scienza Nuova, allo Zibaldone di pensieri, alle Operette Morali, dalla Primavera, allo Stratone da Lampsaco, con  un posto di rilievo per l ‘lnfinito nella sua prima versione del 1819 che riporta le correzioni ed i ripensamenti di Leopardi. Si aggiungono 29 rari testi del’500 e 700, ed il prezioso Globo di Vincenzo Coronelli (1650 1718),  geografo, attivo a Venezia, poi alla corte dei Re Sole, tutti provenienti dalla Biblioteca Nazionale. L’itinerario nel mito si avvale  dell’esposizione di statue provenienti dal Museo di Palazzo Reale di Napoli e dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Mitologia e poesia

“La mostra è stata realizzata nel segno della proficua sinergia tra gli istituti del MIBAC .- spiega il direttore della Biblioteca Nazionale di Napol Francesco Mercurio – La narrazione  si sviluppa a partire dalle origini del mondo, attraverso un itinerario tra gli Dei, gli Eroi e gli Uomini. Mitologia, filologia e poesia si intrecciano attraverso le parole di Vico e Leopardi in un dialogo tra i due che sembra non appartenere ad un tempo e uno spazio finito, ma prosegue oltre, in un flusso senza soluzione di continuità che giunge fino a noi, uomini del XXI https://libreriamo.it/libri/infinito-leopardi-mostra-napoli/secolo.”

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