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mercoledì 7 settembre 2016

Lo Sapevate Che: Perchè il tempo diventa tiranno anche in vacanza...



La vacanza è un vuoto tra due sospiri. Uno di desiderio, l’altro di sollievo, il primo precede le ferie, che sospiratissime lo sono per definizione. Il secondo segna l’uscita dal tunnel agostano, in cui abbiamo improvvisamente troppo tempo a disposizione, ma non sappiamo cosa farne. Soprattutto se abbiamo scelto mare o montagna, e fa brutto tempo. Perché, nel loro piccolo, le ferie ci mettono di fronte all’esperienza metafisica dell’infinità del tempo, di cui cogliamo improvvisamente il vuoto incommensurabile. Perché privo del solito tran tran, degli obblighi, degli orari. Che lo rendono tiranno. Ma al tempo stesso misurabile, recriminabile, ma anche affrontabile. Finché ci muoviamo tra le lancette dell’orologio che incalza. Finchè seguiamo i sui ritmi, duri e stressanti, ma che rendono “contate” le nostre ore, ci sentiamo a casa, sia pure in una casa che ci sta stretta e dalla quale sogniamo di evadere. Il tempo libero invece ci fa uscire da questa quotidianità coatta e ci getta in una vacanza nel senso letterale del termine, che deriva dal termine latino vacans e significa vuoto, mancante. E in una società come la nostra, che affida al lavoro scopo e senso della vita, è quasi naturale che questa sospensione di attività, questo improvviso vacuo dell’esistenza, venga letteralmente zippato, a immagine e somiglianza di quello lavorativo. Sagre, apericena, party, trekking, zumba, spinning, escursioni, corsi di erboristeria, fitoimmunologia, cucina, panificazione, saponificazione naturale e paracadute ascensionale. Stage, tirocini e tutorial per tenere in attività una folla di sbandati in cerca di occupazione. Come dire che il dovere delle vacanze è il lato B del diritto alle ferie.
Marino Niola – Miti d’oggi – Il Venerdì di Repubblica – 26 agosto 2016 -

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