There is no alternative. Lo slogan
preferito di Margaret Thatcher – usato tanto spesso da spingere la stampa a
creare l’acronimo TINA – è diventato trent’anni dopo l’unica ideologia di una
politica senza idee. L’Europa cade a pezzi, la Gran Bretagna ha già salutato
l’Unione e altri forse seguiranno, ovunque si alzano muri fra gli Stati e le
politiche di austerità, pensate per ridurre i debiti pubblici e la
disoccupazione, hanno prodotto l’esatto contrario. Si cambia dunque strada? No,
perché non c’è alternativa. Sarebbe il caos, e dunque avanti così, verso la
catastrofe. Angela Merkel perde consensi
perfino nel suo Land natale, la Pomerania, dove il partito della cancellieri
subisce l’umiliante sorpasso da parte degli xenofobi di Alternative fur
Deutschland. Qual è la conseguenza? Merkel è pronta a ricandidarsi per un altro
mandato, alla guida di una grande coalizione ormai permanente che sta
distruggendo anche gli alleati socialisti, continuando naturalmente a imporre a
tutta Europa un modello in crisi anche in patria. Renzi e il renzismo ormai
stanno sull’anima anche ai molti saltati sul suo carro di presunto vincitore,
con le troppe promesse mancate, la guasconeria insopportabile e irresponsabile
dello stile di governo, la mediocrità sostanziale delle scelte e quindi dei
risultati. E allora? Allora niente, bisogna tenerselo, spiegano gli ex aedi,
perché non c’è alternativa. Bisogna votare Sì a una riforma della Costituzione
brutta e confusa, come ammettono molti dei suoi sostenitori, perché guai se
vincesse il No, sarebbe il caos, la rovina, lo spread alle stelle,
l’ingovernabilità, la fine del mondo. Le stesse. Le stesse profezie di sventura
che avevano accompagnato la campagna del referendum inglese, dove l’argomento
principale del Remain era ancora una volta There is no alternative. Non ha
portato fortuna. Speriamo invece che lo porti a Hillary Clinton, che sta
pericolosamente impostando la propria campagna contro Donald Trump sulla stessa
linea “o me o il caos”. La politica è stata sempre l’arte di saper scegliere il
male minore. Ma colpisce nelle figure di questi mediocri leader, gonfi di
narcisismo e circondati di corti servili, l’incapacità di cogliere e riflettere
sui propri errori, d’insistere su scelte sbagliate, ammantandosi come tanti
piccoli Re Sole della presunzione d’essere l’unica salvezza dal diluvio. Ed è
esattamente il modo migliore per attirarlo. Perché in politica, come nella
vita, l’alternativa, buona o cattiva, prima o poi arriva sempre.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 16
settembre 2016 -
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