Angelino Alfano ai microfonici Fangepage.it dice:
“Non possiamo spostare la Sicilia, i barconi non possono arrivare a Portofino,
questa situazione ce la consegna la storia e la geografia. E io lavorerò affinché
l’Italia non diventi l’hotspot dell’Europa. I migranti, infatti, una volta
approdati, vanno distribuiti in tutte le regioni italiane che provvederanno poi
alla distribuzione comunale”. Bene, aggiungerei che forse sarebbe il caso di
abituarci a definire i migranti rifugiati, perché è quello che sono nella
stragrande maggioranza dei casi. Eppure il 24 agosto scorso, questo meccanismo
di equa distribuzione dei rifugiati non ha funzionato e 48 sudanesi (nel totale
silenzio e nella quasi totale distrazione dei media) sono stati rimpatriati in
Sudan, un Paese da cui si fugge per sopravvivere, non semplicemente come capita
alla maggioranza degli italiani, per lavorare (dato il tasso di disoccupazione)
o per realizzarsi. No, abituiamoci a pensare che esistono Paesi da cui si fugge
per sopravvivere, per sottrarsi a persecuzioni politiche o, più spesso,
religiose. E mettiamo subito in chiaro una cosa: non sono ammesse come risposte
“aiutiamoli a casa loro” e “Saviano, portali a casa tua”. Sforziamoci di
pensare altre ipotesi, ché queste al momento non funzionano.(..) .Possiamo
quindi dire, senza commettere errore, che i cittadini sudanesi che riescono a
lasciare il loro Paese sono rifugiati politici. Qualcuno ancora dirà:
“Attenzione, non tutti lo sono”. Qui la ragione si ferma se la frase continua
con “ e arrivano in Italia per
commettere reati”. Altra variante è l’evergreen: “Con la disoccupazione che
c’è…” come se la disoccupazione non fosse conseguenza della crisi economica, ma
dei flussi migratori.(..). Fosse così, allora bisognerebbe certamente
analizzare i singoli casi, ma a quanto risulta, i 48 cittadini sudanesi
(addirittura pare ce ne fossero tre del Darfur e io ricordo sempre
quell’impietoso servizio che “Le Iene” fecero nel ontano 2006. I nostri
parlamentari – non tutti – alla domanda cos’è il Darfur diedero le
risposte più fantasiose) rimpatriati il
24 agosto come conseguenza del
memorandum d’intesa siglato tra le polizie italiana e sudanese a inizi agosto,
sono stati rimpatriati in maniera sommaria, senza che i loro casi fossero
analizzati. Lo denunciano Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International,
sul “Fatto Quotidiano”, la Caritas e Nigrizia. Poi il vuoto. Quindi La
Ricostruzione di quanto è accaduto il 24 agosto fatta da Pietro Barabino è una
storia con qualche “fprse”, perché nessuno in questo Governo si è preso la
briga di spiegare agli italiani come vengono spesi i loro soldi, perché sì, i
soldi dei rimpatri anche quelli sono degli italiani. Ecco cosa sappiamo: 48
migranti sarebbero stai prelevati da Ventimiglia per essere trasferiti a
Khartoum. Inizialmente il volo sarebbe dovuto partire da Malpensa e invece poi,
essendo a Milano pronta una manifestazione di protesta, i rifugiati sarebbero
stati portati a Torino-Caselle. Avrebbero trascorso una notte in cella e
sarebbero stati legati sull’aereo. E, se non fosse già troppo quanto avete
letto sino a qui, il volo charter da Torino a Khartoum, approntato all’ultimo
momento, sarebbe stato operato da Egyptair, compagnia di proprietà del Governo
egiziano, con cui, secondo me, ma potrei sbagliare, abbiamo ancora in sospeso
la vicenda Regeni. Ecco, quest’ultima è mia opinione , prendetela con il
beneficio dell’inventario. Per la cronaca, Angelino Alfano questa volta non ha
detto di non sapere, ma che è tutto regolare.
Roberto Saviano – L’antitaliano www.lespresso.it – L’Espresso – 11 settembre
2016 -
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