I centenari italiani sembrano avere il
cuore più sano di chi ha 25 anni di meno. A questa sorprendente conclusione è
arrivata una ricerca diretta dal primario di Cardiologia dell’OspedaòeSan
Giuseppe-Multimedica di Milano, Michele Lombardo, e dal suo collega Andrea
Sonaglioni. Lo studio è stato condotto esaminando con l’ecografia il cuore di
120 persone fra i 75 anni e gli 80 anni, senza storia di malattie cardiache, e
120 centenari ospiti di case di riposo. “In particolare la fibrillazione
atriale, un’aritmia molto frequente con l’avanzare dell’età, era presente nel
37 per cento dei 75-80enni, ma solo nel 19 per cento dei centenari” dice il
professor Lombardo “così come segni di un’insufficienza cardiaca erano
rilevabili nel 26 per cento del primo gruppo contro l’11 per cento del
secondo”. Ma com’è possibile che questi “grandi vecchi” abbiano un cuore più in
forma di chi ha 25 anni di meno? “Ci sono due spiegazioni. La prima ovvia, è
statistica: i centenari sono un gruppo già selezionato dalla natura, fra i
75enni ci sono anche quelli che ai cento anni non arriveranno: abbiamo scoperto
che il cuore di molti centenari ha reagito all’inevitabile irrigidimento senile
delle arterie, che rende via via più difficile la circolazione del sangue,
ispessendo le pareti muscolari senza aumentare il volume delle cavità
cardiache, in pratica rinforzandosi. Serviranno studi dettagliati per capire
che cosa determini, tra fattori genetici e ambientali, questa differenza nella
risposta del cuore all’invecchiamento delle arterie”. Ma non sarà che i
centenari sono vissuti in epoche nelle quali la dieta era più frugale e sana e
la vita di tutti i giorni meno sedentaria? “E probabile, ma è anche vero che in
questi ultimi anni, oltre a cure migliori, si va diffondendo nella popolazione
la cultura della prevenzione delle malattie cardiache, attraverso la lotta al
fumo, diete meno caloriche e attività fisica regolare. E i risultati si vedono:
in molti Paesi europei, compresa l’Italia, le malattie cardiocircolatorie non
sono più la prima causa di morte, avendo ceduto il posto ai tumori, le cui
cause sono meno conosciute e anche, in parte, meno prevenibili”. In questo
quadro può però anche essere che i 75-80enni di oggi, troppo giovani per aver
goduto di ambiente e dieta sana dei centenari ma invecchiati prima della
“rivoluzione del fitness”, siano rimasti con il “cerino in mano”, arrivando
alla loro età con un cuore più malandato della media. Comunque sia, i centenari
oggi non sono più una rarità: nel 2002 in Italia erano 6.100, oggi sono 16
mila. Sembra proprio che ormai per diventarlo non sia necessario avere per
forza i geni giusti. “Ma se si vogliono raggiungere i cento anni e si ha
familiarità per malattie cardiache o per fattori di rischio quali il diabete,
l’ipertensione, l’eccesso di colesterolo, si deve avere un sano stile di vita
fin da giovani, facendo controlli clinici periodici e, se necessario, seguendo
le terapie indicate. Lo dice chiaramente la nostra ricerca: solo il 19 per
cento dei centenari era diabetico conclude Lombardo “contro il 41 per cento dei
75-80enni”.
Alex Saragosa – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 16
settembre 2016 -
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