Dicono à la guerre
comme à la guerre, e mi raccomando gli accenti. Nessuno sa bene in Siria come è
cominciata, tanto meno nessuno sa come andrà a finire. Chi si arruola ha le
idee chiare, o forse non le ha ma avute. Diciamo che parte perché forse non sta
bene dove sta, e invece di desiderare un posto fisso desidera un luogo ondivago
e fluttuante. E’ il famoso problema del fare, esistente anche alle nostre latitudini,
che esclude il problema del pensare, troppo faticoso anche per Rodin. Mezzo
occidente sta sperimentando mezzo oriente, forse per capire quello che
l’aspetta, forse perché aspetta quello che ha capito. Spulciamo con cura Marx,
che era uno specialista in questi giochi di parole. Tanto questi anni sono solo
un esperimento, per vedere quello che succede quando la Storia è finita, quella
scritta, e si spara solo negli orali.
Massimo Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di Repubblica – 16
settembre 2016 -
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