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sabato 17 settembre 2016

Lo Sapevate Che: Il male più grande si chiama povertà...



Leggendo Le Cronache di questi giorni e le parole che i governanti usano per determinare e dichiarare pubblicamente la loro linea politica, affiora di continuo la questione dei poveri. Ho detto di questi giorni ma dovrei dire di questi anni, di questi secoli e millenni. I poveri ci sono sempre stati. Per secoli e secoli non erano soltanto poveri ma addirittura schiavi considerati come cose. Ma loro, i poveri, gli schiavi, i deboli, gli esclusi confinati ai margini della vita sociale, come consideravano se stessi? Volevano evadere da quella condizione? E i ricchi e i potenti  come realmente considerano la povertà?.Quanto agli uomini di religione, di qualunque religione, ma quella cristiana in particolare, che considerano la povertà come il male peggiore delle nostre società, come spiegano la decisione del Creatore onnipotente e d’un Creato che sopporta le sofferenze dei poveri e la persistenza d’un tale fenomeno che il Dio consente e che ormai ha assunto le caratteristiche dell’eternità?. Questo Problema dei poveri, ognigiorno ricordato e ogni giorno affrontato, è stato parzialmente risolto nel mondo comunista, guidato dallo Stato sovietico di Berlino del 1989. Poco meno d’un secolo, durante il quale alcune diseguaglianze avevano attenuato l’ideale d’una eguaglianza sociale con la nascita d’uno stuolo di oligarchi di Stato che dirigevano i gangli dell’economia sovietica e ne ricavavano notevolmente benefici economici. Il Grosso della Società era comunque egualitaria: un grande paese di potenza politica mondiale, ma povero d’una povertà diffusa. La povertà dunque non era scomparsa affatto ma, salvo irari casi suddetti, erano pressoché scomparse le diseguaglianze. C’era però un prezzo che tutti pagavano: la totale rinuncia in Urss, ma quello ne era l’esempio più evidente. Del resto era stato così anche durante l’impero degli zar: il grosso del paese era contadino e i contadini erano”anime morte”, poveri e privi di libertà. (..) . In Italia, tanto per fare un esempio che ci rihuarda da vicino, il livello di povertà comincia da un reddito annuo di ottomila euro. A cinquemila la povertà ti prende già alla gola. Sotto i cinquemila (si parla di reddito familiare, non individuale) siamo all’accattonaggio. E quanti sono quelli che vivono con cento euro al mese, cioè con 1200 euro l’anno? Diciamo un milione di famiglie, cinque persone a famiglia tra adulti vecchi e bambini. Qui non siamo più nemmeno all’accattonaggio ma alla morte, civile, sociale ed anche fisica. Nei Paesi Civili a questo livello non si arriva ma “sora nostra morte corporale” è dietro l’angolo. Gli Stati intervengono, le associazioni religiose anche e il volontariato è presente. Ma dunque la povertà eiste da secoli e da millenni e (ve lo dico all’orecchio) anche la schiavitù sia pure moderatamente intesa, esiste ancora forse è persino aumentata. Perciò aiutate i poveri e gli esclusi. Il vero nostro male è questo. E se Dio non se non c’e ne occupa vuol dire che non c’è oppure è in tutt’altre faccende indaffarato. Gesù di Nazareth era povero e morì in croce.
Eugenio Scalfari – Il vetro soffiato www.lespresso.it  - 11 settembre 2016 -

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