Leggendo Le Cronache di questi giorni e le parole che i
governanti usano per determinare e dichiarare pubblicamente la loro linea
politica, affiora di continuo la questione dei poveri. Ho detto di questi
giorni ma dovrei dire di questi anni, di questi secoli e millenni. I poveri ci
sono sempre stati. Per secoli e secoli non erano soltanto poveri ma addirittura
schiavi considerati come cose. Ma loro, i poveri, gli schiavi, i deboli, gli
esclusi confinati ai margini della vita sociale, come consideravano se stessi?
Volevano evadere da quella condizione? E i ricchi e i potenti come realmente considerano la povertà?.Quanto
agli uomini di religione, di qualunque religione, ma quella cristiana in
particolare, che considerano la povertà come il male peggiore delle nostre
società, come spiegano la decisione del Creatore onnipotente e d’un Creato che
sopporta le sofferenze dei poveri e la persistenza d’un tale fenomeno che il
Dio consente e che ormai ha assunto le caratteristiche dell’eternità?. Questo Problema
dei poveri, ognigiorno ricordato e ogni giorno affrontato, è stato parzialmente
risolto nel mondo comunista, guidato dallo Stato sovietico di Berlino del 1989.
Poco meno d’un secolo, durante il quale alcune diseguaglianze avevano attenuato
l’ideale d’una eguaglianza sociale con la nascita d’uno stuolo di oligarchi di
Stato che dirigevano i gangli dell’economia sovietica e ne ricavavano
notevolmente benefici economici. Il Grosso della Società era comunque egualitaria: un grande
paese di potenza politica mondiale, ma povero d’una povertà diffusa. La povertà
dunque non era scomparsa affatto ma, salvo irari casi suddetti, erano pressoché
scomparse le diseguaglianze. C’era però un prezzo che tutti pagavano: la totale
rinuncia in Urss, ma quello ne era l’esempio più evidente. Del resto era stato
così anche durante l’impero degli zar: il grosso del paese era contadino e i
contadini erano”anime morte”, poveri e privi di libertà. (..) . In Italia,
tanto per fare un esempio che ci rihuarda da vicino, il livello di povertà
comincia da un reddito annuo di ottomila euro. A cinquemila la povertà ti
prende già alla gola. Sotto i cinquemila (si parla di reddito familiare, non
individuale) siamo all’accattonaggio. E quanti sono quelli che vivono con cento
euro al mese, cioè con 1200 euro l’anno? Diciamo un milione di famiglie, cinque
persone a famiglia tra adulti vecchi e bambini. Qui non siamo più nemmeno
all’accattonaggio ma alla morte, civile, sociale ed anche fisica. Nei Paesi Civili a questo livello non si arriva ma “sora nostra morte corporale” è dietro
l’angolo. Gli Stati intervengono, le associazioni religiose anche e il
volontariato è presente. Ma dunque la povertà eiste da secoli e da millenni e
(ve lo dico all’orecchio) anche la schiavitù sia pure moderatamente intesa,
esiste ancora forse è persino aumentata. Perciò aiutate i poveri e gli esclusi.
Il vero nostro male è questo. E se Dio non se non c’e ne occupa vuol dire che
non c’è oppure è in tutt’altre faccende indaffarato. Gesù di Nazareth era
povero e morì in croce.
Eugenio Scalfari – Il vetro soffiato www.lespresso.it - 11 settembre 2016 -
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