La si potrebbe chiamare la malattia
della socialità, visto che colpisce soprattutto chi torna da discoteche,
concerti, raduni o persino da incontri con gli amici al circolo. La meningite è
una malattia infettiva di cui, come tante altre, grazie a igiene, cure e
vaccini ci si era un po’ dimenticati, ma che da alcuni anni è tornata a far
paura, per la presenza di ceppi pericolosi nel nostro Paese e per la sua
crudele caratteristica di accanirsi su adolescenti e giovani adulti. Come la
Romana Susanna Rufi, 23 anni, colpita poche settimane fa da meningite a Vienna,
mentre tornava dalla Giornata Mondiale della Gioventù, organizzata dalla chiesa
cattolica a Cracovia. “E’ il tipico caso di meningite fulminante che lascia
poche speranze ci spiega il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico
dell’Ospedale Spallanzani di Roma. “ Paradossalmente quando il meningococco Neisseria meningitifis, colpisce
l’organo di cui ha preso il nome, le meningi, cioè le membrane che avvolgono il
cervello, la sua azione distruttiva, a partire dai primi sintomi, febbre sopra
i 39°C, forte mal di testa e rigidità del collo, è abbastanza lenta da
permetterci di contrastarla tramite alte dosi di antibiotici, che quasi sempre
salvano il paziente ed evitano anche i danni collaterali al cervello. In circa
il 15 per cento dei casi, però, si ha spesi, cioè l’invasione del sangue da
parte del meningococco, con gravissimi danni agli organi interni: allora la
situazione clinica precipita in poche ore ed è quasi impossibile salvare il
paziente”. Il meningococco non è peraltro l’unico microrganismo in grado di
produrre meningite, anzi a scorrere le statistiche dell’Istituto superiore di
sanità si hanno diverse sorprese: per esempio si scopre che dei circa 900 casi
di meningite che avvengono ogni anni in Italia, solo intorno a 160 sono dovuti
al meningococco: la maggior minaccia alle nostre meningi sembra essere invece
il pneumococco, o Strptococcus pnemoniae,
un batterio che risiede normalmente nelle vie aeree, e che provoca ogni anno 3-4000 casi di meningite. Decine di
altri casi sono poi provocati dal batterio Hemophilus
influenzae b, dal micobatterio della tubercolosi, da stafilococchi,
listeria e molti altri agenti infettivi. “E’ vero, ma forse il meningococco fa
più paura perché attacca spesso giovani nel pieno della salute e delle forze,
mentre gli altri agenti suscitano meno scalpore mediatico perché colpiscono
soprattutto bambini piccoli, anziani o persone molto debilitate” dice Ippolito.
Visto però che in Italia le meningiti sono in generale piuttosto rare, per
confronto in Gran Bretagna si sono avuti
3200 casi nel 2015, e che anche quelle da meningococco sono praticamente
costanti da anni, dalle 152 del 2011, alle 172 del 2013, fino alle 168 del
2015, perché l’attuale allarme? . “La ragione è quanto sta accadendo in
Tpscana” ci spiega il dottor Gabriele Mazzoni, responsabile per la prevenzione
e l’igiene pubblica della Asl 11 di Empoli. “Tutto è iniziato nel gennaio 2015
con un caso di meningite a Firenze, uno a Prato e due a Empoli, a cui è seguito
poi un crescendo di altri ricoveri. Le analisi hanno rivelato che si trattava
di infezioni da meningococco di tipi C. ceppo Sp11, comune in Sudamerica e
presente anche nell’Europa del Nord, caratterizzato da una letalità molto più
alta di quella.
Alex Saragosa – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 2
settembre 2016 -
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