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lunedì 9 maggio 2016

Lo Sapevate Che: Tutto il mondo corre verso le rinnovabili, l'Italia ha frenato...



Alla fine si sono arresi anche i Rockefeller, che devono la loro leggendaria fortuna al petrolio: il fondo che gestisce il loro patrimonio venderà al più presto tutte le azioni nel settore dei combustibili fossili. Gli investimenti in questo campo sono infatti sempre meno appetibili, per il basso prezzo del petrolio, i rischi geopolitici e la concorrenza delle rinnovabili: non per niente tra il 2015 e 2016 sono crollati del 41 per cento. In cifre assolute – secondo l’Unep, l’agenzia Onu per la protezione ambientale – nel 2015  si sono investiti in nuove fonti rinnovabili (sole, vento, geotermia e biomasse) 285 miliardi di dollari, un record assoluto, contro i 130 investiti  in combustibili. Il precedente e di poco inferiore record di investimenti nelle rinnovabili era del 2011. Visto però il crollo del prezzo di queste tecnologie nei quattro anni trascorsi, nel 2015 una spesa quasi pari a quella del 2011 ha portato molta più potenza: 50 Gigawatt di fotovoltaico e 68 di eolico (che insieme produrranno tanta energia quanta una trentina di centrali nucleari), contro i 29 e 40 Gigawatt nel 2011. Inoltre, se cinque anni fa l’investimento era stato in gran parte europeo, ora quasi tutto il mondo punta sulle energie pulite, prima assoluta la Cina con 106 miliardi di dollari di spesa, seguita da Ue, Usa, Giappone e India. E l’Italia? Il nostro Paese, che pure resta quello che, rispetto agli altri, ha la maggior quota di consumi elettrici coperta dal Sole (quasi l’8 per cento nel 2015), sembra aver rinunciato a guidare la corsa verso le rinnovabili: l’anno scorso abbiamo aggiunto solo 0,3 Gigawatt di fotovoltaico e altrettanto di eolico ai 18 e 9 Gigawatt già installati.  “Con la fine degli incentivi, nel 2013, c’è stato un fisiologico calo nelle installazioni di fotovoltaico” spiega Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, associazione di operatori del settore, “ma anche senza nuovi aiuti questa fonte è ormai un buon affare per famiglie e imprese che vogliano risparmiare sull’elettricità.  A ostacolare lo sviluppo sono i provvedimenti punitivi per il solare varati in questi anni, dalla modifica unilaterale nel pagamento degli incentivi a una riforma della bolletta elettrica che scoraggia l’autoproduzione di elettricità pulita. Queste norme hanno provocato incertezza e sfiducia, e depresso il mercato. E’ paradossale: il sacrificio finanziario fatto dagli italiani ha reso il fotovoltaico competitivo, ma ora siamo tra quelli che ne approfittano meno per liberarsi dai combustibili fossili”. Le ragioni della crisi nell’eolico italiano sono invece diverse. “Ha bisogno ancora di un sostegno, sia pure ormai relativamente modesto” dice Simone Togni, presidente di Anev, associazione italiana di produttori di energia dal vento. “Oggi l’incentivo viene concesso attraverso aste in cui vince chi chiede di meno e le cui regole vengono stabilite con decreti biennali. Ebbene, il decreto per il 2015-16 lo stiamo aspettando da fine 2014. Perciò il settore si è quasi bloccato, con gravi rischi per i suoi 25 mila posti di lavoro”.
Alex Saragosa – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 29 aprile 2016 -

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