L’Antefatto E’ Questo. Jan Bohmermann è un comico tedesco
trentacinquenne, di quelli che fanno satira pungente, pesante, di quelli che
fendono il dibattito politico. Bohmermann è un comico conosciuto, popolare in
Germana e la sua trasmissione “Neo Magazin Royale”, in onda sull’emittente Zdf,
aveva già creato problemi al governo tedesco nel periodo di maggior tensione
tra Germania e Grecia, con la parodia “V
for Varoufakis”. Un video esilarante che io ho letto prima di tutto come una
critica profonda alle politiche economiche tedesche e all’intransigenza
mostrata verso la Grecia. Varoufakis non ne usciva bene, ma era una diretta
conseguenza della recita a soggetto, a noi nota, che vede come sempre i
politici seguire nella comunicazione un doppio binario: forti dentro e teneri
fuori. O forti e teneri a seconda delle circostanze e degli interlocutori.
Fatto sta che oggi Jan Bohmermann è il comico tedesco più conosciuto d’Europa,
soprattutto dopo aver declamato il 31 marzo scorso, durante il suo programma,
la poesia dedicata al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, considerata
diffamatoria. Qualche giorno prima, “Extra3”, una trasmissione satirica
dell’emittente Ndr di Amburgo, aveva già avuto Erdogan come soggetto di
dileggio con una canzone intitolata “Erdowie, Erdowo, Erdogan”. Il video oltre
a dileggiare Erdogan, lo criticava per la sua intransigenza nel reprimere la
libertà di espressione, per la gestione delle tensioni interne e della
questione curda. Per questa poesia, che mai ha superato il limite del diritto
di critica, le autorità turche avevano chiesto chiarimenti all’ambasciatore
tedesco in Turchia, dimostrando di avere scarso senso della misura.(..) Quello
che è accaduto dopo lo sappiamo. Avendo Bohmermann declamato la sua poesia con
alle spalle la bandiera turca oltre che la foto di Erdogan, insieme al
presidente anche Ankara ha deciso di intentare causa a nome di tutti i turchi.
Sappiamo che perché si potesse procedere penalmente contro Bohmermann in Germania
era necessaria l’autorizzazione del governo tedesco. Sappiamo che artisti e
intellettuali hanno firmato un appello in favore di Bohmermann. Sappiamo da un
sondaggio di Emnid che in Germania il 66% del campione di riferimento non
avrebbe voluto che il procedimento andasse avanti. Sappiamo Che Angela Merkel prima di dare
l’autorizzazione a procedere ha detto che il governo turco non brilla per
rispetto dei diritti umani e della libertà di stampa. Sappiamo che ora
Bohmermann vive sotto scorta, non conosciamo le ragioni specifiche – la polizia
non è tenuta a fornirne soprattutto per evitare l’effetto emulazione – ma
sembra per minacce ricevute da sostenitori di Erdogan.(..) Allora A Me è
venuto un dubbio. In Italia funziona così: un soggetto che decidesse di citare
in giudizio un altro soggetto per diffamazione, dovrebbe egli stesso comparire
in tribunale come testimone e in qualche modo rispondere non solo nel merito
della presunta ingiuria ricevuta, ma anche sulle cause che l’hanno determinata.
Io ho il fondatissimo sospetto che Bohomermann abbia di proposito provocato
questo procedimento per portare Erdogan alla barra dei testimoni e perché fosse
chiamato a rispondere, fuori dalla Turchia, davanti a giudici imparziali, su
questioni che in patria non vengono sollevate.
Che sia un comico a inchiodare un dittatore?
Roberto Saviano -
L’antitaliano – L’Espresso – 28 aprile 2016 -
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