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venerdì 1 aprile 2016

Lo Sapevate Che: Là dove c'erano le tute blu un giardino ricorda Franca Rame....



Una notte di tanti anni fa, una tromba d’aria spazzò il lunghissimo muro della Magneti Marelli in via Adriano, il confine fra Milano e Sesto San Giovanni. Quando arrivarono gli operai del primo turno si trovarono di fronte a uno scenario da guerra e pensarono a un attentato. Erano ancora gli anni delle Brigate Rosse, nate proprio intorno a quella fabbrica. Si fermarono a discutere in capannelli nel piazzale, grande come una piazza del duomo, perché la Marelli era una città intera. Poi qualcuno cominciò a guardarsi intorno. Oltre la fabbrica e la strada c’erano alberi e campi da calcio, spuntò un pallone e gli uomini in tuta blu presero a corrergli dietro come ragazzini che avevano marinato la scuola. Quel muro della Marelli fu poi spazzato via per sempre dalla globalizzazione e ora al suo posto hanno inaugurato un giardino dedicato a Franca Rame. C’erano tutti, il sindaco Pisapia, Dario Fo e Casaleggio; e c’erano naturalmente anche i fascisti a contestare. Poche persone come Franca Rame hanno disturbato quell’eterno fascismo italiano, definizione di Giorgio Bocca, che nel costume nazionale non è mai stato superato e rinasce ogni volta sotto sigle politiche differenti, nel linguaggio pubblico e nei titoli degli pseudo giornali della destra. Franca è stata un mito per una generazione di milanesi e non solo. Si andava dopo scuola alla Palazzina Liberty a riparare i vetri rotti nella notte dalle squadracce. La ricompensa era di assistere alle prove di Mistero Buffo. Franca era una somma di qualità intollerabili in una donna in un Paese culturalmente misogino. Era troppo di tutto, talento, intelligenza, umorismo, bellezza. Veniva da una famiglia di attori e trasformava tutto in teatro, anche i dolori e le violenze della vita. L’invidia, la piccineria, la miseria mentale e morale di tanti poveracci si tramutava in insulti e persecuzioni, nei confronti suoi e di Dario, processato ridicolmente da un pezzo di stampa nazionale per aver ricevuto un Nobel meritatissimo, fra tanti premi piovuto sulla testa di scrittori e drammaturghi assai sopravvalutati ma abbastanza furbi da non rompere le scatole al potere, con la scusa di non interessarsi di politica. Come se fosse mai esistito un grande artista, da Dante a Fellini, che “non s’interessa di politica”. Un giardino in periferia è un bel posto da ricordare Franca Rame. Qualche bambini vorrà sapere chi era quella signora e potrà scoprire una magnifica storia.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 25 marzo 2016 - 

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