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venerdì 1 aprile 2016

Lo Sapevate Che: E Giorgia prese il microfono: W la mamma e il Campidoglio...



“Fate passare i cittadini! Ecco, i giornalisti impediscono ai cittadini di votare!”. Brunetta è su di giri, eccitato, divertito dal nonsense di quello che dice. Sotto al gazebo allestito al Pantheon, è lui che dirige le operazioni. Alle 10 di mattina ha già girato mezza Roma, preso i dati dell’affluenza, fatto le proiezioni grazie al seggio campione di Mezzocammino, decretato il successo delle “gazebarie” o come si vuol chiamare l’iniziativa pro Bertolaso che segue di una settimana gli sgarrupati banchetti di Salvini pro non si capiva bene chi. Intorno a Brunetta presenzia e posa a futura e rischiosa memoria un numero crescente di parlamentari e seconde linee del centrodestra più fedelmente berlusconiano. La senatrice Pelino salda i legacci del gazebo senza che gli importanti monili sfoggiati ne ostacolino la manualità. Gasparri immola i suoi due telefonini alla documentazione dell’evento, fotografando, selfando, twittando. La deputata Rossi fa da scrutatrice, l’europarlamentare Tajani da pr; Carraro, uno che sindaco di Roma lo è già stato, circumnaviga il gazebo tra i turisti. Tanta è ancora la fiducia nella propaganda (da destra a sinistra) che il rischio di far tenerezza (da sinistra a destra) non è preso in considerazione. Tutt’intorno, giornalisti, fotografi e operatori, sfidano il senso della notizia aspettando Berlusconi. Quando finalmente la maschera del leader avanza e prende corpo, inizia lo show. Magnificare “l’uomo del fare” Bertolaso partendo dall’Aquila è scelta ardita, ma l’ardore non fa difetto a ci sostiene che “gli aquilani ci hanno mandato molti inviti per portarci in giro come la Madonna e Gesù bambino,stiamo decidendo chi farà la Madonna e chi Gesù bambino”. Ma quella di Berlusconi è soprattutto un’arringa, l’ennesima, contro i politici di professione, “che pensano solo ai propri interessi, alle proprie carriere”. Ci vuole un tecnico, proclama poco dopo aver detto che “di tecnici non ne vogliamo più, ci è bastato Monti”. Pochi giorni dopo la professionista della politica Meloni si candiderà, forte di una gaffe di Bertolaso sul suo dover restare a casa a fare la mamma. E siccome la propaganda si ciba di tutto ciò che può tornare utile, s’impugna la gravidanza come una clava elettorale. Annunciata al Family Day con tempistica migliore di ogni Ogino-Knaus, la maternità diventa arma buona tanto per la ritirata dalla corsa quanto per la discesa in campo. Che avviene paragonandosi alla lupa e cantando “ W la mamma”, al Pantheon a Roma, città destinata a vederne tante, troppe. E a superarle tutte.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di Repubblica – 25 marzo 2016 -

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